«La presenza degli anziani nelle case porta tanta speranza, forza, temperanza, fede. Sono testimoni di valori fondamentali per tutta la società». Questa sottolineatura arriva dal Vescovo di Vicenza, Mons. Cesare Nosiglia, intervenuto nelle scorse settimane a Veronella (Vr), nel corso dell’ultimo incontro stagionale dell’Università popolare. Alla presenza del Sindaco, Dino Paggiola, dei Parroci don Enrico e don Gianni, e dei numerosi partecipanti, il Vescovo si è presentato agli anziani così: «Sono nato vicino Genova, a Campo Ligure. Per gli studi in seminario mi sono recato a Roma e lì mi occupavo, per la Conferenza Episcopale Italiana, dell’educazione dei ragazzi. Poi 18 anni fa, Giovanni Paolo II mi ha fatto Vescovo e da quasi 6 anni sono nella vostra diocesi. Questa è la prima visita pastorale che svolgo nei territori veronesi della diocesi: la zona di San Bonifacio, di Cologna Veneta e di Montecchia, dove hanno sede i vicariati. A Vicenza con me vivono i miei genitori, mio padre di 98 anni e mezzo e mia madre di 91».
Nel corso dell’appuntamento, sono stati molti i riferimenti che il religioso ha fatto relativamente all’importanza della cultura: «Sono lieto che a Veronella sia nata l’Università popolare. É un fatto significativo, che non è così frequente. La cultura per lo spirito è come il pane: abbiamo bisogno di cultura per nutrirci. L’anima ha bisogno di cultura, di conoscenza, anche per tenere allenato il cervello a pensare e non divenire succubi della sub-cultura inculcata dalla televisione. La cultura è libertà, è pensare da soli, non essere condizionati dai messaggi fuorvianti che i mass media riversano su di noi per indurci a comprare ogni cosa, prodotti o consensi». Ed ha aggiunto: «Crediamo di essere liberi, ma in realtà rischiamo di diventare schiavi di questi messaggi. L’università serve per voi stessi, ma non solo» ha sottolineato. E sempre rivolgendosi agli anziani presenti, ha lodato il loro impegno: «Voi siete un buon esempio per i giovani. Spesso gli adolescenti non vanno a scuola molto volentieri. I nonni che studiano sono testimonianze positive».
Monsignor Nosiglia ha poi ricordato il valore della saggezza data dall’età: «Il dono della saggezza è patrimonio dell’umanità. Gli anziani in tutte le culture e le civiltà sono depositari della saggezza: essa esige esperienza. É la scuola della vita che forma la saggezza. Poi vi unisce la scuola della cultura e la scuola della spiritualità, valori religiosi profondi. La sapienza deriva anche dalla comunione, dalla socialità. È una ricchezza molto grande, di cui gli anziani sono custodi, promotori e testimoni. I valori che voi possedete sono decisivi per la nostra società, per la chiesa, per il nostro domani. Il Vangelo dice: «Uomo saggio è colui che sa trarre dal proprio tesoro cose antiche e cose nuove». Le cose nuove permettono di allargare lo spirito, la conoscenza, quelle antiche testimoniano l’esperienza: questa è la vera saggezza secondo la Bibbia».
Nel corso del sentito incontro, il vescovo di Vicenza ha anche ricordato la sua attività di aiutante Vescovo di Roma con Papa Wojtila: «Diciotto anni fa, con altri quattro vescovi ero l’aiutante di Papa Giovanni Paolo II, a Roma. Con noi operava anche il Cardinale Ruini per le visite pastorali alla città. Era un servizio molto impegnativo: Roma è una città di 3 milioni di abitanti e il Papa era spesso in giro per il mondo, così nella capitale lo aiutavamo noi. Però quando Giovanni Paolo II arrivava nelle parrocchie di Roma succedevano cose incredibili: scendeva dalla macchina, non si recava mai in chiesa senza avere prima salutato tutta la gente, stringeva le mani, parlava con tutti. Così la messa iniziava sempre almeno un’ora dopo l’orario previsto».
Da qui il discorso si è poi spostato su Papa Benedetto XVI: «Il Cardinale Ratzinger era un uomo molto timido, molto riservato, dedito agli studi. Come Papa Benedetto XVI si è trasformato, è diventato molto umano, molto accogliente, pronto ad abbracciare tutti i popoli. Tiene discorsi molto forti e profondi. Io credo -ha concluso il Vescovo- che ogni periodo abbia il Papa che si merita ed in quest’epoca c’è bisogno di chiarezza e sincerità. Benedetto XVI ha una capacità profondissima di mettere insieme fede e storia, fede e scienza, fede e ragione. Tra essere cristiani ed essere cittadini c’è complementarietà. Egli ci sprona alla ricerca della verità, dello spirito umano, non calato dall’alto, ma frutto di una ricerca profonda dentro ciascuno di noi, che non vale per un giorno ma che dura nel tempo».
Spetta adesso al nuovo sindaco, Michele Garzon, continuare questa importante esperienza culturale per tutta la cittadinanza.
Graziana Tondini