[ADISTA 05.06.04] La nostra Carta costituzionale (art. 10) afferma esplicitamente che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge"...

NUOVA LEGGE SUI RICHIEDENTI ASILO: ASSOCIAZIONI E SINDACATI CHIEDONO PIÙ GARANZIE

La nostra Carta costituzionale (art. 10) afferma esplicitamente che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Nonostante ciò, l’Italia è rimasto l’unico Stato dell’Unione Europea a non essersi ancora dotato di una normativa organica sul diritto d’asilo. Le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato sono a tutt’oggi regolate, in soli 2 articoli (ancora privi dei decreti attuativi), all’interno della legge Bossi-Fini, che si occupa del fenomeno dell’immigrazione in generale.

E in Italia, non è certo facile la situazione di chi, perseguitato nel proprio Paese di origine per le sue idee politiche, l’orientamento sessuale, l’etnia, l’appartenenza religiosa, fa richiesta alle nostre autorità per ottenere asilo: ci si trova, tra l’altro, ad affrontare lunghi tempi di attesa per l’esame della propria richiesta da parte della Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato (una media di circa 14 mesi); durante questo periodo, inoltre, al richiedente asilo non viene concesso il permesso di lavorare. Per questo motivo, molti vanno via dall’Italia prima di conoscere l’esito della loro richiesta, vista l’impossibilità di mantenersi (lo Stato garantisce una piccola diaria solo per 45 giorni). Per chi rimane, la selezione prosegue grazie all’alta percentuale di domande respinte.

Per tutte queste ragioni, è di per sé positivo che sia giunto all’esame della Camera dei Deputati (anche se per un brevissimo esame: la discussione del testo e degli emendamenti è stata rinviata a data da destinarsi) una proposta di legge sul diritto di asilo. Il testo tuttavia, così come approvato dalla I Commissione (Affari Costituzionali), non presenterebbe sufficienti garanzie procedurali a tutela dei richiedenti asilo. Così sostiene un cartello che raccoglie i maggiori enti di tutela e assistenza dei rifugiati in Italia (Centro Astalli, Caritas Italiana, Casa dei Diritti Sociali-Focus, Comunità di Sant’Egidio, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Consorzio Italiano Solidarietà, Cgil, Cisl, Uil, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Fondazione Franco Verga, Unione Forense per la tutela dei Diritti dell’Uomo).

In particolare, sostengono che è indispensabile che nella nuova legge sia prevista, “per chi si vede rigettata la richiesta d’asilo, la possibilità di proporre un ricorso effettivo davanti al giudice”. Inoltre, “durante il tempo di attesa della decisione, il richiedente asilo deve essere autorizzato a rimanere in Italia”. Non appare poi giustificato, dicono le associazioni, “che tutti i richiedenti asilo che presentano spontaneamente la loro richiesta alle autorità vengano trattenuti in centri speciali e sottoposti a una procedura semplificata che offre minori garanzie rispetto a quella ordinaria, solo perché hanno fatto ingresso in Italia senza passaporto o perché privi di un permesso di soggiorno”. Il cartello costituitosi a difesa dei diritti dei richiedenti asilo auspica quindi “che il testo sia emendato in modo da garantire un’accoglienza dignitosa e il diritto al lavoro per tutti i richiedenti asilo” e che le attività di accoglienza e integrazione dei rifugiati che, come previsto dalla proposta di legge, dovrebbero coinvolgere anche gli enti locali, siano supportati “da una copertura finanziaria garantita con continuità da parte dello Stato”.