[a cura di Greenpeace • 03.07.03] Un ulteriore passo in avanti per i consumatori: mercoledì 2 luglio il Parlamento Europeo ha adottato misure più rigide sull'etichettatura degli OGM  (Organismi Geneticamente Modificati) in chiave mondiale. L’associazione Greenpeace ha apprezzato il gesto che costituisce un primo esempio di resistenza dell'Unione Europea nei confronti dell'intensa campagna globale del governo USA e dell'industria biotech per minare e abolire le restrizioni verso gli OGM...

OGM, LUCI PUNTATE SULLE ETICHETTE

Un ulteriore passo in avanti per i consumatori: mercoledì 2 luglio il Parlamento Europeo ha adottato misure più rigide sull’etichettatura degli OGM  (Organismi Geneticamente Modificati) in chiave mondiale. L’associazione Greenpeace ha apprezzato il gesto che costituisce un primo esempio di resistenza dell’Unione Europea nei confronti dell’intensa campagna globale del governo USA e dell’industria biotech per minare e abolire le restrizioni verso gli OGM. Le nuove misure dell’Unione Europea danno ai consumatori il diritto di rifiutare cibi OGM. Tutti gli alimenti ed anche i mangimi animali contenenti o derivanti da OGM, oltre la soglia dello 0.9%, dovranno essere chiaramente etichettati, rendendo possibile ai produttori e ai consumatori di continuare ad evitare il loro utilizzo. “Questo voto e’ uno schiaffo all’amministrazione americana, che sta usando il WTO come arma per intimorire l’Europa e gli altri paesi contrari agli OGM. L’Unione Europea ha invece adottato una legge, che consente al mercato di identificare e quindi escludere gli OGM. Questa legge, benché ancora insufficiente, costituisce un modello per Paesi come USA e Canada, che negano tale libertà di scelta e informazione”, ha affermato Federica Ferrario, della campagna OGM di Greenpeace. Greenpeace, nonostante il progresso che rappresenta la nuova normativa, sottolinea le gravi carenze ancora presenti, a cominciare dai prodotti derivati da animali nutriti con OGM, che ancora non sono soggetti all’obbligo di etichettatura. Greenpeace e’ inoltre preoccupata per il compromesso raggiunto sulla cosiddetta questione della “coesistenza”: gli Stati membri avranno il diritto di imporre a livello nazionale misure restrittive per assicurare che l’agricoltura convenzionale e biologica non venga contaminata da OGM, ma non saranno obbligati a farlo. L’associazione ambientalista è anche profondamente preoccupata dei continui tentativi dell’industria biotech di minare la legislazione dell’Unione Europea e di creare una strisciante contaminazione dei prodotti tradizionali e biologici attraverso i semi. Sebbene la ricerca mostri che e’ possibile garantire una livello di contaminazione dei semi pari allo 0%, l’industria biotech sta spingendo per avere soglie più  alte, nel tentativo di minare le nuove regole  sull’etichettatura. Diventerebbe impossibile per gli agricoltori garantire che i propri raccolti non eccedano alla fine la soglia dello 0,9% per i prodotti alimentari, se venissero concesse soglie di contaminazione delle sementi diverse dallo zero.