[Pax Christi (Verona) • 07.09.04] Le cronache dell’assassinio di tanti bambini a Beslan in Ossezia (ma il pensiero va anche a Palestina e Israele, al Medio Oriente, all’Iraq e all’Afghanistan, all’Uganda e al Congo, ovunque) sono di un orrore infinito. La spirale di violenze che si sta diffondendo nel mondo costituisce un vero inferno. Il trionfo dell’inciviltà e del degrado disumano. Il nulla che avanza...

PACE. AFFERMARE IL REALISMO POLITICO DELLA NONVIOLENZA

Le cronache dell’assassinio di tanti bambini a Beslan in Ossezia (ma il pensiero va anche a Palestina e Israele, al Medio Oriente, all’Iraq e all’Afghanistan, all’Uganda e al Congo, ovunque) sono di un orrore infinito. La spirale di violenze che si sta diffondendo nel mondo costituisce un vero inferno. Il trionfo dell’inciviltà e del degrado disumano. Il nulla che avanza.
Si conferma l’esperienza che violenza genera violenza, e violenza sempre più brutale e perversa. Si verifica l’idea che solo la politica, e una politica nonviolenta, può essere efficace, può affermarsi come unico, vero realismo.

E’ importante evidenziare la possibilità di superare i conflitti non con le guerre del terrorismo e con il terrorismo delle guerre ma con politiche di pace preventiva, comprese eventuali azioni di “polizia internazionale” garantite dalle Nazioni Unite.

1. In Cecenia da anni si stanno violando in modo massiccio i diritti umani. In pochi anni l’occupazione russa ha provocato più di centomila morti. Perché non riprendere iniziative già lanciate da molti che, richiamandosi al dolore comune di russi e ceceni, chiedono il disarmo delle forze cecene e il ritiro dei soldati russi attraverso l’intervento delle Nazioni Unite? No all’occupazione russa, no al terrorismo di qualunque tipo, appoggio del Parlamento europeo a un’amministrazione transitoria dell’ONU (che può
sperimentare un?inedita collaborazione col governo russo): sono parole d’ordine utili per una mobilitazione che può coinvolgere l’Italia e l’Europa.

2. I Comuni, singolarmente o assieme al Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace, possono tentare scambi e gemellaggi con città cecene, caucasiche o con la martoriata Grozny. Richiamandosi al motto di La Pira “unire le città per unire i popoli”, Comuni, Province e Regioni possono sostenere interventi di diplomazia civile (aiutando le scuole ad “adottare un popolo”, una comunità, una città).

3. Studiare e sperimentare percorsi, difficili ma necessari, di “riconciliazione nella verità e la giustizia” analoghi a quelli praticato in Sud Africa e in America Latina. La convivenza delle differenze può diventare mezzo e fine di una lunga azione.

Pax Christi
(Verona)