[GRILLOnews • 14.12.03] Paolo Rossi, uno degli affabulatori escluso dalla tv di questi tempi, ha regalato nei giorni scorsi una chicca d'interesse culturale. All'Ambra Jovinelli di Roma, nella serata dedicata all'informazione libera e a una  giustizia indipendente. (…) Quel saltimbanco sboccato e irriverente, quel genialoide di talento e di 50 anni che vorremmo volentieri vedere incluso nel palmarès del ministero dello spettacolo si è esibito per noi in un reading a modo suo...

PAOLO ROSSI. «DEMOCRAZIA, LA PAROLA A PERICLE»

Paolo Rossi, uno degli affabulatori escluso dalla tv di questi tempi, ha regalato nei giorni scorsi una chicca d’interesse culturale. All’Ambra Jovinelli di Roma, nella serata dedicata all’informazione libera e a una  giustizia indipendente. (…) Quel saltimbanco sboccato e irriverente, quel genialoide di talento e di 50 anni che vorremmo volentieri vedere incluso nel palmarès del ministero dello spettacolo si è esibito per noi in un reading a modo suo. Un’esibizione sfiziosa, gioiosa, con quel certo retrogusto pensieroso e, a tratti, dolente. Rossi ha letto uno stralcio del discorso da “La guerra del Peloponneso, libro II” di Tucidide. Il tema è la democrazia spiegata agli ateniesi. La parola a Pericle, politico ateniese del 495_429 a.C.:  “Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo è detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora egli sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se preferisce vivere a modo suo. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e le leggi, e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono un’offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero. Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Un uomo che non si interessa dello Stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione un ostacolo sulla strada dell’azione politica. Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore”. (Pericle)