[Gabriele Salari • Club 3, aprile 2005] Nessun regalo è accompagnato da tanto affetto come un buon profumo e mai si penserebbe che possa in alcun modo creare dei problemi, se non in persone allergiche. Eppure, secondo un rapporto di Greenpeace, reso noto in occasione della festa di San Valentino, i profumi contengono sostanze che potrebbero avere effetti indesiderati sulla salute...

PROFUMI PERICOLOSI?

Nessun regalo è accompagnato da tanto affetto come un buon profumo e mai si penserebbe che possa in alcun modo creare dei problemi, se non in persone allergiche. Eppure, secondo un rapporto di Greenpeace, reso noto in occasione della festa di San Valentino, i profumi contengono sostanze che potrebbero avere effetti indesiderati sulla salute.

Il rapporto “Eau de Toxines” mostra i risultati delle analisi, effettuate da un laboratorio indipendente olandese, sulla presenza di due composti chimici potenzialmente pericolosi per l’uomo in 36 profumi di note marche: gli ftalati ed i muschi sintetici. Gli ftalati sono usati nei cosmetici come solventi e come denaturanti dell’alcool, mentre i muschi sintetici sono utilizzati al posto del muschio naturale.

Immediata è stata la replica dell’Unipro, l’associazione dei produttori di cosmetici, che ha sottolineato come i profumi rispettino la legge e non sia mai stata evidenziata la pericolosità dei composti sotto accusa. La legislazione vigente, però, non disciplina adeguatamente l’esposizione umana a queste sostanze: in Italia, addirittura, l’utilizzo di uno ftalato, il DEP, è imposto per legge nella denaturazione dell’alcool etilico destinato alla fabbricazione dei profumi, serve a renderli imbevibili.

La legge sembra, ancora una volta dimenticare che esistono delle alternative più sicure e che degli studi scientifici hanno mostrato come il DEP penetri rapidamente nell’epidermide, entrando nell’organismo dopo ogni esposizione. Il corpo lo converte subito in monoetil ftalato (MEP), che è sospettato di possibili effetti sul DNA dello sperma e di contribuire a diminuire le funzioni polmonari negli uomini.

Non vogliamo creare allarmismi, è evidente che una semplice spruzzata di profumo non fa male a nessuno, ma è la miscela di composti chimici a cui siamo esposti nella vita quotidiana che fa paura. Per esempio, alcuni ftalati venivano usati per ammorbidire le plastiche di cui sono fatti i giocattoli usati per sviluppare la dentizione nei bambini al di sotto dei tre anni. Dopo evidenze scientifiche sulla pericolosità di queste sostanze si è arrivati ora ad un bando europeo: per le sostanze che ancora non conosciamo adeguatamente dovrebbe valere il principio di precauzione.

“I profumi dovrebbero essere un piacere, non un modo per entrare in contatto con sostanze che si accumulano nel corpo” sostiene Vittoria Polidori, responsabile inquinamento di Greenpeace. Praticamente tutti i profumi testati nel rapporto “Eau de Toxines” contengono ftalati e muschi sintetici: livelli molto elevati di dietil ftalato (DEP) sono stati trovati in “Eternità” di Calvin Klein per donne (22.299 mg/kg, cioè 2,2% del peso totale) e in “Le Mâle” di Jean Paul Gaultier (9.884 mg/kg, appena al di sotto dell’1% in peso). Invece, “Vanderbilt” di Gloria Vanderbilt non contiene nessun livello riscontrabile degli ftalati testati. Alte concentrazioni di nitromuschi e muschi policiclici sono stati riscontrati in “Le Baiser Du Dragon” di Cartier (45.048 mg/kg, o 4,5% in peso) e “Muschio bianco” del Body Shop (94.069 mg/kg, o 9,4% del peso totale). I livelli più bassi, invece, sono emersi in “Puma Jamaica Man ” della Puma (0,1 mg/kg). Se degli ftalati, abbiamo visto, non si può fare a meno secondo la legge italiana, un aroma a cui si potrebbe rinunciare è il muschio.

I muschi sintetici, infatti, si concentrano nei tessuti degli organismi viventi: alcuni possono interferire con il sistema di comunicazione ormonale di pesci, anfibi e mammiferi ed amplificare l’effetto dell’esposizione ad altre sostanze tossiche. La presenza di queste sostanze raramente compare sulle confezioni dei profumi e degli altri beni di consumo che li contengono, dunque il consumatore non può decidere di evitarli.

“Nonostante vi siano aziende che stanno attuando misure volontarie per la riduzione dei composti pericolosi nei loro prodotti ad uso quotidiano, è necessario un obbligo normativo a riguardo. Il regolamento sulla chimica ora in discussione a livello europeo, noto come REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of CHemicals) potrebbe rappresentare il giusto strumento politico, anche se la proposta sta subendo una forte azione di lobby da parte dell’industria chimica e del governo statunitense.

E’ necessario introdurre l’obbligo di sostituzione dei composti pericolosi quando esistono alternative più sicure” afferma Polidori. L’attuale regolamentazione delle sostanze ha dimostrato la sua inefficienza ed impossibilità di quantificare l’esposizione umana e ambientale a questi composti e di conseguenza di determinare i “rischi” ed il livello di esposizione accettabile.


Greenpeace ha consegnato a tutti gli eurodeputati una copia del rapporto “Eau de Toxines”, ma tutti possono fare pressione sui politici, mandando una cartolina virtuale, andando sul sito www.greenpeace.it/inquinamento/profumi

Per essere più informati su questa denuncia, l’estratto del rapporto si può consultare su: www.greenpeace.it/inquinamento/chimica/profumi.pdf