[Luca Salvi • 02.04.04] Due mesi fa abbiamo lanciato in rete un appello alla comunità internazionale per un intervento che ponga fine alla tragedia dell'Uganda, un paese da 18 anni in preda ad una terribile guerra civile che ha causato finora oltre 100.000 morti, due milioni di sfollati e almeno 20.000 bambini rapiti per essere violentati o costretti a combattere...

PROSEGUE LA CAMPAGNA «BASTA SANGUE IN UGANDA!»

Due mesi fa abbiamo lanciato in rete un appello alla comunità internazionale per un intervento che ponga fine alla tragedia dell’Uganda, un paese da 18 anni in preda ad una terribile guerra civile che ha causato finora oltre 100.000 morti, due milioni di sfollati e almeno 20.000 bambini rapiti per essere violentati o costretti a combattere. Abbiamo raccolto oltre 2000 firme da tutto il mondo,  inviate a circa 50 parlamentari e anche alla Commissione Europea.

Abbiamo scritto ai principali quotidiani  italiani e pubblicato l’appello su Avvenire, sul Manifesto e sulla Stampa, sui settimanali Vita e Famiglia Cristiana, nonché sul sito di Carta e di Paxchristi. L’appello è stato ripreso e approvato dal Consiglio comunale di Parma su iniziativa del consigliere Maurizio Vescovi (Margherita). Nonostante tutti questi sforzi e nonostante la recente missione esplorativa in Uganda dei senatori Iovine (DS) e Pianetta (Forza Italia), il Governo italiano, preso da ben altre priorità, non  trova il tempo di occuparsi del problema.

Sorprende che i fautori delle “guerre umanitarie” e coloro che si dicono impegnati ad esportare la democrazia nel mondo si  disinteressino completamente di una tragedia delle proporzioni di quella ugandese, certamente non inferiore a quella irachena per gravità e atrocità. 

Per aggiornamenti sulla situazione in Uganda:
www.misna.orgwww.warnews.it 

Nell’unirci al dolore della comunità comboniana per l’assassinio del missionario Padre Luciano Fulvi, 76 anni, trovato morto la mattina del 31 marzo 2004 nella sua camera, in un lago di sangue, nella missione di Laybi, alla periferia di Gulu (nord Uganda), insistiamo nella nostra campagna e rilanciamo con forza il seguente

APPELLO ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
BASTA SANGUE IN NORD-UGANDA!

Nel Nord-Uganda da 18 anni è in corso una terribile guerra civile, di cui si parla ben poco. Ogni giorno il cosiddetto Esercito di Liberazione del Signore (LRA), guidato da Joseph Kony, un pazzo sanguinario, commette massacri, mutilazioni, torture di civili e rapimenti di bambini e bambine, destinati a diventare soldati e schiave. I bambini-soldato vengono usati come carne da macello, drogati, violentati, costretti ad assassinare i loro familiari e coetanei, obbligati a mangiare carne umana perchè,  perdendo la propria umanità, possano compiere atti disumani.

In Uganda «La situazione umanitaria è peggiore di quella in Iraq: non c’è nessun altro posto al mondo con un’emergenza di questo livello, che richiama così poco l’attenzione internazionale» ha dichiarato alcuni mesi fa Jan Egeland, vicesegretario generale dell’Onu.

A questa presa di posizione non è ancora seguita alcuna iniziativa da parte della comunità internazionale, mentre i missionari Comboniani da mesi chiedono inutilmente l´invio dei Caschi Blu per difendere la popolazione civile. Ora basta! La terra ugandese è stanca di bere sangue, per questo ci appelliamo al Parlamento e al governo italiano, al Parlamento e ai governi d’Europa e alla comunità  internazionale per porre fine a questa follia. Chiediamo la presenza attiva dell’ONU per salvare la vita di molte persone e dare inizio a un processo di pace. 

Punto Pace Pax Christi di Verona

Per aderire all’appello inviare nome, cognome e comune di residenza all’indirizzo [email protected] .

UGANDA SOTTO I RIFLETTORI DI REPORT

Ho assistito alla puntata “Un prete di frontiera” che REPORT ieri (11.04.04, NDR) ha dedicato a Padre Tarcisio Pazzaglia, missionario comboniano che ha dedicato la vita all’Africa e all’Uganda. Un sentito ringraziamento alla redazione di REPORT che ci ha permesso di conoscere l’incredibile opera di quest’uomo che, da solo, in uno dei posti più martoriati e insanguinati del pianeta, assiste e protegge dalla guerra, dalla fame e dalle malattie migliaia di bambini, altrimenti destinati a diventare soldati e schiavi. Un prete che, con grande coraggio, cerca di mediare la pace fra le truppe governative del presidente Museveni e l’Esercito di Liberazione del Signore del pazzo sanguinario Joseph Kony.
Un semplice, vecchio missionario che recupera i bambini-soldato e le vittime degli indicibili orrori ugandesi e che porta il messaggio di Cristo e la nostra cultura con grande amore e rispetto anche per la cultura e la dignità africana. Un solo uomo che, per l’Uganda, fa molto più di tante ONG e della stessa ONU perchè, come lui stesso afferma, “mi conoscono e di me si fidano”. Altro che “guerre umanitarie” o “corridoi umanitari protetti”, che si è visto a quali risultati portino. Forse la strada è semplicemente questa: andare in mezzo ai poveri e starci, con loro e per loro.

Luca Salvi, VR