[CHIAMA L'AFRICA • 30.04.03] La guerra nella Repubblica Democratica del Congo, che dura ormai da quattro anni e mezzo, è costata più vite di qualsiasi altra guerra dalla seconda Guerra Mondiale in poi; è la guerra che ha causato più morti in assoluto in tutta la storia documentata del continente africano, affermano gli esperti dell’International Rescue Committee...

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO – PER LA GUERRA MUOIONO PIÙ DI 1000 PERSONE AL GIORNO, DA 4 ANNI E MEZZO

La guerra nella Repubblica Democratica del Congo, che dura ormai da quattro anni e mezzo, è costata più vite di qualsiasi altra guerra dalla seconda Guerra Mondiale in poi; è la guerra che ha causato più morti in assoluto in tutta la storia documentata del continente africano, affermano gli esperti dell’International Rescue Committee. Uno studio sulla mortalità reso pubblico l’8 aprile 2003 calcola che, a partire dallo scoppio della guerra nell’agosto 1998, fino a tutto novembre 2002, data di completamento dello studio, ci siano stati almeno 3,3 milioni di morti (ma forse fino a 4,7 milioni) in più rispetto alle morti che si potevano normalmente prevedere per il periodo preso in esame. “Si tratta di una catastrofe umanitaria di proporzioni immani e sconvolgenti,” afferma George Rupp, presidente di IRC. “Né le peggiori previsioni delle conseguenze di una protratta guerra in Iraq né i morti di tutte le recenti guerre nei Balcani si avvicinano minimamente a queste cifre. Eppure la crisi nella RDC ha ricevuto scarsissima attenzione.” Nel 2002 sono migliorate molto le condizioni di sicurezza e di accesso: i ricercatori dell’IRC hanno quindi potuto condurre le proprie ricerche misurando la mortalità tra 9,3 milioni di persone in 10 distretti del martoriato est del paese e tra 31,2 milioni di persone in 10 distretti occidentali, allargando molto la base di rilevamento rispetto ai due precedenti studi sui tassi di mortalità, condotti sempre da IRC nel 2000 e nel 2001. Secondo i risultati dello studio, la mortalità dovuta alle condizioni di guerra (i morti in eccesso, cioè, rispetto ai tassi prevedibili in condizioni di normalità) è di circa 30.000 persone al mese. La stragrande maggioranza, circa l’85%, sono morti causate da malattie facilmente curabili e da malnutrizione, dovuti alle condizioni di vita da sfollati e al collasso del sistema sanitario e dell’economia del paese. I bambini più piccoli sono coloro che ne hanno subito maggiormente le conseguenze. In tre dei dieci distretti visitati dai ricercatori nell’est del paese più del 50% dei bambini nati muore prima di raggiungere due anni di vita. Ma i ricercatori hanno trovato alcune novità rispetto agli anni precedenti che autorizzano una certa speranza. Mentre la mortalità continua ad essere spaventosamente alta, nell’est il numero di morti per episodi di violenza è diminuito del 90% rispetto ai precedenti tre anni di guerra, ed anche il tasso di mortalità generale si è significativamente ridotto. Sono numerosi gli sviluppi positivi che hanno contribuito ad aumentare la sicurezza della regione e a far diminuire i tassi di mortalità. Gli accordi di pace firmati in Sud Africa hanno portato al ritiro della maggior parte delle truppe straniere; si va anche concretizzando il quadro per l’applicazione degli accordi e per la creazione di un governo di riconciliazione. Circa 5.500 osservatori dell’ONU sono adesso presenti nel paese. La maggior sicurezza ha permesso alle organizzazioni umanitarie internazionali di rafforzare la presenza e la diffusione di servizi di assistenza sanitaria di emergenza e di ricostruzione delle infrastrutture, in particolare in zone prima inaccessibili. Ma il processo di pace è in pericolo. Ci sono di uovo combattimenti nell’Ituri e truppe ugandesi hanno nuovamente occupato alcune aree della provincia. Inoltre, il Rwanda che aveva ritirato i propri militari nell’ottobre scorso minaccia di invadere nuovamente il territorio congolese; e le milizie responsabili del genocidio in Rwanda del 1004 si nasconderebbero ancora nelle foreste del Congo orientale. “Ma se non ci sarà rapidamente un forte investimento internazionale per rafforzare il processo di pace, tutto i passi avanti fatti negli ultimi mesi verranno vanificati,” afferma George Rupp. “Speriamo che i risultati di questo studio spingano la Comunità internazionale ad agire velocemente e con determinazione.” La sintesi è di Lisa Clark (Beati Costruttori di Pace). Per leggere l’intero rapporto ed altri commenti approfonditi: http://www.theirc.org/mortality 


(segnalato da Chiama L’Africa www.chiamafrica.it)