«RETE LILLIPUT» COMPIE 10 ANNI E PROSEGUE NELL’IMPEGNO PER UN’ECONOMIA SOLIDALE E DI GIUSTIZIA


Rete Lilliput compie 10 anni. E per festeggiare il compleanno, per fare un bilancio del percorso e delle esperienze fin qui vissute, «per guardare oltre e confrontarci sulla strada da intraprendere», amici e simpatizzanti di tutta Italia sono invitati a partecipare alla VI Assemblea Nazionale che si svolgerà a Firenze il 9 e il 10 maggio 2009.

Il cammino della Rete Lilliput prende avvio nel 1999 sulla spinta di un Manifesto di intenti elaborato dal «Tavolo delle Campagne», un gruppo di coordinamento formato dalle principali Associazioni e Campagne nazionali di stampo sociale. La Rete si è proposta fin da subito l’obiettivo di far interagire e collaborare le miriadi di esperienze locali che nel nostro Paese cercano di lottare contro le disuguaglianze nel Mondo. Ed ha cercato di mettere in atto una “strategia lillipuziana“, con la quale poter bloccare il gigante disumano del liberismo sfrenato servendosi di piccoli fili, cioè azioni mirate e concrete, da intessere insieme.

Questa volontà comune e diffusa della società civile si è esplicitata con il Primo incontro nazionale tenutosi a Marina di Massa nell’ottobre 2000 che ha dato avvio alla costruzione, faticosa e da compiere un passo alla volta, di questa idea-sogno di Rete. Nel secondo incontro nazionale del gennaio 2002 si sono iniziati a vedere i primi frutti di questo nuovo modo di agire, basato sulla opzione fondamentale della nonviolenza e su un nuovo metodo di scelta da sperimentare: il consenso fra le varie realtà in gioco.

Oggi la Rete di Lilliput è una rete laica formata da persone, nodi, organizzazioni e reti collegati e coordinati tra loro, che, superata la fase della semplice resistenza, perseguono il cambiamento delle regole che governano le istituzioni finanziarie ed il commercio internazionale; propongono il cambiamento dei comportamenti e degli stili di vita, un modello diverso di gestione integrata del territorio, delle risorse naturali (acqua, energia e materia) e dei beni comuni basato sulla partecipazione, sulla consapevolezza dei limiti delle risorse e sulla riduzione dell’impronta ecologica; si impegnano per una economia di giustizia e solidarietà, per una politica orientata al disarmo, per un modello di difesa popolare nonviolenta e per la gestione nonviolenta dei conflitti, per il recupero della solidarietà sociale e per l’interazione paritetica delle culture.

La Rete Lilliput ha cercato e cerca di praticare il metodo del consenso, sperimenta l’orizzontalità, la leadership diffusa, i metodi partecipativi; persegue la coerenza tra mezzi e fini, tra forma e contenuto; propone, insomma, una prospettiva di vita basata sul recupero delle relazioni umane e di un rapporto armonioso con la natura. Quanto la Rete crescerà dipende ora solo dallo slancio e la passione che i Lillipuziani sapranno mettere in essa.

RETE LILLIPUT DI VERONA

Anche il nodo veronese compie quest’anno 10 anni. «Il primo incontro, infatti, risale al 14 febbraio del 1999 quando a Ca’ Forneletti (Valeggio sul Mincio) un primo gruppo di associazioni e singole persone impegnate nella solidarietà, nell’economia di giustizia e nell’ambientalismo decisero di costituire un tavolo di confronto con l’idea di creare un nuovo “soggetto politico” capace di collegare e fare rete tra le tante e diverse realtà del nostro territorio», spiegano Mimmy Spurio e Fabrizio Gagliardi, attuali referenti del nodo scaligero.

«Sotto lo slogan “Un altro mondo è possibile” il nodo veronese nel tempo è cresciuto fino ad arrivare a contare più di 40 associazioni. Erano i primi anni del 2000, anni di intenso lavoro, di progetti e di attività pensate e costruite insieme: la preparazione e partecipazione al G8 di Genova del 2001, l’esperienza del “Verona Social Forum“, la scrittura del documento “Verona capace di futuro“, l’avvio del cammino dei Gruppi di Lavoro Tematici, la diffusione nella nostra città della campagna “Pace da tutti i balconi” prima della guerra in Iraq del 2003, le “Pagine Arcobaleno“. La stessa realtà di Villa Buri trovava, grazie al lavoro della Rete, un terreno fecondo dove nascere, crescere e svilupparsi. Questi sono solo alcuni dei momenti più belli e significativi, che hanno visto protagonisti alcuni di noi nell’impegno a sperimentare nuovi modi di partecipazione e condivisione, di presa di coscienza e mobilitazione “dal basso”».

«Dall’esperienza e intuizioni della Rete sono iniziati infatti anche nella nostra città diversi percorsi e cammini che oggi sono belle realtà. Tra le più significative ricordiamo l’associazione Villa Buri Onlus e l’avvio del progetto di costruzione del Distretto di Economia Solidale di Verona che oggi sta cercando di allargarsi e coinvolgere nuove e vecchie realtà del nostro territorio, come ad esempio l’associazione “Naturalmente Verona”, e i Gruppi di Acquisto Solidale. Come per il livello nazionale, anche qui a Verona la Rete di Lilliput è stata portatrice di una “cultura” e di un bagaglio di idee che hanno permesso lo sviluppo e il consolidamento di temi e pratiche legati ai temi della non-violenza, del commercio internazionale ed equo e solidale, dei beni comuni; della partecipazione, della difesa dell’ambiente».

Certo in questi anni non sono mancati anche i momenti di difficoltà: «La fatica spesso di costruire e fare rete si è fatta sentire, più volte ci siamo ritrovati insieme per capire, per confrontarci, per rimotivarci cercando nuovi obiettivi e nuove modalità di agire. Le 40 associazioni che ne componevano all’inizio la struttura oggi non si ritrovano più. Il nodo di Verona è molto diverso da quello di 10 anni fa».

E come si configura oggi questo nodo? «Oggi abbiamo ancora un sito attivo e tre mailing-list cui cui comunichiamo e ci confrontiamo. Ma soprattutto abbiamo ancora alcune persone che si impegnano e lavorano quotidianamente in diversi gruppi con spirito, cuore e idee “lillipuziane”, per cercare di connettere e tessere relazioni aprendo “porte” a nuove collaborazioni e sinergie su progetti che siano il più possibile frutto di un cammino comune e condiviso. A distanza di anni crediamo che ancor oggi il sogno e l’idea lillipuziana siano quanto mai attuali: mai forse come oggi c’è bisogno di fare rete, di ri-connettere, di tessere e intrecciare cammini e percorsi, di creare relazioni. Le stesse diverse esperienze che sono nate anche negli ultimi anni nella nostra città ne sono una testimonianza concreta e dimostrano tutta la vivacità della società civile veronese che tenta, pur nella fatica, di organizzarsi e creare sinergie».

Tra queste meritano senza dubbio di essere ricordate il ricostituito cartello «Nella mia città nessuno è straniero» che aggrega oggi più di 40 associazioni, il Coordinamento Provinciale Veronese Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani; la rassegna settembrina sui diritti umani organizzata annualmente alla Cooperativa “La Genovesa“, il progetto «Fiori di Pace» e le molte attività organizzate in rete dalla Comunità degli Stimmatini di Sezano, «oltre ai tantissimi coordinamenti di comitati territoriali che si stanno battendo in città e provincia per la difesa e salvaguardia del nostro ambiente e territorio».

Ed è proprio guardando a questa realtà così ricca, composita e variegata, che i volontari di Rete Lilliput Verona invitano tutte le persone interessate a proseguire il cammino ad un incontro: «per riflettere insieme sul ruolo che il Nodo di Verona della Rete Lilliput può oggi avere nella nostra città. Ci piacerebbe farlo stavolta non solo con i lillipuziani che fin dall’inizio hanno creduto in questo percorso, ma anche con tutte quelle altre realtà e persone che in questi anni hanno lavorato e che anche oggi si impegnano a livello locale su temi vicini a quelli della Rete, e che credono nella necessità di lavorare in rete».

L’appuntamento è per martedì 5 maggio 2009 alle ore 21.00 presso la sede dell’Associazione «Il Germoglio», in via Spagnolo 6 a San Massimo di Verona.