[L'Arena • 2 marzo 2002] Venezia . Dall’11 marzo 2002 i cittadini del Veneto saranno chiamati partecipa re alla spesa sanitaria della Regione Veneto con una quota fissa di un euro per ricetta e una quota differenziata per due gruppi di farmaci (0,90 euro per quelli di fascia B1 e tre euro per quelli di fascia B2) . È uno dei provvedimenti indicati in una circolare inviata alle Usl dalla Giunta regionale.

UN EURO DI TICKET SULLE RICETTE IN VENETO

Ottimizzare la spesa farmaceutica confermando però i livelli di assistenza garantiti finora a tutti i cittadini questo il senso dei provvedimenti adottati per mantenere la spesa farmaceutica del Veneto all ’ interno del tetto (13% sulla spesa sanitaria complessiva) fissato dalla legge statale 347 del 18 settembre scorso. I provvedimenti prevedono, accanto l ’ introduzione della compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini , interventi sulle modalità di distribuzione di t aluni medicinali individuati dalla Cuf (Commissione unica per il farmaco) ed a strumenti per verificare l ’ appropriatezza delle prescrizioni con apposite sinergie tra le Ulss, la medicina generale e la pediatria di libera scelta . La compartecipazione consisterà dunque in una quota fissa (1 euro) per ricetta e in una quota differenziata per due gruppi di farmaci (0,90 euro per quelli di fascia B1 e 3 euro per quelli di fascia B2) individuati dalla Commissione unica come non essenziali. Il provvedimento, spiega tuttavia la circolare inviata alle Ulss in questi giorni, non riguarderà però tutti i cittadini: dal pagamento delle quote aggiuntive saranno esentati gli ultrasettantenni, i pensionati di guerra, gli invalidi civili al 100%, i ciechi ed i grandi invalidi del lavoro, gli invalidi di servizio di prima categoria, i danneggiati da vaccinazione obbligatoria, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati, le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, i pazienti in trattamento con farmaci analgesici oppiacei e nella terapia del dolore. La Regione inoltre ha prorogato di un mese (dal 28 febbraio al 31 marzo prossimo) il rimborso della differenza tra il costo delle specialità ed i farmaci generici non ancora reperibili nelle farmacie. «Queste esenzioni », sottolinea il vicepresidente della Giunta veneta ed assessore alla S anità, Fabio Gava (nella foto) , « confermano l ’ attenzione della Regione alla popolazione più debole ed alle categorie protette. Il provvedimento è stato reso necessario dalla normativa statale, che impone alle Regioni di non superare con la spesa farmaceutica il tetto del 13% sulla spesa sanitaria totale .  La spesa farmaceutica del Veneto, pur attestata su livelli molto più bassi della media nazionale, ha registrato nel 2001 un incremento sul 2000 del 33,06%, arrivando a 784 milioni di euro (circa 1.518 miliardi) rispetto ai 663 milioni di euro (circa 1.284 miliardi ) stanziati. A far superare il budget hanno contribuito l ’ abolizione del ticket sulle ricette deciso dal g overno Amato, l ’ introduzione a carico del Servizio s anitario n azionale di nuovi farmaci costosi per patologie gravi e la revisione delle note della Commissione unica per il farmaco».  Alla luce dell ’ andamento della spesa farmaceutica del 2001 – ha aggiunto il vicepresidente del Veneto , « pur ipotizzando per quest ’ anno lo stesso livello di consumi senza ulteriori imprevisti fattori di incremento, la spesa per il 2002 nella nostra regione andrebbe ad attestarsi a 822 milioni di euro (circa 1592 miliardi), per l ’ effetto combinato dell ’ adeguamento al prezzo medio europeo (» 4,5% su base annua) e del periodico aggiornamento della lista dei farmaci erogabili (» 2% su base annua), mentre il primo limitato effetto del rimborso al prezzo dei farmaci generici non farebbe risparmiare più di 13 milioni di euro (circa 25 miliardi di lire)».
Con questi provvedimenti – ha concluso Gava – « metteremo sotto controllo la spesa per l ’ assistenza farmaceutica senza diminuire il livello di copertura delle categorie più deboli; questo ci consentirà di liberare nuove risorse da reinvestire nei servizi socio-sanitari e di allinearci agli standard dei Paesi europei».