[GRILLOnews • 04.01.04] A Firenze laurea honoris causa in scienze agrarie tropicali a Vandana Shiva. Alcuni estratti del suo discorso. A conclusione della cerimonia, presieduta dal Magnifico Rettore dell'Università di Firenze e dal Rettore della facoltà di Agraria, Vandana Shiva ha parlato del legame tra metodi agricoli e disponibilità di risorse idriche. Di seguito alcuni estratti del discorso conciso ma coinvolgente della Shiva...

VANDANA SHIVA. ACQUA E AGRICOLTURA, UN LEGAME INDISSOLUBILE

A Firenze laurea honoris causa in scienze agrarie tropicali a Vandana Shiva. Alcuni estratti del suo discorso. A conclusione della cerimonia, presieduta dal Magnifico Rettore dell’Università di Firenze e dal Rettore della facoltà di Agraria, Vandana Shiva ha parlato del legame tra metodi agricoli e disponibilità di risorse idriche. Di seguito alcuni estratti del discorso conciso ma coinvolgente della Shiva.

“Noi riceviamo l’acqua come un dono della natura. E’ nostro compito farne buon uso. E’ stato previsto che l’acqua sarà la causa delle guerre più sanguinose di questo secolo. E questo tristemente è già una realtà. Basti pensare ai conflitti tra Stati Uniti e Messico per le acque del Rio Grande, , Israele, Giordania e territori occupati, per le acque del Giordano, Germania ed Olanda per le acque del Reno, Turchia e Siria. Tutto ciò in cui credo, l’ho imparato dall’agricoltura: è qui che ho imparato l’equità la giustizia, la natura dell’essere umano. I tropici oggi sono una delle regioni più problematiche del mondo. Milioni di persone che muoiono di fame. Tutto ciò è avvenuto in regioni che avevano il meglio da offrire dal punto di vista delle risorse naturali. C’è voluta tutta la stupidità dell’ uomo per trasformare a tal punto queste zone. L’abbondanza d’acqua non è solo il risultato di una buona gestione delle foreste, ma è anche il prodotto di una buona gestione dell’agricoltura. E negli ultimi 30, 40 anni sono state distrutte più risorse idriche dall’agricoltura che da qualsiasi altra attività umana. Solo una percentuale minima dell’acqua del nostro pianeta è adatta ad essere usata dall’uomo. E questa viene sprecata perché impiegata da sistemi agricoli industriale di dimensioni troppo grandi invece che da sistemi di dimensioni ridotte e quindi più efficienti. Circa il 70% dell’acqua sprecata deve questo all’agricoltura. Il Punjab (regione del nord dell’India) era una delle zone più fertili dell’India intera. Adesso, grazie all’ultilizzo di metodi agricoli sbagliati, molte aree sono ridotte ad un grande pantano o ad un deserto inutilizzabile. Proprio in questa regione, per la povertà e per la frustrazione che ne sono derivati, è fiorito il terrorismo. Ma non è necessario sprecare l’acqua in questo modo. I cibi migliori possono essere prodotti con soli 300 ml di acqua invece dei 2500 ml dell’agricoltura industriale. Mantere la biodiversità ci permette di selezionare le specie più adatte, che contengono un elevato numero di elementi nutritivi e che riescono a crescere con quantità minime di acqua. Il miglior magazzino per l’acqua è il suolo. Ed un suolo coltivato con metodi biologici è in grado di trattenere 10% in più di acqua rispetto ai metodi convenzionali”.


Vandana Shiva
È considerata la teorica più nota di una nuova scienza: l’ecologia sociale. Nata a Dehradun, nel nord dell’India, ai piedi dell’Himalaya il 5 novembre 1952, Vandana Shiva ha ereditato l’amore per la natura dal padre forestale e dalla madre. Ha studiato nelle università inglesi e americane laureandosi in fisica. Tornata a casa dopo aver terminato gli studi, rimase traumatizzata rivedendo l’Himalaya: aveva lasciato una montagna verde e ricca d’acqua con gente felice, poi era arrivato il cosiddetto “aiuto” della Banca Mondiale con il progetto della costruzione di una grande diga e quella parte dell’Himalaya era diventato un groviglio di strade e di slum, di miseria, di polvere e smog, con gente impoverita non solo materialmente. Decise così di abbandonare la fisica nucleare e di dedicarsi all’ecologia. Nel 1982, ha fondato nella sua città natale un’istituto indipendente, il Centro per la Scienza, Tecnologia e Politica delle Risorse Naturali (Research Foundation for Science, Technology and Ecology) che affronta i più significativi problemi dell’ecologia sociale dei nostri tempi, in stretta collaborazione con le comunità locali e i movimenti sociali. L’incontro con le donne del movimento “Chipko”, che abbracciano i tronchi che i tagliatori stanno per abbattere nelle foreste dell’Himalaya, ha permesso a Vandana Shiva di ampliare la comprensione di nessi tra ecologia e femminismo. Nel 1991 ha fondato Navdania , un movimento nazionale per la protezione ed il mantenimento della integrità delle risorse naturali, specialmente le sementi locali. La dShiva ha dato e continua a dare un contributo fondamentale all’evoluzione verso pratiche agricole più sostenibili. I suoi libri “The Violence of Green Revolution” (La violenza della rivoluzione verde) e and “Monocultures of the Mind” (Monoculture della mente)sono diventati testi fondamentali in materia. Un’aspetto fondamentale del suo lavoro è quello di lavorare a contatto diretto con i coltivatori locali, per demistificare per esempio il GATT (L’accordo internazionale sulle tariffe ed i commerci) ed spiegare la vera natura dei TRIPS (accordi relativi ai diritti di proprietà intellettuale) ed altri accordi in materia di agricoltura. Oggi Vandana Shiva, oltre ad essere impegnata nel campo della ricerca accademica e dell’ attivismo, fa consulenze per il governo indiano ed altri  governi, e per ONG quali l’ “International Forum on Globalisation” (il Forum Internazionale sulla Globalizzazione), il “Women’s Environment and Development Organisation” (l’organizzazione delle donne per l’ambiente e lo sviluppo) ed il “Third World Netwok” (Network per il Terzo Mondo).