«VERONA CITTÁ APERTA»: PER L’ACCOGLIENZA, TOLLERANZA E RISPETTO


È stato presentato mercoledì 17 dicembre 2008 sulla scalinata del municipio del capoluogo scaligero l’appello per «Verona città aperta» lanciato via web e sottoscritto già da centinaia di persone. Un appello nato dal disagio che molti veronesi vivono nel «vedere quotidianamente la nostra città sprofondare sempre più nella chiusura e nella paura e dalla volontà di far rinascere una Verona dell’accoglienza, della tolleranza, della disponibilità, del rispetto». Una iniziativa che chiede, insomma, di poter vivere in una città «normale» senza «incorrere in continui divieti che impediscono anche le più semplici azioni del vivere quotidiano, come fare un gesto di umanità verso mendicanti e barboni, mangiare o bere in luoghi pubblici, sentire e vedere suonatori e artisti di strada» e dove e si dia spazio «alla convivenza, vincendo le paure indotte e resistendo a divieti assurdi e pregiudizi».


L’appello è stato illustrato, tra gli altri, da Renzo Fior, responsabile dela comunità Emmaus di Villafranca, Mao Valpiana del Movimento nonviolento, Giannina Dal Bosco, Giuseppe Malizia e da Giacomo Corticelli: «Siamo un gruppo trasversale, composto da persone di diversa provenienza sociale, professionale, politica, uniti dalla volontà di ragionare concretamente e pubblicamente su come trasformare in agire politico collettivo il disagio che ciascuno di noi sente di fronte a troppe cose che succedono quotidianamente nella nostra città». E l’annuncio: «Oltre all’appello per una città solidale in cui non si tolgano più le panchine dai parchi per impedire ai poveri di sedervisi, faremo tre incontri: con Federica Panizzo, l’avvocato che difese i Sinti dagli attacchi della Lega, con il procuratore Guido Papalia, che farà una lettura delle ordinanze del sindaco Flavio Tosi e con Mao Valpiana che parlerà di disobbedienza civile». Il percorso, aggiungono, si chiuderà con un evento pubblico in cui sarà esposta la mostra fotografica sugli «orrori di una città che ha scordato i valori dell’accoglienza e in cui la “sicurezza” diventa cardine che giustifica ogni misura, trasformando ogni malessere in egoismo sociale».

Per dare maggiore visibilità all´iniziativa e coinvolgere più persone, si è deciso di continuare la raccolta di firme, fino ad ora riservata a contatti personali, ampliandola ad un pubblico più vasto. É stato per questo creato anche un blog:

Sottoscrivere l’appello è semplicissimo: invia la tua adesione all’indirizzo e-mail del Comitato: [email protected]


APPELLO

«VERONA CITTÁ APERTA»

Siamo cittadine e cittadini veronesi.

Vogliamo abitare una città in cui ci sia rispetto innanzitutto per la democrazia e per la vita delle persone, in cui sui temi importanti per la comunità, che riguardano la cosa pubblica, si ascoltino democraticamente i cittadini; in cui la libertà di religione non perda mai di vista la laicità delle istituzioni.

Vogliamo sentirci liberi di vivere, con civiltà e rispetto dei bisogni e dei desideri di tutti, gli spazi della nostra città, senza incorrere in continui divieti che impediscono anche le più semplici azioni del vivere quotidiano (fare un gesto di umanità verso mendicanti e barboni; mangiare o bere in luoghi pubblici; sentire e vedere suonatori e artisti di strada, ecc.).

Vogliamo educarci ed educare le giovani generazioni alla cittadinanza, alla convivenza, alla convivialità e alla nonviolenza. Intendiamo riappropriarci della nostra piena cittadinanza, vincendo le paure indotte e resistendo ai divieti assurdi e ai pregiudizi.

Non ci piace una Verona che perde di vista la vera legalità (diritto alla sicurezza, al lavoro, alla casa) garantendo i forti e criminalizzando i deboli; che multa chi mangia un kebab mentre e nel contempo consente le spericolate azioni dell’alta finanza.

Non ci piace una Verona che fa ancora troppo poco per superare la povertà, la marginalità, lo sfruttamento e la violenza sulle donne e per comporre armonicamente le differenze tra le persone, ma che si accontenta di mettere al bando i poveri, i marginali, le schiave prostituite e i ‘diversi’.

Non ci piace una Verona che negando diritti crea clandestinità, calpesta fondamentali libertà democratiche e si dimentica del dovere di asilo ed ospitalità verso chi magari fugge dalla guerra, dalla persecuzione, dalla fame.

Non ci piace una Verona corporativa, egoista, rozza, escludente, inospitale e ci ribelliamo all’indifferenza e alla mancanza d’indignazione verso i soprusi quotidiani, che possono giungere, come accaduto, fino al pestaggio a morte  di un ragazzo ucciso dalla violenza e dall’odio, alimentati dall’intolleranza senza motivo.

Per questo proponiamo a tutti coloro che si riconoscono in questo appello di sottoscriverlo e di costruire un percorso pubblico da “fare insieme”, per far rinascere una Verona dell’accoglienza, della tolleranza, della disponibilità, del rispetto; vogliamo opporci alla deriva di civiltà, reagiamo contro una città in cui la ‘sicurezza’ diventa il cardine che giustifica ogni misura, trasformando ogni malessere in egoismo sociale.

Vogliamo esprimere in modo visibile a tutta l’opinione pubblica veronese il nostro dissenso verso una città chiusa, discriminante e paurosa e il nostro progetto di una città aperta, giusta e gioiosa.

Prime adesioni: Paolo Andreoli,  Consigliere provinciale; Lia Arrigoni, libraia; Giuseppe Balocco, pensionato; Claudio Bassi, medico chirurgo, docente universitario; Gianni Basso, pensionato; Margherita Basso, pensionata; Giorgio Maria Bellini, poeta; Alessia Berardinelli, impiegata; Fabrizio Bertoli, docente universitario; Giorgio Bragaja, già consigliere comunale e regionale; Lorenzo Bolomini; Fabio Bucher, avvocato; Roberto Buttura, già Assessore regionale alla Sanità; Emilia Butturini, studente; Giuseppe Campagnari, ingegnere; Angelo Campedelli, architetto e assessore comunale; Alice Castellani, artista e giornalista; Maurizio Corticelli, avvocato; Matteo Dal Prà, impiegato e sindacalista; Maria Cristina Danzi, impiegata; Dino Facchini, dirigente; Michela Faccioli, funzionaria terzo settore; Fiorenzo Fasoli, ferroviere, già consigliere comunale; Daria Ferrari, architetta; Paolo Ferrari, consigliere provinciale; Bruno Fini, pensionato; Renzo Fior, comunità di Emmaus; Giorgio Gabanizza, già consigliere comunale, provinciale, regionale; Maria Geneth, ginecologa; Olivia Guaraldo, docente universitaria; Agata La Terza, insegnante;  Roberto Leone, medico universitario; Renzo Magagnotti, maestro; Gian Aldo Mantovanelli, sindacalista; Giorgio Massignan, imprenditore; Valentina Meurisse, insegnante; Riccardo Milano, funzionario terzo settore; Susanna Morgante, medico sanità pubblica; Ettore Nardelli, medico; Federica Panizzo, avvocata; Emanuela Pasetto, avvocata; Miria Pericolosi, pensionata; Graziano Perini, consigliere comunale; Daniela Piccoli; Dino Poli, ingegnere, dirigente scolastico; Clara Rossi, docente; Paolo Rossignoli, editore; Gianbattista Ruffo, operatore culturale; Liliana Sannini, impiegata; Flavio Savoldi, pensionato; Giorgio Scarato, consigliere provinciale; Maria Rita Serantoni; Elio Renato Specchierla; Cristina Stevanoni; Riccardo Trespidi, medico; Mao Valpiana, già Consigliere comunale e regionale; Silvana Valpiana, insegnante; Tiziana Valpiana, già parlamentare; Raffaello Zordan, giornalista; Marisa Pernigo, insegnante in pensione, Michele Stroppa, impiegato, Lucia Convertino, Nadia De Paoli, Fabio Corsi, pedagogista, dottore di ricerca, Martino Braccioforte, operaio metalmeccanico, Alvise Pettoello, Vincenzo Benciolini , Gaetano Biancon, edicolante, Maurizio Bighignoli, Giampiero Conti, Anna Rita Fazzitta, Daniele Sartori, impiegato, Marilena Sartori, infermiera, Elena Mastini, impiegata, Ferrari Eleonora, edicolante, Salvatore Passaro , pensionato, Marco Motta, fisioterapista, Gianni Gatto, Walter Lugobomi, GianFranco Perini , operaio, Filippo Comencini , opertore sociale, Sabrini Cristini , impiegata, Marcello Peres, studente e archeolgo, Filippo Donati, M.Antonietta Bassetto, Giannina Dal Bosco, Mariarosa Guandalini, Alessandro D’ambrosi, consulente servizi per lo spettacolo, Jessica Cugini, giornalista, Simone Facci, grafico, Gianfranco Magalini, avvocato, Luisa Leso, impiegata, Serena Betti, commessa, Alberto Ballestriero, progettista di giardini, Giulio Pecori, medico, Giuliana Magalini, Carlo Corbellari, impiegato amministrativo, Alberto Sperotto, imprenditore, Giorgia Bellotti, Adriano Morelato, perito industriale, Patrizia Vedovello Rossari, insegnante, Vincenzo Tria, tecnico laboratorio analisi cliniche, Federico Carazzolo, impiegato, Mariacristina Filippin, insegnante, Luca Sandrini, ingegnere, Laura Ferrin, Flavio Coato, dottore, Gina Sussa, pensionata, Paolo Righetti, impiegato e sindacalista, Paolo Manfrin, dipendente pubblico, Cristina Antonini, insegnante, Claudia Berton, scrittrice, Giovanna Manganotti, libero professionista, Paolo Ragno, impiegato, Giuseppe Malizia, pensionato, Alessandro Falcone, consulente informatico, Mariolina Riolfi, Marianna Scapini, dottoranda, Davide Capriani, tecnico elettronico, Giampaolo Ventoruzzo, pensionato, Diambra Mariani, Ottavia Dosso, studentessa, Maria Chiara Mirandola, impegata, Lea Tommasi, studentessa, Amaranta De Francisci, pittrice e illustratrice, Michele Bertoldi, studente lavoratore, Enrico De Angelis, giornalista, Lucia Olini, insegnante, Marcello Bondavalli, architetto, Anna Cazzavillan, studentessa, Liliana Verdolin, pensionata, Alberto Falezza, studente, Daniele Bassi, studente, Bruno Soriato, attore, Ilaria Rigoli, studentessa, Flavia De Paoli, Giancarlo Milani, Francesca Rizzotti, insegnante, Anna Marta Castellazzo, dipendendo ospedale pubblico, Bruna Dozzo, psicologa…