[Associazione Villa Buri • 05.05.05] Il nostro Paese sta diventando sempre più plurale dal punto di vista sociale, culturale e religioso. La presenza di persone e comunità di immigrati provenienti da tutto il mondo rende questa diversità sempre più presente nelle nostre vite...

VERONA. È L’ORA DEI «CANTIERI IN DIALOGO»

Il nostro Paese sta diventando sempre più plurale dal punto di vista sociale, culturale e religioso. La presenza di persone e comunità di immigrati provenienti da tutto il mondo rende questa diversità sempre più presente nelle nostre vite.

In particolare, negli ultimi anni, nel nostro Paese è emersa con sempre maggiore visibilità la presenza musulmana, che costituisce ormai una presenza significativa e non trascurabile, per questioni numeriche e culturali, per la percezione di cui è oggetto e per le reazioni che induce.

Dopo le prime stagioni dell’immigrazione, in cui ha prevalso l’accoglienza da un lato e l’interesse ad integrarsi dall’altro, ora ci troviamo in una situazione diversa: da un lato e dall’altro si mostrano spinte volte alla chiusura, all’isolamento, nei casi peggiori alla demonizzazione di quello che spesso viene descritto come l’avversario, il nemico. L’attualità internazionale, il terrorismo diffuso e i conflitti in atto in varie aree del mondo contribuiscono ulteriormente al diffondersi di timori, chiusure e irrazionalismi, e inducono a ragionare per schieramenti contrapposti, anziché soffermarsi sui contenuti e sui fatti.

Nonostante ciò, sono evidenti solidi processi di conoscenza reciproca e di collaborazione sul campo. Ciò accade in particolare a livello quotidiano, nel mondo della scuola, del lavoro, sul territorio in genere.

Allo stesso tempo, mai come oggi, nell’uno e nell’altro campo, è sembrato difficile il dialogo interno alle rispettive comunità religiose, ma anche all’interno del mondo laico: tra coloro che il dialogo rifiutano o comunque temono e coloro che lo accettano e lo accolgono come una sfida in positivo alla propria coscienza sociale e civile, e alla propria fede.

È tempo che gli uomini e le donne di buona volontà che si attivano in favore dell’incontro e dell’accoglienza reciproca si riuniscano, si incontrino, si scambino le proprie idee, le proprie esperienze, le proprie difficoltà.

Lanciamo dunque la proposta di incontrarci nei “Cantieri del dialogo cristiano-musulmano in Italia”. Una

iniziativa che serva da contenitore e nello stesso tempo da occasione di visibilità e di incontro delle molte esperienze di dialogo che, sul territorio, contrastano nei fatti il clima da “scontro di civiltà” che troppo spesso traspare dai giornali e nel dibattito politico, un clima che è esso stesso una proposta di società e di cultura che respingiamo.

Un incontro di tutte le realtà che vorranno essere presenti, a livello nazionale e locale, su un piano di pari dignità, creando così una occasione di scambio aperta a chiunque si riconosca in questo spirito.

Cantieri: questo riferimento indica che ci si vuole porre in spirito costruttivo, partendo non da zero, ma dai mattoni delle molte esperienze già esistenti, per costruire un evento, ma anche una proposta, e se possibile uno stile, una metodologia dell’incontro. Sapendo che si tratta di un percorso da costruire, non predefinito e predeterminato, tanto meno scontato.

Dialogo: parola impegnativa, usata spesso a sproposito, forse per molti prematura, ricca di implicazioni, anche problematica. Ma che comunque indica che ci poniamo in una dimensione e in una situazione  di incontro, di confronto, di condivisione e di colloquio, che vuol dire innanzitutto riconoscimento dell’altro, rifiutando ogni tentativo di demonizzazione a priori dell’identità altrui, oggi così diffuso.

Cristiano-musulmano: non per privilegiare alcuni soggetti a detrimento di altri. Ma in quanto siamo consapevoli che, su questa relazione, oggi si sta giocando la partita decisiva, tra i fautori dello scontro e quelli dell’incontro o almeno della convivenza civile. Né, parlando di identità religiose, si vuole escludere lo spazio laico delle istituzioni e della società civile che, per noi, non è ‘altro’ rispetto alle religioni, né tanto meno ‘il contrario’ delle religioni, ma è invece spazio comune, di tutti.

Di fronte ai credenti di altre religioni, due modalità di essere credenti, ma anche due modi di intendere la cittadinanza, si pongono in discussione e, spesso, in contrasto: quello dell’apertura e quello della chiusura; quello dell’inclusione e quello dell’esclusione; quello del dialogo e quello del conflitto. Sappiamo che, in mezzo tra l’uno e l’altro estremo, vi sono molti modi d’essere e diverse possibilità di azione.

È tempo che coloro che operano in questo ambito e si pongono questi problemi si incontrino tra loro, condividano le proprie esperienze, si mostrino capaci di inserirsi nel dibattito che si è aperto nella nostra società e di incidere in esso.

È questo, crediamo, il solo modo di sconfiggere, innanzitutto in noi stessi, una cultura del sospetto, del conflitto e del reciproco isolamento, che non può che risultare una sconfitta per tutti: per la società e per le religioni, per le maggioranze come per le minoranze.

L’incontro avverrà il 14-15 Maggio 2005 a Verona, presso Villa Buri, sede dell’omonima associazione, che dell’iniziativa si è fatta ospite e promotore.

Leggi l’Appello Nazionale ai Cantieri del dialogo
 
Per informazioni: Associazione Villa Buri Onlus