VICENZA. AL VIA IL PROGETTO DI E-LEARNING IN BURUNDI

Grazie all’impegno di un gruppo di vicentini si è aperta una nuova importante fase per lo sviluppo tecnologico in Africa. L’attività del WITAR – l’Associazione Istituto Tenico Alessandro Rossi nel Mondo, che raggruppa alcuni ex allievi e insegnanti della scuola impegnati a sostenere la crescita della cultura tecnica nei paesi in via di sviluppo – ha permesso infatti di fare del Liceo Tecnico “Alessando Rossi” di Ngozi nel Burundi, la prima scuola pubblica del paese a poter utilizzare un collegamento internet a banda larga: un significativo passo avanti per superare il digital divide, ossia quella sorta di “apartheid tecnologica” che divide la popolazione mondiale, fra detentori/fruitori del sapere tecnologico-globalizzato e nuovi analfabeti.  

L’inaugurazione del collegamento satellitare fra le due scuole è avvenuta lunedì 16 maggio 2005 nell’Aula Magna dell’Itis “A. Rossi” di Vicenza alla presenza della autorità, dei sostenitori del progetto, degli insegnanti e degli studenti, in videoconferenza con l’istituto burundese. 
 
Il Burundi è non solo uno degli primi paesi al mondo in quanto a povertà (secondo il Rapporto sullo Sviluppo Umano delle Nazioni Unite nel 2002 la mortalità infantile era di 71,5 ogni mille nati e il 45 per cento dei bambini è sottopeso, l’aspettativa di vita alla nascita è di meno di 41 anni, quasi un quarto della popolazione non ha accesso all’acqua potabile, il 58 per cento della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno e il reddito medio pro capite è di 630 dollari all’anno, fatto questo che colloca il Burundi al 173esimo posto fra le 177 nazioni del mondo), ma anche in fatto di mancanza di diffusione delle nuove tecnologie: utilizza internet, infatti, solo 1 abitante ogni mille, contro i 352 dell’Italia. Facilitare l’accesso alle nuove tecnologie e aprire la scuola burundese al confronto con quella europea risulta quindi essere una sfida particolarmente impegnativa e importante soprattutto per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni.
 
Una chance resa ora possibile grazie all’antenna satellitare bidirezionale D-Star e alla relativa apparecchiatura di controllo donata durante la scorsa edizione di SAT Expo, in Fiera a Vicenza, dall’ingegner Giuliano Berretta, Presidente di Eutelsat a Federico Faggin, presidente di WITAR.

L’apparecchiatura è stata dapprima messa a punto all’Istituto Rossi di Vicenza e quindi inviata in Burundi, dove Paolo Brunello, volontario del WITAR a Ngozi, l’ha messa in funzione a tempo di record,  puntandola sul satellite Eutelsat W3A, e permettendo pochi giorni fa il primo entusiasmante collegamento satellitare con l’Italia.

E’ diventato così operativo l’innovativo progetto di insegnamento a distanza a lungo studiato dal WITAR. Rispetto ad una normale connessione ad internet, quella a banda larga via satellite risulta essere particolarmente vantaggiosa sia da un punto di vista economico – le normali connessioni telefoniche sono particolarmente costose – che da quello tecnico – permette infatti applicazioni veloci e complesse, come la videoconferenza, impossibili con una normale linea analogica, peraltro ancora assente presso il Liceo Tecnico di Ngozi.
 
Il collegamento satellitare permetterà insomma di avviare in favore degli insegnanti – la maggioranza dei quali non sapeva utilizzare un personal computer fino a pochi mesi fa, quando il WITAR ha organizzato apposite lezioni – corsi on line disponibili su internet e lezioni in video realizzate dai professori dell’istituto tecnico di Vicenza.
 
Tale successo è il frutto dell’impegno di quasi due anni del WITAR in Burundi, un lavoro che ha appunto l’obiettivo di sostenere lo sviluppo dell’istruzione tecnica nel paese africano, “esportando” un modello scolastico, quello dell’Istituto Tecnico Industriale vicentino “Alessandro Rossi”, che grazie ad una riuscita combinazione di teoria e pratica ha formato generazioni di tecnici ed imprenditori veneti.  
 
“L’obiettivo – spiega il vicepresidente del WITAR Pietro Fox – è creare un centre of competence, un polo di competenze che potrà far germogliare altre iniziative similari nell’area: oltre ad integrare le conoscenze degli insegnanti locali, potrà servire alla creazione di un team tecnico in questa parte del mondo, in gradi di professionalizzarsi su questo tipo di tecnologie, a favore ad esempio della formazione medica e della telemedicina.

A tal proposito l’Università di Verona, gemellata con la facoltà di Medicina dell’Univesità di Ngozi, ha già chiesto di utilizzare il collegamento del Liceo Tecnico. Il Progetto Burundi quindi, grazie al sostegno di molte istituzioni e aziende del Veneto, si rivela una promettente occasione di riscatto per una popolazione troppo spesso dimenticata”.
 
E proprio a testimonianza di tale generosità nel corso della videoconferenza di stamane il vicepresidente della Fondazione Cariverona, Alberto Broglio, ha donato al vicepresendente WITAR, Pietro Fox, una targa che verrà portata a Ngozi e affissa nei locali della scuola a ricordo del sostegno economico che la Fondazione ha offerto al progetto, permettendo l’ampliamento della scuola e la realizzazione di sei nuovi laboratori.
 
Mariagrazia Bonollo