[Don Giovanni Sandonà • 31.01.04] La Caritas Diocesana Vicentina esprime viva riconoscenza alla Questura di Vicenza (in particolar modo al dottor Calì, capo della Squadra Mobile, e al dottor Quozzo, capo dell’Ufficio Stranieri) per l’operazione riportata dai media locali, relativa alla liberazione di Cristina, ragazza di 22 anni costretta alla prostituzione...

VICENZA. PLAUSO DELLA CARITAS PER LA LIBERAZIONE DI CRISTINA

La Caritas Diocesana Vicentina esprime viva riconoscenza alla Questura di Vicenza (in particolar modo al dottor Calì, capo della Squadra Mobile, e al dottor Quozzo, capo dell’Ufficio Stranieri) per l’operazione riportata dai media locali, relativa alla liberazione di Cristina, ragazza di 22 anni costretta alla prostituzione. Soprattutto, esprime vicinanza ed affetto a Cristina stessa e al suo coraggioso ragazzo, che già dall’inizio dello scorso dicembre hanno avuto fiducia nella Caritas e che, attraverso lo Sportello Donna e l’Associazione Diakonia Onlus della Caritas, sono stati aiutati nel percorso “riaccendere la speranza”, fino a formalizzare la loro volontà di riscatto con le Istituzioni di Polizia e con quelle giudiziarie, come previsto dalla legge. Detto percorso, peraltro, è stato reso possibile dal “Progetto Donna” elaborato dalla Caritas con l’Associazione Papa Giovanni XXIII a partire dalla legge regionale 41 che vede la Provincia di Vicenza assumerne la titolarità di fronte alla Regione Veneto la quale, in parte, lo ha sostenuto e lo sostiene con i finanziamenti previsti. Come Caritas Vicentina sentiamo anche l’urgenza di ribadire l’appello, a chiunque lo potesse fare, di farsi promotore di liberazione a favore di tante, troppe, persone schiavizzate: trovate il coraggio di riaccendere la speranza aiutando vite umane, venite in Caritas (come ha fatto il ragazzo di Cristina) o rivolgetevi alla Questura.
Nello stesso tempo ribadiamo il più netto disgusto e la più ferma condanna verso tutte quelle forme di omertà e di complicità passiva che vedono in tanti “clienti” i soggetti che incrementano il mercato di vite umane, anche se sempre più standardizzato da una patinata ipocrisia di circostanza.
In altre parole, se è vero che i nostri marciapiedi sono adesso più “puliti” è ancor più vero, come da noi più volte denunciato e come anche la vicenda di Cristina dimostra, che molti locali notturni (farisaicamente pubblicizzati) e ancor più molti appartamenti di proprietà “nostrana”, si ingrassano grazie a quel falso perbenismo che ha voluto rendere invisibile l’enorme e criminale mercato di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale. Il cui riscatto, da una vita fatta solo di abusi, si fa sempre più difficile.
 
Il direttore della Caritas Diocesana Vicentina
Don Giovanni Sandonà