[di Peppe Sini; Enrico Peyretti; Giuliano Pontara; Peacelink; Antonio Bruno • 2001] Il dolore, che tutti ci accomuna. Il dolore lacerante e inestinguibile ogni volta che un essere umano perde la vita. E la facolta' di pensare, che tutti ci accomuna. La facolta' di unirci, l'umanita' intera, contro il male e la morte. Che vi siano al mondo esseri umani resi cosi' disperati e alienati da essere disposti a uccidere ed essere uccisi: questa e' la logica che presiede a tutti gli eserciti e a tutti i terrorismi, a tutte le guerre e a tutte le stragi. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'...

11 SETTEMBRE 2001: DICHIARAZIONI/3

RIFLESSIONE/1. PEPPE SINI (Centro di ricerca per la pace): SOLO LA NONVIOLENZA PUO’ SALVARE L’UMANITA’ – Il dolore, che tutti ci accomuna. Il dolore lacerante e inestinguibile ogni volta che un essere umano perde la vita. E la facolta’ di pensare, che tutti ci accomuna. La facolta’ di unirci, l’umanita’ intera, contro il male e la morte. Che vi siano al mondo esseri umani resi cosi’ disperati e alienati da essere disposti a uccidere ed essere uccisi: questa e’ la logica che presiede a tutti gli eserciti e a tutti i terrorismi, a tutte le guerre e a tutte le stragi. Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’. RIFLESSIONE / 2. LA REDAZIONE DEL MENSILE “IL FOGLIO”: SVILUPPARE LA CULTURA DI PACE – [Il mensile “Il foglio” di Torino e’ da decenni una delle piu’ rilevanti esperienze della cultura della pace in Italia. Ringraziamo Enrico Peyretti per averci messo a disposizione questo testo] Proprio chi, come noi, in nome dei diritti umani, della giustizia e della nonviolenza positiva, ha condannato in questi anni la politica mondiale degli Stati Uniti, oggi condanna totalmente e senza alcuna riserva le enormi stragi terroristiche contro le citta’ e il popolo statunitense, al quale esprimiamo la nostra calda umana solidarieta’. La violenza diretta che, col pretesto di attaccare un dominio politico ed economico, compie stragi di esseri umani, e’ criminale, e’ priva di ogni possibile giustificabilita’, non e’ alternativa ma omogenea e funzionale alla violenza strutturale del dominio. Il terrorismo omicida e disperato puo’ essere indebolito e vinto praticando una politica che tolga le cause da cui esso trae motivo o pretesto per simili ingiustissimi atti, e sviluppando la cultura di pace, di nonviolenza, di eguaglianza di diritti e di giustizia economica tra i popoli. RIFLESSIONE / 3. GIULIANO PONTARA: GUARDIAMO ALL’ESEMPIO DI GANDHI – [Questo intervento di Giuliano Pontara e’ apparso nel sito di Unimondo, e ci e’ stato trasmesso da Pasquale Pugliese. Giuliano Pontara, nato a Cles (Trento) nel 1932, vive e lavora in Svezia dal 1953, docente di filosofia all’Universita’ di Stoccolma e alla IUPIP di Rovereto, e’ impegnato nella peace research e nei movimenti nonviolenti; e’ uno dei piu’ importanti studiosi di filosofia morale viventi] Questo agli Stati Uniti d’America e’ un attacco al cuore dell’impero: o per lo meno cosi’ sara’ visto dalla maggior parte della classe politica mondiale. Anche la difesa piu’ forte della storia umana, dimostra la sua vulnerabilita’. E’ la dimostrazione che non e’ possibile difendere un paese armandosi fino ai denti e che e’ inutile promuovere costosissimi progetti di scudi stellari perche’ cosi’ si entra nel vicolo sempre piu’ chiuso della violenza. Ci sara’ un’ondata di odio e desiderio di repressione enorme. I movimenti nonviolenti devono cercare di fare quello che hanno sempre fatto. Questo continuo processo di escalation della violenza – la violenza della globalizzazione sostenuta anche militarmente dalle grandi potenze – porta inevitabilmente alla globalizzazione della violenza, alimenta il terrorismo internazionale (di stato o meno) che colpisce sempre piu’ la popolazione civile. Da studioso, non posso che esprimere preoccupazione di fronte ad uno scenario che potrebbe assumere i connotati di una terza guerra mondiale di dimensioni terribili. Mai come ora si ripropone urgentissimo il bisogno di ricorrere agli strumenti della nonviolenza senza lasciarsi prendere dal desiderio di vendette. Lo ribadisco: non ci sono altre misure contro i rischi di un’escalation se non l’intensificarsi di processi di distensione, e mi riferisco anche a tutti i conflitti locali e a bassa intensita’, come quello arabo-israeliano e le molte guerre che devastano l’Africa. I movimenti, le ong, le associazioni devono continuare a fare quello che hanno fatto e stanno facendo, fermi nella loro linea di nonviolenza: guardiamo all’esempio di Gandhi nei momenti di massima tensione in India. RIFLESSIONE / 4. PEACELINK: IL NOSTRO DOLORE – [Questo intervento e’ apparso come editoriale nel sito di Peacelink] Le stragi che hanno colpito il popolo americano sono qualcosa di orribile e insensato. Condanniamo ogni atto di violenza e di morte. Ci auguriamo che a questo sangue innocente non se ne aggiunga altro, e che per questioni di orgoglio nazionale non si cerchi un facile capro espiatorio da consumare sull’altare mediatico. Quanto e’ accaduto va condannato con tutta la fermezza possibile ma non puo’ in ogni caso costuire la premessa per dare mano libera ai professionisti della vendetta. RIFLESSIONE / 5. ANTONIO BRUNO: LA VIOLENZA PUO’ ESSERE COMBATTUTA ESCLUSIVAMENTE CON LA NONVIOLENZA – [Antonio Bruno, vicepresidente del consiglio comunale di Genova, e’ impegnato da sempre nei movimenti pacifisti e nonviolenti] La terribile sequenza di attentati che hanno causato migliaia di morti negli Stati Uniti interpella tutta l’umanita’ e, in particolare, il movimento pacifista che e’ impegnato nella costruzione di un mondo diverso da quello capitalista neoliberista. Non e’ sufficiente la condanna netta della violenza, ovunque venga fatta. La violenza puo’ essere combattuta esclusivamente con la nonviolenza. Bisogna togliere l’acqua in cui i terroristi prosperano, aumentando la democrazia, dando dignita’ a tutti i popoli. La spirale violenza-repressione non puo’ che portare ad ulteriori lutti e non risolvera’ mai alla radice i problemi che stanno alla base di tanta distruzione e di tanti lutti. RIFLESSIONE / 6: FLAVIO LOTTI, NICOLA GIANDOMENICO: PER LA PACE E LA RICONCILIAZIONE TRA TUTTI I POPOLI – [Flavio Lotti e padre Nicola Giandomenico sono coordinatori della Tavola della Pace, il network pacifista che promuove la marcia Perugia-Assisi] Di fronte alla tragedia che ieri ha colpito gli Stati Uniti, vogliamo esprimere al popolo americano e alle famiglie di tutte le vittime un forte sentimento di solidarieta’. Con loro condividiamo un profondo dolore, l’angoscia e il senso di smarrimento che sta scuotendo le nostre vite e il mondo intero. Nessuna giustificazione puo’ coprire un simile atto di terrorismo condotto contro decine di migliaia di persone innocenti. La condanna deve essere ferma, netta e unanime, cosi’ come deve essere la reazione di tutte le donne e gli uomini amanti della pace. Questi terribili attentati terroristici devono farci riflettere. I loro effetti si sono gia’ propagati in tutto il mondo e sono destinati a durare a lungo. Facciamo appello al senso di responsabilita’ di tutti i capi di Stato e di Governo: non possiamo lasciarci travolgere da una inondazione di odio, sangue e terrore. Dobbiamo evitare di restare intrappolati in un vortice sanguinoso di violenza, guerre e terrorismo su scala mondiale. Non solo l’America, ma il mondo intero sta diventando piu’ insicuro. Questo e’ il momento in cui tutti i popoli e gli Stati della Terra si devono unire per mettere un freno al disordine internazionale che minaccia tutti e per costruire un nuovo ordine mondiale fondato sul rispetto della vita e sul ripudio della violenza, della guerra e del terrorismo. Per rendere il mondo piu’ sicuro e’ necessario promuovere piu’ cooperazione internazionale a tutti i livelli e in tutti i campi. Nessuno puo’ piu’ pensare di isolarsi. La pace e la sicurezza sono beni comuni globali indivisibili. Dobbiamo costruire pace e sicurezza per tutti. O non ci sara’ per nessuno. All’assunzione di responsabilita’ di molte organizzazioni della societa’ civile deve corrispondere un nuovo e diverso impegno degli Stati. Nessuno puo’ farcela da solo. Abbiamo bisogno di rafforzare subito le Nazioni Unite (unica “casa comune” di tutti i popoli del mondo) e tutte le istituzioni internazionali democratiche dove occorre costruire le risposte alla disperata domanda di sicurezza, di pace e di giustizia che sale da ogni angolo del pianeta. Popoli e governi, societa’ civile e istituzioni debbono unirsi nell’indispensabile tentativo di mettere fine a tutti i conflitti e alle grandi violazioni dei diritti umani che continuano ad insanguinare il mondo. Abbiamo bisogno di costruire nuovi ponti e non nuovi muri. Abbiamo bisogno di combattere l’egoismo, il cinismo, l’indifferenza, tutte le forme di razzismo ed esclusione economica e sociale che alimentano la disperazione. Abbiamo bisogno di donne e uomini che riscoprano il senso vero e il primato della politica e si mettano al servizio del bene comune globale. Il nostro e’ un appello alla calma, al senso di responsabilita’ e all’impegno per la pace. Il futuro e’ nelle nostre mani. E’ con questo spirito e questa consapevolezza che il prossimo 14 ottobre marceremo in tanti da Perugia ad Assisi contro ogni forma di violenza e terrorismo, per la pace e la riconciliazione tra tutti i popoli.