[di Antonio Ingroia • 23.05.02] Sono tanti i ricordi che mi legano a Giovanni Falcone, risalgono tutti all’inizio della mia carriera. Infatti, ho avuto modo di conoscerlo personalmente proprio nel periodo della mia formazione professionale, di tirocinio, quando venni affidato a lui. Mi è rimasta impressa l’emozione del giorno in cui lo conobbi, perché per un giovanissimo magistrato iniziare la formazione professionale proprio con Giovanni Falcone, era il massimo...

1992-2002 STRAGE DI CAPACI/2 – ANTONIO INGROIA RICORDA GIOVANNI FALCONE

Sono tanti i ricordi che mi legano a Giovanni Falcone, risalgono tutti all’inizio della mia carriera. Infatti, ho avuto modo di conoscerlo personalmente proprio nel periodo della mia formazione professionale, di tirocinio, quando venni affidato a lui. Mi è rimasta impressa l’emozione del giorno in cui lo conobbi, perché per un giovanissimo magistrato iniziare la formazione professionale proprio con Giovanni Falcone, era il massimo. Mi colpì molto quando Falcone mi chiese se mi sarebbe piaciuto, un giorno, occuparmi di indagini di mafia e questo, detto ad un magistrato alle prime armi da un magistrato importante e famoso come Giovanni Falcone, fu quasi un segno del destino. Ricordo, naturalmente, il suo modo di condurre le indagini e di interrogare gli indagati, cui io assistevo cercando di assorbire tutta la sua sapienza. Aveva un modo molto particolare e molto corretto ed una capacità mimica, anche nelle pause, tutta siciliana, per riuscire a sfruttare al massimo l’atto istruttorio ed acquisire elementi importanti. Era un lavoratore infaticabile: conobbi casualmente Francesca Morvillo un giorno che venne in ufficio a trovare Giovanni mentre stavamo lavorando e gli portò il pranzo costituito solo da uno yogurt con il quale lui avrebbe continuato a lavorare per tutta la giornata. Io, naturalmente, a fine mattinata staccavo. Molti anni dopo, circa una settimana prima della strage di Capaci, insieme a vari colleghi della Procura e amici – tra i quali, naturalmente, Borsellino e Ayala –, facemmo un pranzo per festeggiare quello che fu il suo ultimo compleanno e ciò che mi colpì molto fu di scoprire il suo gusto per la battuta, la sua ironia. Falcone, a seconda dei momenti, sapeva anche essere molto affabile e disponibile.Mi manca quel punto di riferimento costante, che Giovanni era, cui guardare nei momenti di difficoltà, poiché credo che una delle lezioni più preziose che ci ha lasciato è quella di non cedere mai alla tentazione di mollare, anche nei momenti più difficili, e Falcone ne passò tanti. Mi manca, inoltre, quella sua capacità di trovare sempre la forza per proseguire e di rinnovare le strategie in relazione al mutamento delle situazioni e delle condizioni esterne.


Antonio Ingroia è Sostituto Procuratore di Palermo