[«ARENA GOLFO», 27 GENNAIO 1991] DON TONINO BELLO: «LE RAGIONI DELLA SPERANZA»

Il 27 gennaio 1991, per iniziativa del movimento Beati i Costruttori di Pace, si svolge nell’Arena di Verona una manifestazione straordinaria contro la guerra del Golfo. Affiancando il movimento per la pace che in quei giorni attua con successo un’iniziativa di diplomazia popolare, inviando una delegazione a Bagdad per trattare direttamente col governo iracheno la liberazione degli ostaggi italiani, l’incontro in Arena di Verona riunisce diecimila persone. Grande è la partecipazione del mondo cattolico di base, che raccoglie l’invito di papa Giovanni Paolo II: «Mai più la guerra, avventura senza ritorno».
Fra i messaggi che giungono in Arena, viene letto e riproposto qui di seguito quello di don Tonino Bello.

 

LE RAGIONI DELLA SPERANZA
Messaggio di Mons. Tonino Bello, Vescovo di Molfetta e Presidente nazionale di Pax Christi

«Un saluto cordiale giunga a tutti voi, che vi siete ancora una volta radunati nell’Arena di Verona per dire coraggiosamente il vostro “No alla guerra”.
Un “No” risoluto, senza cedimenti, senza interpretazioni riduttive. Il “No” che si pronuncia davanti alle follie più criminali e sotto l’incalzare delle tragedie più torbide della storia.
Se, non volendolo sprecare, il vostro “No” lo tratterrete in gola per una occasione più tenebrosa di questa, state certi che non esploderà più: perché non c’è peccato più sacrilego della guerra. Di questa guerra.

In solitudine eroica non disturbata da applausi cortigiani, lo ha ripetuto tante volte il Papa in questi giorni dell’amarezza. Ebbene, la sua voce, inascoltata dai potenti ma raccolta dalla folla sterminata dei poveri, venga oggi amplificata da voi: “La guerra è avventura senza ritorno… E declino dell’umanità… Non può essere un mezzo adeguato per risolvere i problemi esistenti tra le nazioni. Non lo è mai stato e non lo sarà mai!”
Coraggio, amici! Non lasciatevi cadere le braccia. Lo scatenarsi della sufficienza dei dotti non può smontare le faticose costruzioni di pace che in questi anni avete saldamente costruito.

Il vostro “No” alla guerra parte da lontano. Non siete gli improvvisatori ingenui che i tanti sapienti di oggi vanno riscoprendo. Non siete i convertiti dell’ultima ora. Le vostre aspirazioni di pace non sono sospiri di sognatori sprovveduti, ma si nutrono di un incontenibile bisogno di giustizia antico quanto le montagne. E si nutrono di un grande amore per la patria e di un religioso rispetto delle leggi, sulla cui autenticità nessuno ha il diritto di dubitare.

Questa Arena è testimone di come hanno vibrato le vostre voci nella riflessione sui temi forti della miseria dei tanti Sud della terra, della iniquità del profitto a danno dei poveri del mondo, della violenza esercitata sui popoli di ogni continente, della nuova solidarietà planetaria, della salvaguardia del creato, della dignità di ogni uomo la cui vita è indisponibile perché, come dice San Paolo, è stata riscattata a caro prezzo da Gesù Cristo.

Non tiratevi indietro rispetto alle tante scelte fino a ora perseguite. Vivete la preghiera, in spirito ecumenico e con costante riferimento all’attualità, organizzando veglie periodiche e digiuni, richiedendo la vigilanza orante di comunità contemplative, promuovendo marce e pellegrinaggi di pace verso luoghi di decisione politica o evocanti la guerra.
Riflettete con coraggio sulle varie obiezioni di coscienza, per poterle lucidamente predicare. Le obiezioni non sono disprezzo per lo Stato e le sue istituzioni, ma espressione di un amore più grande e di servizio fattivo per l’uomo.
E anche nella tristezza dell’ora presente, a coloro che vi interrogano, sia pure per irriderla, possiate dare ragione della speranza che è in voi.
Un grande augurio di pace».