[GRILLOnews • 02.04.04] Invitiamo tutti i lettori a sottoscrivere la Campagna "VIVA NAIROBI! VIVA!" per il diritto alla casa e contro le demolizioni e gli sgomberi nelle baraccopoli di Nairobi (Kenya), iniziativa promossa da G.I.M. - Missionari Comboniani, INTERNATIONAL ALLIANCE OF INHABITANTS e UNIMONDO...

APPELLO PER IL DIRITTO ALLA CASA E CONTRO LE DEMOLIZIONI E GLI SGOMBERI A NAIROBI

Invitiamo tutti i lettori a sottoscrivere la Campagna “VIVA NAIROBI! VIVA!” per il diritto alla casa e contro le demolizioni e gli sgomberi nelle baraccopoli di Nairobi (Kenya), iniziativa promossa da G.I.M. – Missionari Comboniani  – www.giovaniemissione.it , INTERNATIONAL ALLIANCE OF INHABITANTS – www.habitants.org e UNIMONDO –  www.unimondo.org
 
Il 55 per cento della popolazione di Nairobi vive in baraccopoli che  ricoprono solamente il 5,5 per cento del territorio della città e sono considerate tra le peggiori in tutta l’africa. Qui i servizi sono praticamente inesistenti e consistono in strade sterrate, rudimentali fogne,  punti comuni  d’acqua e buche per latrine condivise da circa 60 persone. Korogocho è una di queste baraccopoli. La sua situazione può aiutare a capire la condizione di tutti gli altri slum.
 
L’ESEMPIO DI KOROGOCHO

Korogocho è un’area lunga 1 chilometro e larga 1 chilometro e mezzo. In quest’area vivono circa 150mila persone “sardinizzate” in circa 11.150 baracche fatte di fango e lamiere arrugginite, tutte di carattere temporaneo e non conformi agli standard di abitabilità minimi. Ogni casa ha 5-6 stanze in ognuna delle quali vive una famiglia; un lenzuolo divide la zona giorno dalla zona notte, il pavimento è fatto di terra, oppure, nei casi migliori, di cemento. Ogni residente dispone per le sue esigenze abitative e di movimento di uno spazio di 20-25 metri quadrati. Lo stato ha portato l’illuminazione elettrica in alcune strade, ma in genere non funziona. Quel poco di servizi che esiste è frutto di attività finanziate e gestite da ONG, da missionari o dagli abitanti stessi.

Ma il problema principale dello slum è la violenza. Fin qui tutto “normale”, è una baraccopoli, ma Korogocho presenta almeno tre peculiarità: il terreno su cui è localizzata è di proprietà del governo (situazione particolare, perché in genere una delle prime rivendicazioni degli abitanti delle bidonville è proprio la terra); inoltre in genere la gente degli slum è proprietaria della baracca in cui vive, mentre recenti studi attestano che a Korogocho oltre il 65% dei residenti paga l’affitto, il 70% non ha terra nelle zone di origine e il 40% dei proprietari delle case non vive a Korogocho. Ma è una condizione comune a tutte le baraccopoli di Nairobi, infatti su 4 milioni di abitanti, oltre 2 milioni (55%) sono costretti a vivere nell’1,5% della terra totale della capitale.

Questo 1,5% del territorio cittadino, dove sono stabilizzate oltre 2 milioni di persone, non appartiene ai baraccati ma al governo, il quale può venire quando vuole a sbaraccare, con un preavviso di 48 ore, per poi spianare tutto.

Infine ogni forma di organizzazione sociale di base è proibita ed è vietato cercare di risolvere i problemi comuni.
Korogocho è, dunque, un luogo di ricchezza concentrata nelle mani di pochi proprietari (structures owners) che vivono fuori dalla baraccopoli e passano solo a ritirare gli affitti, ed è il risultato di una perdita: della terra, della casa, del villaggio ossia degli attributi dell’identità, della relazione e della memoria legati ad un luogo.

 
!VIVA NAIROBI VIVA!
 
APPELLO PER IL DIRITTO ALLA CASA
CONTRO LE DEMOLIZIONI E GLI SGOMBERI A NAIROBI
 
Denunciamo all’opinione pubblica internazionale che il governo del Kenya ha deciso senza congruo preavviso, ed entro pochi giorni, la demolizione di decine di migliaia di strutture (baracche, scuole, chiese, centri comunitari, cliniche, mercatini, ecc.) che provocheranno lo sgombero forzato di oltre 354.000 persone da Kibera, Korogocho, Kahawa Soweto, Kamae, Kware, Kamwanya, Kanguku, Kandutu, City Cotton, Mutumba, Kareru, Kirigu, Muria-Mbogo, Mutego, Njiku e altri, tra i più popolati dei 168 slums di Nairobi. Altri sgomberi sono previsti in tutto il paese.
 
Le demolizioni, già cominciate, riguardano: più di 20.120 costruzioni, abitate da più di 108.000 persone, vicino alla ferrovia; più di 16.800 costruzioni, abitate da più di 170.000 persone, per realizzare una tangenziale; più di 4.500 costruzioni, abitate da più di 76.100 persone vicino alla linea elettrica.
 
Denunciamo che il governo del Kenya non ha finora offerto nessuna alternativa né compensazione a queste persone, i più poveri della città, che vivono precariamente di lavori informali e piccolo commercio.
 
Ricordiamo che così facendo il governo del Kenya viola pesantemente le obbligazioni legali della Convenzione Internazionale sui Diritti Economici Sociali e Culturali (artt. 2, 7, 11, 12, 13 e 15) firmata dal Kenya il 3/1/76, nonché l’Agenda Habitat e l’Agenda 21, che prevedono l’obbligo di trovare soluzioni alternative quando gli sgomberi sono inevitabili.
 
Per questi motivi facciamo nostri gli appelli alla solidarietà internazionale lanciati dall’Urban Parish Network in the Informal Settlements, dall’International Alliance of Inhabitants, dal COHRE e da altri per ridare una speranza ai più poveri tra i poveri.
 
Invia anche tu il tuo messaggio adesso per chiedere con forza!
 
1. Al Governo del Kenya e al Sindaco di Nairobi di: Rispettare gli obblighi stabiliti dalla Convenzione Internazionale sui Diritti Economici Sociali e Culturali; Bloccare immediatamente tutte le demolizioni e gli sgomberi forzati; Aprire subito un confronto serio con le comunità interessate per trovare soluzioni accettabili: limitare al massimo gli sgomberi, concordare eventuali rilocazioni abitative, indennizzare adeguatamente gli sgomberati; Sviluppare una nuova politica abitativa ed urbana pubblica che parta dal rispetto del diritto alla casa di tutte le persone (sicurezza abitativa, pianificazione, recupero urbanistico, sanificazione); Costituire un comitato indipendente di coordinamento per l’attuazione pacifica ed ordinata dei trasferimenti; Designare un comitato consultivo interministeriale per coordinare i programmi di demolizione e sgombero; Fornire assistenza immediata e compensazione a quelle persone che già sono state sgomberate.
 
2. Alla Commissione Europea, ai Governi e alla Banca Europea degli Investimenti di bloccare qualsiasi finanziamento destinato al Kenya per realizzare le infrastrutture se non sono rispettate le condizioni di cui sopra causando le demolizioni e gli sgomberi forzati.
 
3. A UN-Habitat di intervenire immediatamente per invitare il governo del Kenya ad accettare le proposte di confronto per trovare soluzioni rispettose del diritto alla casa di tutte le persone.

Per conoscere la campagna:
www.giovaniemissione.it/mondo/campagnanosfrattohome.htm

Per aderire:
www.giovaniemissione.it/mondo/campaignsubscribe.htm


Prime adesioni
 
Internazionali:
Abbé Pierre (Francia), Alex Zanotelli (Missionari Comboniani, Italia), Cesare Ottolini (Coordinatore International Alliance of Inhabitants, Internazionale), Cristina Almazan (UCISV-Ver, México), Don Alessandro Santoro (Comunità di Base delle Piagge, Firenze, Italia), Giovani Impegno Missionario (Italia), Guillermo Rodriguez Curiel (Frente Continental Organizaciones Comunales, Messico), Jean-Baptiste Eyraud (Portavoce DAL, Francia), Mons. Luigi Bettazzi (Vescovo Emerito di Ivrea, Italia), No-Vox (Internazionale), Renzo Fior (Presidente Emmaus International), Sidiki Abdoul Daff (CERPAC, Senegal), Vincenzo Simoni (Segretario nazionale Unione Inquilini, Italia), Yves Cabannes (UN Advisory Group on Forced Evictions, Ecuador).
 
Kenya: 
African Network for the Prevention and Protection of Child Abuse and Neglect (ANPPCAN), Basic Rights Campaign, Carolina for Kibera, Intermediate Technology Development Group (ITDG), Kenya Human Rights Commission, Kituo Cha Sheria, Kutoka Network of Parishes in the Informal Settlements (Christ the King – Line Saba, Sacred Heart – Dagoretti, Christ the King – Embakasi, St. John’s – Korogocho, Consolata Shrine – Westlands, St. Joseph – Kahawa West, Holy Cross – Dandora, St. Joseph and Mary – Shauri Moyo, Holy Mary Mother of God – Githurai, St. Joseph the Worker – Kangemi, Holy Trinity – Kariobangi, St. Mary’s – Mukuru kwa Njenga – Our Lady of Guadalupe – Adams Arcade, St. Theresa’s – Eastleigh/Mathare Valley), Maji na Ufanisi, Pamoja Trust, Shelter Forum, Concern Worlwide.