[Legambiente Verona 22.07.04] In queste ore di mercoledì 21 luglio, contemporaneamente a Borsea (RO), Belluno città, Cittadella (PD), Legnago (VR), Conegliano (TV), Montecchio (VI), Padova città, Monselice (PD), Treviso città, San Bonifacio (VR), Rovigo città, Valdagno (VI), Vicenza città, l'ozono ha superato o sta superano il limite di legge di 180 microgrammi per metrocubo d'aria...

VENETO. TUTTA LA REGIONE NELLA MORSA DELL’OZONO

In queste ore di mercoledì 21 luglio, contemporaneamente a Borsea (RO), Belluno città, Cittadella (PD), Legnago (VR), Conegliano (TV), Montecchio (VI), Padova città, Monselice (PD), Treviso città, San Bonifacio (VR), Rovigo città, Valdagno (VI), Vicenza città, l’ozono ha superato o sta superano il limite di legge di 180 microgrammi per metrocubo d’aria.

E’ Legambiente a fare da “sentinella dell’ambiente” e a diffondere i rilevamenti dell’ARPAV. “L’ozono è un inquinamento endemico, quanto annunciato – commenta Michele Bertucco, della Segreteria di Legambiente Veneto – come il Pm10 (micropolveri) che affligge le nostre città nei periodi più freddi. L’Ozono è il suo corollario estivo. Ma nonostante il 2003 sia stato l’anno record per entrambi gli inquinanti, lasciando facilmente prevedere il perpetuarsi dei fenomeni, la Giunta regionale del Veneto sta lasciando nel cassetto il “Piano per il disinquinamento e tutela dell’atmosfera”, nome tanto pomposo quanto vuoto per un provvedimento che l’Assessore regionale all’ambiente Chisso non ha fatto ancora approvare definitivamente dalla Regione, che, oltretutto, non l’ha nemmeno finanziato.

Il Decreto del Ministero per l’Ambiente del 4 aprile 2002, n. 60 ha indicato obblighi precisi alle Regioni. Esse dovevano, entro un anno, predisporre ed attuare un piano di interventi che consentisse di rispettare i valori limite dell’inquinamento atmosferico. La Regione Veneto ha elaborato un piano solo alla fine dell’aprile 2003, che non è ancora stato defintivamente approvato. Per quanto riguarda la tutela dallo smog, la regione, quindi, è completamente da bocciare.” – conclude Bertucco.

Intanto l’Arpav annuncia che nei prossimi giorni la qualità dell’aria subirà un progressivo peggioramento in quanto permangono condizioni di alta pressione almeno fino a sabato. Solo su zone pedemontane e della pianura nord-orientale, una maggiore variabilità potrà portare ad un parziale miglioramento della qualità dell’aria.

Gli obblighi dell’ammnistrazione

Il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16 maggio 1996, il testi base sul controllo dell’ozono troposferico specifica testualmente che superat i 180 microgrammi per metro cubo per una solola ora durante l’arco di una giornata “la popolazione deve essere informata in tempi quanto più brevi possibile per consentire alle persone di prendere tutte le misure di prevenzione. Attraverso i mezzi di comunicazione di massa devono essere diffuse al pubblico almeno le informazioni seguenti:
a) data, ora, luogo del rilevamento delle concentrazioni ai livelli di ozono;
b) previsioni ed evoluzione probabile delle concentrazioni, durata; aree interessate;
c) soggetti interessati;
d) indicazioni e precauzioni da adottare.

I rischi per la salute

La presenza di elevati livelli di ozono danneggia la salute umana, quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita), deteriora i materiali e riduce la visibilità.
Un effetto evidente dell’ozono è la forte azione irritante che attacca le mucose. Le conseguenze “croniche”, derivanti cioè da una lunga esposizione a basse concentrazioni di ozono sono: fibrosi, effetti teratogeni, effetti sulla paratiroide e sul sistema riproduttivo.

Tra gli effetti “acuti” si devono ricordare le irritazioni agli occhi, al naso, alla gola e all’apparato respiratorio, malditesta, senso di pressione sul torace, tosse, diminuzione della capacità battericida polmonare.
In caso di sforzi fisici l’azione irritante risulta più intensa e le prestazioni fisiche possono diminuire.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la funzione respiratoria diminuisce in media del 10% nelle persone sensibili che praticano un’attività fisica all’aperto se la concentrazione dell’ozono nell’aria raggiunge 200 µg/m3 (come martedì 18).

Vari studi hanno evidenziato inoltre una maggiore frequenza di crisi asmatiche. Le più recenti indagini mostrano inoltre che lo smog estivo ed il forte inquinamento atmosferico possono portare ad una maggiore predisposizione ad allergie delle vie respiratorie. Gli effetti sono contraddistinti da grandi differenze individuali e gli eventuali disturbi sanitari non hanno carattere cumulabile, ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di concentrazione acuta di ozono.

Le categorie di popolazione particolarmente suscettibili a rischi dell’ozono sono: bambini, donne in gravidanza, anziani, chi svolge attività fisica all’aperto, i soggetti asmatici, i soggetti con patologie polmonari e cardiache (fonte ARPAV).

E’ bene che queste persone evitino prolungate esposizioni all’aperto nelle ore più calde della giornata e riducano al minimo, sempre durante le stesse ore, lo svolgimento di attività fisiche affaticanti (passeggiate in bicicletta, gare, attività sportive in genere) che comporterebbero un aumento dell’impegno respiratorio.