ACQUISTI SOLIDALI. L’IMPEGNO DEL GRUPPO PER IL CONSUMO CRITICO VAL D’ILLASI (VR)

GRILLOnews ha chiesto al Gruppo per il Consumo Critico Val d’Illasi di spiegare ai lettori in cosa consiste la propria attività. Riportiamo di seguito la presentazione redatta dal gruppo stesso.

 

Prima di presentarci vi vogliamo spiegare perché abbiamo formato questo gruppo di famiglie. Siamo partiti dalla considerazione che il nostro modo di consumare tante volte è sbagliato: è causa del degrado ambientale, del malessere dell’uomo e di grosse ingiustizie. Basta che ci guardiamo intorno per notare che il nostro ambiente che trabocca d’immondizie, che dobbiamo convivere con l’aria inquinata dai gas, il buco dell’ozono, i cambiamenti di clima, con l’acqua avvelenata dai detersivi, dai fertilizzanti, dai pesticidi, dagli scarichi industriali. Anche le falde acquifere non sono più sicure e in molti paesi l’acqua del rubinetto non si può più bere.

Il nostro modo di consumare sconsiderato ci causa stress, allergie, nuove malattie, abuso di medicinali, di psicofarmaci, ma anche di droghe, alcol e fumo. Così noi, paesi ricchi che siamo solo il 20% dell’umanità, consumiamo l’80% delle risorse del pianeta lasciando gli altri popoli nella fame e nel sottosviluppo. Ci siamo chiesti: non possiamo proprio fare niente? In un mondo in cui si avverte che anche i governi hanno poco potere di fronte alle grandi società multinazionali, o alle grandi finanziarie, in un mondo che chiamano ‘globalizzato’ cosa può fare un papà o una mamma per costruire un avvenire ai propri figli ed all’intera umanità?

Questo senso d’impotenza, che ci avvolge tutti, è diventato insopportabile. Un giorno abbiamo incontrato un missionario comboniano che ci ha indicato una possibile via d’uscita: padre Alex Zanotelli, dalla baraccopoli di Korogocho, in Kenya, ci ha detto: «avete il dovere di affermare una globalizzazione che pone l’essere umano ed il creato al centro dell’attività economica in modo da garantire a tutti, presenti o futuri, uomini o donne, vecchi e bambini, una vita dignitosa, una vita in cui ognuno si senta pienamente realizzato, una vita di vera partecipazione sociale e politica. Per questa globalizzazione i piccoli della terra devono fare fronte comune». Ed ancora: «Nell’antico Testamento si racconta di Daniele. Daniele, vissuto nel XI secolo a.C. parla di una statua enorme che i potenti del suo tempo avevano fatto costruire: questa statua incuteva grande timore nella gente dell’epoca. Ma aveva un difetto: i suoi piedi erano d’argilla e bastava che dalla montagna si staccasse un sassolino e che scendesse a valle, acquistando nel frattempo velocità, per gettare la statua a terra. Ecco di cosa abbiamo bisogno: di un sassolino che cominci a ruzzolare e che ne smuova tanti altri nella sua corsa verso il fondo valle».  Così vogliamo provare ad essere dei ‘sassolini’.

Ci siamo riuniti e abbiamo formato un gruppo di famiglie per il consumo critico. Ci chiamiamo così perché tentiamo di fare una valutazione attenta, ed appunto critica, della nostra società dei consumi e del nostro modello di sviluppo occidentale. Qui a Colognola ai Colli siamo una decina di famiglie e ci ritroviamo per un’informazione reciproca, per confrontare i vari prodotti (alimentari, frutta, verdura, detersivi e così via) e le esperienze quotidiane di consumo. Ci riuniamo nella frazione di San Zeno il primo mercoledì del mese e, tra l’altro, ci organizziamo per andare a fare la spesa. Facciamo parte delle associazioni di Rete Lilliput a cui cerchiamo di fornire le nostre poche energie e condividere gli impegni. Alcuni di noi, da tempo, aderiscono anche all’Associazione nazionale Bilanci di Giustizia perché cercano di adeguare l’intero bilancio familiare ad uno stile di vita essenziale.

Cosa facciamo concretamente

Comperiamo i prodotti (alcuni anche li produciamo) imparando a leggere le certificazioni per sapere da dove vengono, come sono stati creati e da chi sono commercializzati. Preferiamo frutta e cibi freschi di stagione, ottenuti dall’agricoltura biologica di produttori anche locali. Favoriamo, per quanto possibile, chi nella produzione cerca di non inquinare e di rispettare l’ambiente, anche se ci costa qualcosa di più. Siamo per una riduzione dei consumi, per il riutilizzo delle cose, per la raccolta differenziata dei rifiuti, per una sobrietà dei bisogni, così tanto incitati e invogliati dalla falsa pubblicità dei media. Partecipiamo alle campagne di pressione e sensibilizzazione, rivolte a società commerciali che violano i diritti dei bambini e dei lavoratori nel sud del mondo. Queste multinazionali spesso offendono l’ambiente inquinandolo e danno priorità al guadagno piuttosto che alla dignità dell’uomo. Rifiutiamo i prodotti transgenici, quelli modificati in laboratorio, perché vogliamo salvaguardare le diversità che ci sono in natura. Tutte le specie animali e vegetali non devono diventare patrimonio di pochi che vorrebbero gestire il nostro pianeta e la nostra salute, ma rimanere patrimonio di tutta l’umanità.

Cosa proponiamo

Proponiamo una speranza o meglio una certezza: il mondo e la nostra vita possono essere migliori. Non occorrono grandi gesti o scelte eroiche: basta imparare, insieme, ad usare la testa: comprare con la testa, usare le cose con raziocinio. Siamo convinti che questi piccoli gesti quotidiani e personali possano modificare l’economia mondiale e dare speranza di vita dignitosa a tutti i popoli. Soltanto così il pianeta avrà, siamo sicuri, un futuro. E sarà il futuro dei nostri figli. Naturalmente l’associazione è aperta a tutti: ci ritroviamo ogni primo mercoledì del mese nella Canonica di San Zeno di Colognola ai Colli, alle ore 20,30 circa. (Aldo Corradi)

Informazioni: Graziella Caloi ([email protected]) o Aldo Corradi ([email protected])

 

DOMANDE E RISPOSTE

Qual è la vostra struttura organizzativa?

Al «Gruppo consumo critico Val d’Illasi» si aderisce con tesseramento annuale. Non esiste un direttivo vero e proprio ma alcuni componenti accettano di svolgere le funzioni di segreteria e di presiedere gli incontri stilando l’ordine del giorno di discussione. Tra i membri del gruppo sono scelti i referenti per i rapporti con gli altri GAS (Gruppo Acquisto Solidale) di Verona e quelli con la Rete Lilliput. I compiti di organizzare gli acquisti nei vari settori (alimentari, detersivi, ecc.) sono suddivisi tra i singoli iscritti.

Come si organizza l’attività del vostro GAS?

Le iniziative vengono proposte, discusse e decise nell’incontro mensile che normalmente ha luogo il primo mercoledì di ogni mese. Durante l’inconttro si stabilisce anche chi dovrà seguire le iniziative approvate.

Come si fanno gli ordini?

Durante l’incontro mensile vengono raccolti dagli incaricati gli ordinativi con apposite schede precompilate o compilate in quel momento. Gli incaricati contattano quindi i produttori e organizzano la consegna in un punto ben definito, al quale ognuno si reca per il ritiro dei prodotti. Il pagamento normalmente avviene al momento del ritiro: la verdura e la frutta consegnata settimanalmente viene invece pagata anticipatamente al momento dell’ordine mensile.

Quali sono i criteri da voi adoperati per la scelta dei prodotti?

Prodotti biologici; riduzione dell’impatto ambientale per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti; prodotti provenienti da aziende che rispettano la legalità e la corretta applicazione delle norme sul lavoro; produzione locale; prodotti provenienti possibilmente da piccoli produttori; prodotti del commercio equo e solidale.

Che tipo di rapporto instaurate con i produttori?

Non è sempre possibile stabilire un rapporto diretto con  i produttori, perché quasi tutti gli acquisti avvengono tramite intermediari commerciali. Quando è possibile si stabilisce un rapporto di attenzione verso l’azienda, con visite dirette per conoscerne i processi produttivi, la storia, la cultura, gli obiettivi. I rapporti ben consolidati creano anche un clima di simpatia e collaborazione che va oltre l’aspetto puramente commerciale.

Come entrate in contatto per la prima volta?

Per conoscenza diretta o con incontri che avvengono in occasione di manifestazioni orientate allo sviluppo del consumo critico e consapevole. Un altro strumento è la segnalazione dei produttori che si possono ottenere da riviste e pubblicazioni ‘specializzate’ ad esempio l’opuscolo «Pagine Arcobaleno» o «AltrEconomia».

Qual è, secondo voi, il rapporto che avete con il territorio?

Nei confronti del territorio nel quale siamo inseriti (Val d’Illasi e zone limitrofe) ci adoperiamo per coinvolgere le istituzioni e le persone a prendere coscienza del ruolo ‘politico dei consumatori. Promuoviamo iniziative di sensibilizzazione su determinati temi di stretta attualità quali, ad esempio, il valore dell’acqua, le fonti energetiche, la finanza etica, la medicina alternativa, gli OGM (Organismi geneticamente modificati da ingegneria genetica), i prodotti biologici ecc.

Come è possibile utilizzare l’esperienza dei gas per costruire uno sviluppo auto-sostenibile del territorio che valorizzi le risorse locali?

L’esperienza dei GAS può costituire un valido esempio per iniziare anche a livello ‘politico’ la riflessione sul tradizionale modello di sviluppo incontrollato basato sullo spreco e l’uso sfrenato di ogni bene. Privilegiando la valorizzazione delle risorse locali si contribuisce, per esempio, a ridurre l’impatto ambientale dei consumi, legato all’enorme spreco di energie e all’inquinamento causato dai trasporti su gomma.

Quali sono le vostre prospettive di sviluppo futuro riguardo ad una ipotetica partecipazione alla costruzione di distretti locali?

Pensiamo che la costruzione dei Distretti di Economia Solidale (DES) sia la base di partenza per tentare di costruire una società civile che stabilisce nuove regole e nuovi modi di intendere lo sviluppo. Un rapporto più consapevole e dinamico tra i produttori e i consumatori uniti dagli stessi obiettivi di tutela della salute, dell’ambiente, della qualità della vita, è alla base di una società di vero “benessere”.

Cosa state facendo in questa direzione?

Stiamo partecipando con altri GAS della provincia alla costruzione del Distretto di Economica Solidale di Verona.

Qual è e quale dovrebbe essere secondo voi il ruolo delle politiche istituzionali e degli enti locali in tal senso?

Le istituzioni politiche e gli enti locali sono di solito indifferenti verso i GAS e il modello di rapporti che testimoniano. Dovrebbero innanzitutto prendere atto delle nefande conseguenze della cosiddetta e incontrollata ‘società dei consumi’ e rivedere quindi le priorità di azione sul territorio. Favorendo la costituzione dei DES  favorirebbero non singole persone ma un sistema di rapporti tra diversi soggetti (produttori, consumatori, territorio) che privilegia la persona, il suo reale benessere e quindi tutta la società civile.

Visita inoltre il sito della Rete G.A.S. (Gruppi Acquisto Solidale).