ANTINOPOLIS, LA CITTA’ DELL’UTOPIA

Per oggi la distribuzione del latte caldo è finita. L’addetto alla mensa ripone il mestolo e la pentola fumante. Sono quasi le otto e il corso di tai-chi sta per cominciare; sotto il portico della scuola Joaquin da Cunha di Antinopolis, il baccano si spegne man mano che gli alunni si mettono in fila.

L’istruttore è assente e sarà sostituito da un allievo. Il ragazzo sale su di una pedana e comincia la sequenza di movimenti antichi. Gli altri devono imitarlo. Gli adolescenti si concentrano e in un silenzio ormai perfetto cercano di trovare la pace interiore prima di cominciare la giornata. “Insieme alla colazione gratuita, i dieci minuti di tai-chi sono un modo per accoglierli al mattino. E anche per creare un equilibrio tra il corpo e la mente. “Prima gli insegnanti si lamentavano perché all’inizio delle lezioni i ragazzi erano troppo irrequieti. Ma ora è cambiato tutto”, spiega sorridendo Marco Ernani, del Partito dei lavoratori (Pt). Ernani è il sindaco di Antinopolis, una piccola città di 15 mila abitanti che si trova a NordEst dello stato di Sao Paulo (Brasile).

A sinistra il sindaco Marco ErnaniLe Nazioni Unite hanno proposto di introdurre l’educazione alla pace nei programmi scolastici entro il 2010.

Marco Ernani, 46 anni, pediatra di professione, è probabilmente l’unico ad aver seguito alla lettera le raccomandazioni dell’Onu.

Ha lanciato questa originale iniziativa in tutte le scuole pubbliche della sua municipalità, comprese le materne. “Per molte persone la pace è la fine della guerra. Sono in pochi a credere che la pace comincia innanzi tutto dentro se stessi“, spiega quest’uomo bassino e un po’ grassoccio. Gli abitanti di Antinopolis lo chiamano affettuosamente “dottor Nano“. Fino a poco tempo fa curava ancora i loro figli. “Come si fa con la geografia e la matematica, si dovrebbe insegnare ai bambini l’amore e la solidarietà“, Ed è quello che Ernani cerca di fare.

Nel 2003 il sindaco ha creato dei corsi di religione e di educazione alla pace, dato che in Brasile la legge permette a un sindaco di decidere gli orientamenti pedagogici delle scuole pubbliche. I semeadores (seminatori), così vengono chiamati gli insegnanti della nuova disciplina, lavorano innanzi tutto sui valori di convivenza, armonia e fraternità e usano la Bibbia come riferimento. Più esattamente i passaggi su cui le differenti confessioni presenti ad Antinopolis, hanno trovato un accordo. Un’impresa da non poco, “prima dell’unione c’è stata la guerra“, ricorda padre Cardoso, rappresentante della chiesa cattolica, ma “in fondo usiamo tutti la stessa Bibbia! Abbiamo imparato a concentrarci su quello che ci avvicina“.

D’altronde ogni fede religiosa in Brasile è plurale e sincretica. L’assenza di ebrei, mussulmani e buddisti ad Antinopolis ha facilitato il progetto dandogli contorni più ristretti. Ma la concorrenza tra le varie chiese cristiane del paese è così grande che il successo è comunque eccezionale. E deriva da una convinzione profonda: “Quest’insegnamento è nato da una necessità, far fronte al dilagare della violenza nelle scuole del paese. La sola via d’uscita era la spiritualità” spiega l’infaticabile dottor Nano.

Cos’ha dunque questa piccola città di così magico? A prima vista niente. Calma e pulita, Antinopolis vive del suo caffè (uno dei più aromatici del paese e se ne vanta). Dispiega le sue strade, tracciate in modo retto e lineare, sulle pendici di una montagna modesta che arriva appena a mille metri di altezza. Il cielo è di un azzurro incredibilmente puro, la terra di un rosso straordinariamente sanguigno. Rispetto alle città vicine, la fortuna di Antinopolis sta forse nel non aver mai avuto favelas o gravi problemi sociali, anche se il tenore di vita è molto basso.

Ma osservando con attenzione si scoprono alcuni dettagli curiosi. Sul parabrezza degli autobus che percorrono la città facendo crepitare il motore, a fianco alle parole escolar (per il trasporto degli alunni) o rurais (per i lavoratori stagionali che vanno alle piantagioni di caffè o di canna da zucchero) c’è scritto Paz en 2004 (Pace nel 2004). La stessa scritta si ritrova sulle magliette bianche e blu che portano quasi tutti i bambini. E poi ci sono le sculture all’aperto che si trovano nelle quattro piazze di Antinopolis. Tutte firmate da Bassano Vaccarini, un artista italiano la cui opera parla quasi esclusivamente d’amore e rapporti umani. Vaccarini è venuto a vivere qui molto prima che il sindaco lanciasse il suo programma, come se il luogo fosse predestinato

Marco Ernani è convinto e appassionato dal lavoro che sta facendo. “I risultati di questa politica di non violenza sono molto positivi per i ragazzi . Lo si vede dalla sguardo, dal sorriso dai gesti. Stanno ad indicare una fiducia perduta e poi recuperata“. Il medico entrato in politica per curare e aiutare la collettività usa spesso la metafora del giardiniere per illustrare i suoi ideali. “La pianta va curata con l’acqua e con la luce, i ragazzi con molti progetti e con attenzione. Così che ne faremo degli esseri migliori e costruiremo una pace sociale più forte“. Candore? Utopia? Forse, ma il sindaco non è il solo a constatare il benessere dei suoi cittadini. Le cifre della polizia lo dimostrano senza ambiguità. “Da quando è stato eletto sindaco Marco Ernani, quattro anni fa, la microcriminalità è diminuita del 90 per cento“, dichiara il commissario di Antinopolis, Cesar Augusto Franca. “Ormai gli unici problemi che affrontiamo sono i casi di violenza tra coniugi o di ebbrezza molesta“.

Questo cambiamento così radicale si spiega in modo molto semplice: sul punto più alto della città, in un luogo chiamato Santa Cruz, i giovani di Antinopolis si incontrano tutti i pomeriggi dopo le lezioni, che in Brasile si svolgono tra le 8 e le 13. Là, invece di perdere tempo davanti alla televisione o per strada, gli adolescenti si dedicano ad attività artistiche come pittura, samba, capoeira, chitarra e ricami. Ma non allo sport, considerato troppo competitivo.

Siamo lontani dalla realtà che conoscono molti ragazzi di Sao Pulo, a cinque ore di strada da qui. Su due ettari di terra di Santa Cruz i giovani sono a casa loro, come in autogestione: si prendono cura del giardino e delle aiuole, dei viali di alberi corallo e palme che mettono in comunicazione le baracche. I più grandi si occupano dei più piccoli, gli ex-allievi insegnano ai principianti. Ma gli adulti quasi non si vedono. Visto che a Santa Cruz non ci sono imposizioni, non c’è nemmeno ribellione e non ci sono litigi. Perciò la presenza degli adulti non è necessaria. “La qualità della vita, l’educazione, la salute sono migliori qui che nei dintorni“, spiega il tenente Macedo. L’ospedale di Antinopolis presenta cifre stupefacenti come quelle della polizia: dall’elezione del dottor Ernani il numero dei bambini morti alla nascita è sceso a 3 su ogni mille abitanti (mentre è di 30 per mille in Brasile e di 3 per mille in Europa). Le donne incinte beneficiano di un’assistenza personalizzata fino al termine della gravidanza. In seguito le madri che lo desiderano ricevono due volte al mese un assortimento di prodotti alimentari di base- fagioli neri, olio, riso, zucchero- a patto di partecipare regolarmente al programma Reddito cittadino. Dei laboratori socio-educativi insegnano a gestire meglio l’aiuto finanziario governativo di 60 real al mese (circa 20 euro).

Sono corsi pensati per il benessere della madre. Mentre i bambini sono all’asilo nido noi impariamo qualcosa che poi potremo insegnargli“, dice con fierezza Andea, 37 anni. Il programma salute nella famiglia, ha portato con sé anche una piccola rivoluzione. Fondato su una logica preventiva rigorosa, si basa sul ricorso sistematico e gratuito, oltre che alla medicina occidentale, anche alle medicine orientali o alternative come agopuntura, reiki, auricoloterapia e massoterapia. Tutto il personale medico della città ha ricevuto una formazione idonea. Non stupisce che in queste condizioni il numero dei bambini malati che devono passare la notte in ospedale sia nettamente diminuito. Quest’approccio globale alla salute comincia ad essere imitato anche nelle città vicine, come Ituveraba e Sao Joaquin de Barra.

E il resto del Brasile? Il presidente Lula ha mandato telegrammi di sostegno a Marco Ernani, che è stato ricevuto due volte e vivamente incoraggiato dal Ministro dell’educazione di Brasilia. Ma il paese sembra ignorare l’esperienza del dottor Nano.

Così non si aiutano le persone. E’ come imboccarle. Si finirà per creare una generazione dipendente dall’assistenzialismo“, osserva infastidito il dottor Wadis, un altro medico, candidato del Partito verde al comune, che denuncia il lato cubano di Marco Ernani. Molto sereno il dottor Nano non sembra scalfito da questa critica. Il mondo ha un grande bisogno di essere “reincantato“, risponde. E se esiste tanto denaro per la guerra, perché non dovrebbe essere possibile stanziare anche dei fondi per la pace? L’utopia non è fatta di cose irrealizzabili, ma di cose che ancora non sono state realizzate.

Lorraine Rossignol


da «Le Monde» del 01.10.04