[Pax Christi Verona • 30.04.03] "I fondi aggiuntivi per la guerra all'Iraq, pari a 75 miliardi di dollari, sono molto superiori alla somma totale dell'aiuto che il mondo destina ogni anno ai paesi più poveri". Così Romano Prodi, presidente della Commissione Europea, il 26 marzo scorso. I fondi, chiesti dopo una settimana di guerra, sono "aggiuntivi" perché agli Alleati ogni giorno di guerra all'Iraq costa già 300 milioni di dollari, una cifra di poco inferiore al bilancio annuale dell'Afghanistan.

DOPO LA GUERRA, FERMARE I CONFLITTI E L’INGIUSTIZIA

“I fondi aggiuntivi per la guerra all’Iraq, pari a 75 miliardi di dollari, sono molto superiori alla somma totale dell’aiuto che il mondo destina ogni anno ai paesi più poveri”. Così Romano Prodi, presidente della Commissione Europea, il 26 marzo scorso. I fondi, chiesti dopo una settimana di guerra, sono “aggiuntivi” perché agli Alleati ogni giorno di guerra all’Iraq costa già 300 milioni di dollari, una cifra di poco inferiore al bilancio annuale dell’Afghanistan. Perché un missile Cruise costa quasi un milione di dollari (ne sono stati lanciati circa 1000). Perché un solo aereo F17 costa 45 milioni i dollari e un bombardiere 2 miliardi. Perché gli Usa hanno già stanziato per il 2003 circa 500 miliardi di dollari in armamenti (l’Europa 300). Perché a tutto questo occorre sommare la spesa (64 miliardi di dollari) per l’inutile “scudo stellare” che comincerà a funzionare nel 2004. Confrontare tali spese con le 40.000 persone che ogni giorno muoiono per fame e malattie e con l’esistenza di un miliardo di persone gravemente sottoalimentate vuol dire evidenziare l’abisso dell’ingiustizia planetaria. La Banca Mondiale dice che con 13 miliardi di dollari si può risolvere il problema della fame in tutto il mondo per un anno intero. Dove sono i programmi per l’annullamento del debito estero dei paesi impoveriti e per la lotta alla miseria e alle malattie? I poveri sono le prime vittime delle guerre e dell’ingiustizia. Ogni guerra alimenta la corsa agli armamenti. Oggi stanno proliferando anche le armi atomiche. E’ triste constatare che, proprio nei giorni di guerra, la maggioranza parlamentare in Italia ha approvato una modifica della legge 185 che favorisce gli affari delle imprese belliche, rende più facile il commercio delle armi anche verso paesi che violano i diritti umani, rischia di alimentare la diffusione clandestina delle armi, il terrorismo e la criminalità. Una terribile offesa alla pace! Nel richiamarci ancora una volta alla testimonianza del Papa, profeta del Vangelo di pace, rilanciamo l’appello che la Santa Sede, nel 1976, ha consegnato a un documento in cui si dichiara: “la corsa agli armamenti, anche quando è dettata da una preoccupazione di legittima difesa costituisce in realtà un furto… un’aggressione verso quelli che ne sono vittime. Aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame”. Lottare per la pace con mezzi di pace vuol dire fermare le guerre, opporsi all’ingiustizia, operare per il disarmo, per la democrazia e la fraternità tra i popoli.