EST VERONESE. IMPORTANTI SAPORI E VALORI SOLIDALI

Grande interesse e partecipazione per le manifestazioni della duegiorni «Dalle parole ai fatti: il commercio equo e solidale incontra i prodotti del territorio» del 14 e 15 ottobre, promosse a Monteforte d’Alpone e Veronella dall’associazione «Gamargioba» – impegnata sul versante del commercio equo e solidale – e da: Comune di Monteforte d’Alpone (Vr), Unione Comuni Adige Guà (Vr), Regione Veneto, Provincia di Verona e Consorzio Tutela Vino Soave.

Oltre duecento persone hanno infatti raccolto l’invito partecipando, sabato 14 ottobre, al convegno d’apertura del palinsesto a Monteforte d’Alpone. Al tavolo dei relatori erano seduti ospiti provenienti da ambiti produttivi e commerciali diversi, rappresentanti di gruppi politici di diversa estrazione ed anche un invitato d’eccezione: padre Alex Zanotelli, punto di riferimento nazionale dell’arcipelago di movimenti, gruppi e persone impegnate nella costruzione di un mondo diverso.

IL CONVEGNO

La prima testimonianza è arrivata dal sindaco di Monteforte d’Alpone, Antonio Carletto, che ha sottolineato quanto radicato sia, nel suo paese e nell’Est veronese, il ‘verbo’ del commercio equo e solidale, che «vede impegnati attivamente persone di diverse generazioni nella promozione non solo dei prodotti del commercio equo e solidale, ma anche di autentici valori come l’onestà, l’equità e la solidarietà». Il primo cittadino ha detto «di essere molto interessato a capire cosa la politica può fare perché i nostri territori diventino più equi e solidali».

L’idea messa in campo dagli organizzatori è stata quella di coinvolgere nella discussione alcuni rappresentanti di settori produttivi impegnati nella salvaguardia della tipicità nostrana, che ben potrebbe sposarsi con le attività portate avanti dai volontari del commercio equo.

Paolo Pastore, direttore di «Transfair Italia» (marchio di garanzia del Commercio Equo e Solidale) e moderatore del faccia a faccia, prima di dare agli ospiti ha evidenziato come «molti associano l’oggetto della nostra attività con l’aiuto al Terzo mondo, mentre fa parte integrante del nostro essere anche l’attenzione alla specificità e alla biodiversità. Lavorare nel commercio equo e solidale significa dunque avere a cuore la salvaguardia delle popolazioni rurali di tessitori e coltivatori con cui entriamo in contatto». Pastore ha poi portato alcuni esempi e cifre, come quello della riorganizzazione -grazie alla disponibilità di agricoltori veronesi- di cooperative di produzione vitivinicola in Cile e Argentina, messe in ginocchio dai regimi dittatoriali al potere fino a pochi anni fa. E nel corso del suo intervento ha ricordato che questo settore «vende ogni anno prodotti per 100 milioni di euro, metà dei quali attraverso il circuito delle Botteghe del mondo e metà nei supermercati. Il 10 per cento del fatturato viene realizzato nella nostra regione. Il consumo pro capite di prodotti equi si attesta nel nostro Paese a 1,80 euro, mentre nella vicina Svizzera è di ben 18,70 euro». Il portavoce di Transfair ha inoltre auspicato «un maggior coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche: esistono a esempio Comuni e scuole che utilizzano il caffè equo per i distributori di bevande calde, e mense scolastiche che propongono le banane del circuito solidale. Vorremmo che questi prodotti diventassero, insomma, alla portata di tutti».

 

I PRODUTTORI LOCALI


Michele Tessari
, dell’Azienda Agricola Ca’ Rugate di Montecchia di Crosara ha spiegato come molte aziende come la sua si dedichino alla «valorizzazione delle tipicità del territorio. Nella zona di Monteforte d’Alpone -ha detto- esiste una cultura millenaria della vite, che dovrebbe essere supportata da iniziative culturali, come quella di creare un ‘Museo del vino’ che testimonil’esistenza di una tradizione».

Hanno poi preso la parola i portavoce del «Frantoio Ballarini» di Cazzano di Tramigna e del prosciuttificio «Crosare» di Pressana. «Nella nostra zona sono presenti oltre trenta mila olivi in grado di produrre un olio DOP molto buono» ha detto Vittorio Ballarini, aggiungendo: «Dovremmo metterci insieme per promuovere i nostri prodotti». Ed ha annunciato che nel mese di novembre molte aziende del settore proporranno l’iniziativa ‘frantoio aperto’ in occasione della macina del prodotto.

«Il nostro prosciutto è in grado di soddisfare una nicchia di mercato, cioé quei consumatori che sono alla ricerca di un prodotto di alta qualità e prodotto localmente» ha affermato con convinzione Gian Antonio Visentin. E  rivolgendosi alle autorità politiche presenti si è detto preoccupato per la «mancanza di allevamenti di suini nella nostra regione. In Veneto esistono dei vincoli per l’allevamento che in altre realtà regionali non ci sono».

EQUO E SOLIDALE

É poi intervenuta la presidente dell’Associazione «Gamargioba», Iris Visentin, che ha delineato le caratteristiche dell’impegno che da oltre quindi anni anima molti volontari: «Attualmente sono 20 i gruppi legati alla nostra associazione, composti da 150 volontari, che nell’Est veronese e nell’Ovest vicentino propongono periodicamente nel proprio paese i mercatini dell’equo e solidale. Dal 2002, con l’istituzione dell’associazione, il commercio equo ha ‘messo sù casa’, inizialmente aprendo i battenti della bottega del mondo a San Bonifacio, e da un mese a questa parte con un nuovo negozio a Lonigo».

Visentin ha poi spiegato quali sono i quattro pilastri che sorreggono ‘l’edificio’ del commercio equo targato «Gamargioba»: attenzione alla filiera produttiva e quindi alla giustizia nei rapporti commerciali; salvaguardia della biodiversità; attenzione e rispetto dell’ambiente; alta qualità dei prodotti, molti dei quali lavorati e confezionati in Italia». L’associazione si sta infatti prodigando a portare avanti alcuni progetti. Dall’Est veronese sono stati gettati ponti in Georgia, che vede i volontari dell’associazione impegnati nella promozione della produzione e commercializzazione del miele e dei suoi derivati, come il mandorlato e il torrone; nelle Filippine, con l’importazione di alcuni prodotti artigianali realizzati in conchiglia, come fiori e scatole portaoggetti; in Vietnam, dove piccole realtà artigianali producono manufatti tessili: zaini, borse e custodie porta-occhiali. «Se da un lato il commercio equo si sta diffondendo e potenzialmente è in grado di creare sinergie con altri settori, dall’altro serve una normativa che valorizzi chi opera secondo i nostri criteri» ha concluso la presidente, passando così il testimone alla parte politica presente in sala.

SERVONO REGOLE

Testimone colto dal Vicepresidente della Commissione cultura della Regione Veneto, il consigliere Gustavo Franchetto, che nei giorni scorsi ha depositato in Regione un progetto di legge sul commercio equo e solidale «che si caratterizza per l’istituzione di un Registro regionale delle reatà del commercio equo, di una giornata veneta dell’equo e solidale e punta molto sulla promozione culturale nelle scuole». Franchetto ha poi aggiunto: «Occorre che anche questo settore abbia a disposizione risorse finanziarie, alla pari delle altre attività commerciali, che siano in grado di essere d’aiuto e incentivo per un suo sviluppo. E in ciò la Regione può fare la sua parte. Rispetto ad altre nazioni, soprattutto nord-europee, il commercio equo e solidale in Italia registra un fatturato inferiore: questo significa che si può fare di più, sia da parte delle istituzioni sia da parte delle asssociazioni, che dovrebbero dialogare maggiormente tra loro».

Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato poi Stefano Valdegamberi, assessore regionale alle politiche degli Enti Locali e del Personale, che ha portato a conoscenza dei presenti la volontà di arrivare al più presto alla definizione di una normativa regionale che sia condivisa dal maggior numero possibile di forze politiche: «Il commercio equo e solidale è sinonimo di giustizia sociale ed equità, un sinonimo che deve accomunare tutti, al di là delle parti politiche. Esso ci aiuta a cambiare mentalità ed è in grado di incidere sui meccanismi del mercato: consumatori e produttori devono fare uno sforzo culturale per capire a pieno l’importanza dei valori messi in campo dall’equo e solidale». Valdegamberi ha concluso il proprio intervento affermando che «anche la biodiversità è un valore che dev’essere salvaguardato da quanti mettono al primo posto solo il profitto. La Giunta regionale è impegnata a garantire, mediante opportuni provvedimenti, la qualità della vita degli abitanti della nostra regione, senza creare disparità».

É poi intervenuto l’onorevole scaligero Giampaolo Fogliardi, componente della Commissione Finanza e della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati: «Esiste un progetto di legge nazionale sul commercio equo e solidale, coordinato dall’on. Ermete Realacci » ha detto prima di affermare che «il commercio equo e solidale deve diventare un modello di vita, dato che pone ‘l’essere’ al centro e ‘l’apparire’ ai margini. Ci dobbiamo impegnare tutti per far sì che questi modelli di vita alternativi e altamente democratici prendano consistenza. Soprattutto in questo momento difficile  per l’economia del nostro Paese, dobbiamo essere in grado di sconfiggere la tentazione di chiuderci in noi stessi. E in questo il commercio equo è un tassello del mosaico molto importante: può aiutare il Sud del mondo a svilupparsi. E può aiutare anche tutti noi».

Attese un po’ da tutti, le parole di padre Alex Zanotelli hanno salutato con entusiasmo l’iniziativa: «É la prima volta che vedo sedersi attorno allo stesso tavolo rappresentanti del commercio equo e solidale e piccoli produttori locali. Ritengo che questo approccio sia molto positivo». Padre Zanotelli ha poi ricordato che «stiamo vivendo in un momento difficile per l’umanità. E la globalizzazione può essere un fenomeno positivo o negativo in base a come viene usata». Affermazione che trae spunto dalla fotografia della realtà economica internazionale, definita dal missionario comboniamo «un sistema assurdo. Viviamo in un sistema assurdo, dove il 20 per cento del mondo sviluppato utilizza oggi l’83 per cento delle risorse planetarie. Ciò costringe un miliardo di miserabili -il 20 per cento dell’umanità- a vivere con solo l’1,4 per cento delle risorse. E altri due miliardi di persone devono arrangiarsi con un reddito al di sotto di 2 euro al giorno. Eppure questo mondo è ricco di risorse per tutti». Ed ancora: «Il commercio equo e solidale ci può aiutare a capire che in tutto ciò c’è qualcosa di estremamente sbagliato. E che occorre una nostra conversione. Occorre cambiare mentalità. Sono costernato quando vengo a sapere quanto succede in Europa, dove una vacca ottiene dai governi più incentivi di quanto sia il reddito di un abitante del Sud del mondo» ha aggiunto padre Alex. E di seguito: «Occorre creare spazi economici per i mercati locali animati da prodotti locali, che siano sostenibili dal punto di vista economico e della giustizia sociale. Questo nel Nord come nel Sud del mondo, affinché venga cancellata l’idea che due miliardi di persone, abitanti di questo mondo, siano inutili. Dobbiamo impegnarci per l’energia rinnovabile e nelle nuove forme di credito; dobbiamo invertire la rotta e far sì che sia la politica a dettare legge all’economia e alla finanza».

A TAVOLA

La manifestazione ha ospitato inoltre due momenti conviviali: sabato 14 ottobre hanno cenato insieme, nella frazione di Costalunga, 175 persone, proponendo al proprio palato prodotti locali e del commercio equo. Iniziativa replicata domenica 15 ottobre: ben 275 persone si sono accomodate a tavola a Veronella, tra i quali tutti i sindaci dei comuni dell’Unione Adige Guà, diversi assessori con le loro famiglie, molti volontari impegnati nel commercio equo e tanti simpatizzanti. Nel corso dei due appuntamenti è intervenuto anche Yassia Ouedraogo, direttore di UCOBAM (Burkina Faso), una cooperativa africana partner di «Commercio Alternativo», impegnata con i suoi 6500 soci nella produzione e commercializzazione di marmellate attraverso il circuito equo solidale. Le cene sono state cucinate e servite in tavola dall’Associaizone FILEO onlus di Costabissara (Vi), specializzata nel catering equo e solidale. Iniziative da imitare. (am.t.)

Foto di Tamara Zambon