18-19.11.07 – Verona – «Fiori di Pace»: incontro fra ragazzi israeliani e palestinesi

L’Organizzazione di Volontariato «Il Germoglio» ed il coordinamento Provinciale Veronese Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani hanno avviato dal 2005 il progetto «Fiori di Pace», eccezionale occasione di incontro fra ragazzi israeliani e palestinesi, accolti a Verona ed affiancati da studenti delle scuole superiori della nostra provincia; dall’11 al 22 novembre sarà ospite a Verona il quarto gruppo di ragazzi da Medioriente, che saranno affiancati dagli studenti del Liceo Scientifico Statale G. Fracastoro di Verona e dagli adolescenti del Centro Diurno «il Germoglio».

In occasione dell’iniziativa abbiamo ritenuto opportuno mettere in calendario due iniziative aperte al pubblico, a Villa Buri, durante l’ospitalità del gruppo:

domenica 18 novembre alle ore 18.00, a partire dalle nostre specificità riflettiamo insieme su «RELIGIONI PER LA PACE: quale pace sogniamo», noi tutti, ebrei, cristiani, musulmani, che discendiamo dallo stesso padre Abramo. Chi intende poi concludere con una cena conviviale è pregato di prenotare telefonando al 3490907819 o via e-mail a [email protected]

lunedì 19 novembre dalle ore 21.00, i ragazzi di Fiori di Pace ed i loro accompagnatori presenteranno la loro esperienza e faranno un primo bilancio confrontandosi con le domande dei partecipanti all’incontro; illustreremo e discuteremo le novità per i futuri sviluppi del progetto.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI/E PER SOSTENERE COL VOSTRO CALORE IL CORAGGIO DI QUESTI RAGAZZI CHE TORNERANNO COME “AMBASCIATORI DI PACE” NELLE LORO TORMENTATE TERRE.

Informazioni utili: Villa Buri si trova in Via Bernini Buri, 99 – S. Michele Extra – Verona

BREVE PRESENTAZIONE DEL PROGETTO FIORI DI PACE

Favorire l’incontro ed il dialogo fra giovani israeliani e palestinesi è lo scopo del progetto promosso dal mensile di dialogo interculturale “Confronti”, dall’Associazione di volontariato “il Germoglio” e dall’Istituto Tecnico G. Marconi di Verona. La situazione politica dell’intero medioriente vede la centralità del problema palestinese, crisi irrisolta dal 1948 che si sta avvitando sempre più su se stessa, con i palestinesi che rischiano di finire stritolati in un asserito scontro di civiltà che rischia di oscurare un più “banale” conflitto legato al contenzioso su un territorio riconosciuto come patria da
due popoli. L’eredità della Shoà, la situazione unica di Gerusalemme, non solo capitale contesa fra due popoli ma anche città santa di tre grandi religioni monoteiste, le crescenti tensioni alimentate fra mondo islamico ed occidente sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a rendere inestricabile il groviglio. Correttamente il popolo italiano si è sempre fatto promotore di iniziative forti di pacificazione del medioriente ponendone al centro la questione palestinese: solo quando il popolo palestinese avrà riconosciuto il diritto ad una terra e quello israeliano il diritto alla sicurezza sarà possibile
costruire una pace giusta, in caso contrario potremo solo attenderci una tregua per consolidare le proprie posizioni e cercare di riprendere il conflitto in condizioni di vantaggio. In queste settimane è stato coniato un neologismo: equivicinanza. Noi crediamo che non basti: occorre essere distanti, in modo deciso e non equivoco, da quanti, fra israeliani e palestinesi, lavorano per la propria supremazia, il rifiuto dell’altro e la sua umiliazione, da quanti aspettano
che sia l’altro a fare il primo passo ed alimentano la diffidenza. Occorre però anche essere vicini, ed esprimere questa vicinanza in tutti i modi possibili, a quanti, fra israeliani e palestinesi, rifiutano la logica della vendetta, riconoscono l’altro come persona, riescono ad attraversare il loro dolore senza perdere la propria umanità.

Fiori di Pace prevede il soggiorno in Italia di gruppi di ragazzi che non si sono mai potuti incontrare nei loro paesi.
Il progetto presenta numerose valenze positive, prima fra tutte quella di intervento terapeutico nella cura dei traumi psicologici subiti dai ragazzi a causa della guerra. Lo psicologo arabo israeliano Mustafa Qossoqsi, nostro referente tecnico e accompagnatore dei ragazzi in Italia, afferma che “Fiori di pace è un progetto di Pace Preventiva. Questi bambini vivono una realtà insostenibile anche per il loro sviluppo psicologico e sono candidati perenni ad essere traumatizzati. Farli incontrare, oltre ad aiutarli a superare paure, pregiudizi che purtroppo sono confermati dalla realtà (gli uni e gli altri non hanno contatto diretto con l’altro, ma solo attraverso immagini: militari dell’esercito di occupazione per i palestinesi, kamikaze per gli israeliani), è un modo di prevenire la costruzione di un trauma”.

Un secondo livello di intervento è quello che riguarda i nostri ragazzi, che entrano in contatto con una realtà radicalmente diversa dalla loro attraverso il punto di vista dei loro coetanei. Uno studente ha scritto: “ho scoperto quanto è difficile vivere in un paese in guerra. Prima di questa esperienza non pensavo che la guerra fosse così, pensavo che anche i bambini e i ragazzi odiassero le persone del paese nemico. Ora ho capito che, anche se si è in guerra, tra gli amici regnerà sempre la pace”. Altro punto di forza è dato dall’incontro e il dialogo fra le differenze. Un altro studente ha scritto: “ho capito il vero significato di diverso: prima pensavo che fosse lo straniero che ci combatte, ora penso che fondamentalmente non c’è un diverso, io e qualsiasi ragazzo di quel paese facciamo le stesse cose, ci alziamo, andiamo a scuola, mangiamo, giochiamo,
facciamo sport. ma ho capito che per loro è diverso solo per il fatto che vivono nel terrore e nell’angoscia”.

Nell’Anno Scolastico 2005/06 abbiamo accolto a Verona due gruppi di ragazzi (in novembre e in marzo) ed una coppia di esponenti dell’associazione Parents’ Circle, che riunisce genitori o parenti di ragazzi morti a causa del conflitto, e che si impegnano in attività di dialogo ed educazione alla pace): sono state coinvolte direttamente quattro scuole, molte associazioni e istituzioni locali, e circa 2.500 veronesi hanno partecipato agli incontri proposti.

Convinti dell’importanza del progetto stiamo lavorando per potergli dare continuità con l’ospitalità a Verona di altri gruppi di ragazzi nei prossimi anni: per favorire le relazioni ci siamo impegnati anche a realizzare nel campo profughi di Jenin, presso la “Arab American School”, un’aula internet che costituisca anche un punto di aggregazione dei ragazzi coinvolti
(compresi quelli ospitati a Verona sono finora 50 i ragazzi che hanno partecipato al progetto negli ultimi tre anni) e abbiamo realizzato il film “fiori di pace” , già messo in onda dalla RAI, che stiamo distribuendo alle scuole superiori di Verona.

Documentazione sul progetto Fiori di Pace può essere scaricata dai seguenti siti internet:
www.villaburi.it nella sezione “cantieri del dialogo”

www.retelilliputverona.org nella sezione “documenti”

Per informazioni scrivere a [email protected] o telefonare al 3490907819