18 e 19.05.07 – Verona – «Scuola di Barbiana», in ricordo di Don Milani

L’Associazione genitori della scuola media «don Milani» e l’associazione VILLA BURI ONLUS, è lieta di invitarvi alla lezione-spettacolo: «SCUOLA DI BARBIANA. “LETTERA A UNA PROFESSORESSA”, “COME MAESTRO”». Drammaturgia: Sergio Chillè, Maurizio Maravigna, Giancarlo Monticelli. Interpreti: Nicola Ciammarughi, Giancarlo Monticelli, Beniamino Musto, Jacopo Rossi. Alla chitarra: Christian Laface. Musiche: Paola Franzini. Regia: Maurizio Maravigna. Produzione: Il Trebbo- Centro di Resistenza culturale (Milano)
Il primo spettacolo si terrà venerdì 18 maggio 2007 alle ore 20.45 presso la scuola media «don Milani» (Via Pole, 2 a Verona); il secondo spettacolo sabato 19 maggio 2007 alle ore 20.30 presso Villa Buri (Via Bernini Buri, 99 a Verona). «Don Milani ha portato a termine l’unico atto rivoluzionario di questi anni» aveva scritto Pier Paolo Pasolini quando fu pubblicata la Lettera a una professoressa (maggio 1967), un libro destinato a sconvolgere le certezze di quanti lavoravano nella scuola. Dopo quarant’anni la Lettera continua a parlarci con parole incisive, provocatorie e bellissime: «Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null’altro che d’essere uomo. Cioè che vada bene per credenti e atei. […] Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come si vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola?». Don Milani e i suoi ragazzi lavorarono per mesi a trovare il modo più efficace per raccontare la storia di una bocciatura ingiusta, denunciare un sistema educativo classista e proporre una scuola che rendesse eguali tutti i cittadini, e in particolare quelli che partivano svantaggiati: «Perché non c’è nulla che sia ingiusto quanto fare le parti eguali fra disuguali. Voi dite d’aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. E’ più facile che i dispettosi siate voi». Sulla nostra scena ci sono tre ragazzi che ripropongono le emozioni, le riflessioni, le accuse della Lettera: «Così abbiamo capito cos’è l’arte. É voler male a qualcuno o a qualche cosa. Ripensarci sopra a lungo. Farsi aiutare dagli amici in un paziente lavoro di squadra. Pian piano vien fuori quello che di vero c’è sotto l’odio. Nasce l’opera d’arte: una mano al nemico perché cambi». E c’è anche il priore che sta organizzando per sé «un ragionevole e riposante tramonto», ma trova la forza di dedicarsi ancora alla regia di questo grande, sentito lavoro di scrittura collettiva della scuola di Barbiana. Come ha scritto Ernesto Balducci, don Milani «è uno di quei maestri di fede che non ci richiamano al ricordo del passato, ma ci hanno dato appuntamento nel futuro. Essi in qualche modo ci aspettano domani».