29.02.08 – Verona – Un libro su Carceri e pene nella storia di Verona

Un libro su Carceri e pene nella storia di Verona. Com’era il carcere in passato? Quale il ruolo che doveva svolgere? Come sono state attuate le sanzioni punitive nel corso dei secoli? In Carceri e pene nella storia di Verona si è cercata una risposta a tali interrogativi. Un libro di Erika Speri e Francesca Viviani, che verrà presentato al pubblico venerdì 29 febbraio alle 18, nella sede del Centro Turistico Giovanile di via Santa Maria in Chiavica.
Incentivato dall’associazione di volontariato La Fraternità e realizzato con la collaborazione del Centro Turistico Giovanile, il lavoro di ricerca è stato introdotto alla stampa mercoledì 27 febbraio, con l’auspicio dell’assessore alle Politiche per l’Istruzione Maria Luisa Tezza che “possa offrire, in particolare ai più giovani, lo spunto per vivere e riscoprire il proprio territorio da un punto di vista nuovo, che porti a interrogarsi sull’efficacia delle sanzioni punitive attuali”. Ripercorre la storia della città scaligera per guardare ai temi attuali della sicurezza e della giustizia da una prospettiva ampia e per “pensare ad attivarsi in maniera diversa nei confronti di chi ha commesso un reato” spiega una delle due autrici del testo, Francesca Viviani.
Sarà l’avvocato Guariente Guarienti a coordinare i relatori che interverranno alla serata di venerdì (Maurizio Delibori del CTG, Glauco Pretto della Fraternità e le due coautrici Erika Speri e Francesca Viviani) per condurre i presenti in un viaggio nella storia che prende origine nell’età romana e arriva ai nostri giorni – passando per le varie dominazioni e la dittatura nazifascista. Un centinaio di pagine che attraversano la storia di Verona fotografandola da un’angolatura originale, scoprendo aneddoti su persone, vicende, modi di infliggere o subire le pene. Dal Torrazzo di Piazza Erbe, ritratto in copertina, fino agli Scalzi e alle carceri del secondo dopoguerra (il Campone e Montorio) per ritrovare aspetti insospettati e dettagli curiosi che stimolino a recarsi anche fisicamente nei molti luoghi impiegati come carceri, accostando alla curiosità turistica una consapevolezza storico-sociale.
«Oggi il carcere è qualcosa da tenere ai margini, qualcosa di semisconosciuto» spiega Gianmarco Lazzarin della presidenza provinciale del CTG, per questo La Fraternità da quarant’anni si dedica a diffondere una presa di coscienza su tale realtà. Anche perché – conclude il volontario dell’associazione Arrigo Cavallina – «il lavoro del volontariato in carcere ha raggiunto il suo tetto. Dopo l’indulto e le mancate riforme legislative, la popolazione carceraria è in continuo aumento e le carceri stanno andando verso il collasso. A noi, come associazione, non resta che cercare di spostare l’attenzione sulla gente, agire sull’opinione pubblica ponendola di fronte a nuovi interrogativi per ragionare insieme sulle possibili alternative alla reclusione».

Il libro, del costo di 10 euro, è reperibile nella sede dell’associazione La Fraternità di via Provolo (provvisoriamente al n° 27), tel. e fax 045-8004960, mail [email protected]. Orari di apertura: lunedì e giovedì dalle 16 alle 18, o su appuntamento.