F-35. ARMI, A FOGGIA LA SFIDA DELL’ECCELLENZA PER ALENIA


Il risveglio dal letargo parte dalla tecnologia. In Alenia Aeronautica (900 dipendenti) approda in questi giorni un macchinario di ultima generazione in grado di ottimizzare l’uso della carboresina. Si chiama «Cincinnati», ma non è un omaggio all’Italia almeno non direttamente. E’ infatti prodotta nell’omonima cittadina dell’Ohio, Stati Uniti, in una fabbrica specializzata in produzioni nel settore aerospaziale, petrolchimico e nell’automotive. Posto migliore per sviluppare le competenze di «Cincinnati» non poteva essere lo stabilimento Alenia di borgo Incoronata, centro di eccellenza nazionale.

Parte così il programma «Jsf», l’altro grande filone produttivo (dopo il Boeing 787) in grado di assicurare allo stabilimento foggiano commesse per una ventina d’anni. Come si ricorderà il «Jsf», conosciuto anche come F35, è il nuovo velivolo militare progettato dalla Lockeed-Martin, in dotazione forse dal 2016 anche alla nostra Aeronautica militare. Il «Jsf» è infatti considerato la difesa aerea del futuro. E sembra destinato a essere un aereo tipicamente foggiano: prodotto in Alenia (le ali) verrà schierato anche sulla linea di volo del 32° stormo di Amendola come annunciato dall’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Daniele Tei, durante la sua visita lo scorso luglio.

Nello stabilimento Alenia è prevista la produzione, fra il 2010 e il 2028, di 1300 ali complete, quella di Foggia è la seconda linea di produzione dopo la capocommessa Lockeed. Il prodigioso «Cincinnati» è in grado di lavorare una fibra di carbonio dalle dimensioni più ridotte rispetto alla fibra impiegata, ad esempio, per un grande areo commerciale come il Boeing 787 da 250 passeggeri. Ma la via è obbligata per costruire aerei più leggeri e compatibili con consumi e ambiente. Da questo punto di vista questa nuova tecnologia segna l’inizio di una nuova era per l’aeronautica mondiale inaugurata dagli americani progettando il primo aereo commeriale su know-how italiano.

Foggia e Grottaglie (lo stabilimento Alenia dove si produce la fusoliera del «787») si confermano pertanto l’avamposto della tecnologia applicata ai materiali su velivoli militari e civili. Un punto di eccellenza che solo la crisi di ordini può offuscare, si spera solo per brevi periodi.

NUOVI TURNI PER IL 787 –  Le rappresentanze sindacali di Cisl e Uil hanno firmato con la direzione del personale di Alenia Aeronautica un accordo sul programma di costruzione del Boeing 787 (a Foggia si produce lo stabilizzatore di coda). L’accordo prevede 18 turni lavorativi, 20 euro di salario aggiuntivo per la presenza lavorativa al sabato e un buono mensa di 5 euro. Ai lavoratori verrà, inoltre, corrisposto lo straordinario se richiamati in fabbrica nel giorno compensativo di riposo infrasettimanale. «Siamo pronti – dice Giovanni Contento della Uilm nazionale – a confrontarci con l’azienda se questo serve a uscire dalla crisi».

[ Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno ]

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