[GRILLOnews • 02.11.03] "Non c'è nulla di più ingiusto quanto far parti uguali fra diseguali". È una delle frasi celebri di don Milani a campeggiare sulla copertina della nuova rivista "I care", diretta da Piero Cappelli e pubblicata dalle Edizioni Tierre di Firenze. "I care" è dedicata alla memoria, allo studio e alla ricerca sulle opere e le parole di don Lorenzo Milani, sacerdote controcorrente morto nel 1967 nell'esilio montanaro di Barbiana, in Toscana, dove i superiori ecclesiastici lo avevano relegato per punirlo della sua intelligenza e libertà di giudizio...

«I CARE», RIVISTA TRIMESTRALE

“Non c’è nulla di più ingiusto quanto far parti uguali fra diseguali”. È una delle frasi celebri di don Milani a campeggiare sulla copertina della nuova rivista “I care”, diretta da Piero Cappelli e pubblicata dalle Edizioni Tierre di Firenze. “I care” è dedicata alla memoria, allo studio e alla ricerca sulle opere e le parole di don Lorenzo Milani, sacerdote controcorrente morto nel 1967 nell’esilio montanaro di Barbiana, in Toscana, dove i superiori ecclesiastici lo avevano relegato per punirlo della sua intelligenza e libertà di giudizio. La nuova rivista mira a recuperare “attualizzandolo, il pensiero di don Lorenzo e attraverso questo – come guardando attraverso una ‘griglia culturale’ – osservare il mondo del nostro tempo” (dall’editoriale del numero di giugno). Il giornale è dedicato a coloro “che si sentono disperati e soli ed ultimi”: “sappiano che è esistito fisicamente un uomo, un prete, un maestro che ha consumato la sua vita nel darla ad un pugno di poveri ragazzi di montagna facendo scoprire loro cosa significa entrare a far parte della società come mondo del lavoro, come politica, come religione, come sindacato, come cittadini… come cristiani, come educatori… Però oggi – anche se lui non esiste più – esistono tutti coloro che vogliono portare avanti la bandiera milaniana dell’essere ‘coscienza critica’ di una società che è guidata e governata da chi ha perso e/o nasconde per vari altri interessi e priorità – a nostro parere – le vere motivazioni di una convivenza umana e solidale sia in senso laico sia in senso religioso”. Il giornale ha quindi l’ambizione di “riprendere i contenuti milaniani e riproporli”; vuole essere punto di riferimento di quegli intellettuali e di quei gruppi che, in Italia e all’estero, si rifanno al pensiero e alla prassi del prete di Barbiana, soprattutto in campo didattico e pedagogico. Vuol essere inoltre un “forum di discussione” in cui ospitare anche l’opinione di chi è “contro” don Milani e luogo in cui raccogliere le citazioni e i riferimenti a don Milani che appaiono nel dibattito pubblico, sui giornali e su Internet.
Piero Cappelli, in un’intervista rilasciata a “Liberazione” (3/10) ha parlato di “silenzio assordante” attorno alla figura di don Milani, perché il suo pensiero fa tremare ancora il pensiero dominante: “crea scandalo – nota Capelli – la capacità di essere trasparenti, al servizio della verità, dire pane al pane e vino al vino. Il sistema informativo dovrebbe recitare il mea culpa. Per conoscere la realtà dobbiamo sempre affidarci alla buona volontà di qualche singolo giornalista che sia disposto a rompere il cliché. Scandaloso è anche il suo detto ‘meglio la scuola che la merda’. Oggi ci si domanda forse quale formazione debba dare la scuola o invece si dibatte soltanto su interessi di parte?”. “I care” sarà trimestrale; per abbonamenti e per ricevere il primo numero, contattare la casa editrice Tierre (via Cesalpino 2/R, 50134 Firenze, fax 055/414451, e-mail: [email protected]).