[Benedetta Verrini • 29.03.04] Il Bhutan ha abolito la pena di morte. Lo ha reso noto l'associazione Nessuno tocchi Caino, riportando una notizia uscita su un giornale bhutanese, secondo cui il 20 marzo scorso, in corrispondenza del 30° giorno del primo mese del calendario tradizionale, il Re Jigme Singye Wangchuk ha emesso un decreto reale (“kasho”) che abolisce totalmente la pena di morte nel regno...

IL BHUTAN HA ABOLITO LA PENA DI MORTE

Il Bhutan ha abolito la pena di morte. Lo ha reso noto l’associazione Nessuno tocchi Caino, riportando una notizia uscita su un giornale bhutanese, secondo cui il 20 marzo scorso, in corrispondenza del 30° giorno del primo mese del calendario tradizionale, il Re Jigme Singye Wangchuk ha emesso un decreto reale (“kasho”) che abolisce totalmente la pena di morte nel regno.

La pena capitale è esistita nella legge bhutanese sin dalla promulgazione della Costituzione (“Thrimzhung Chhenmo”) del 1953, prevista per omicidio premeditato e tradimento, ma l’ultima volta che è stata applicata è stato nel 1964. Il Re aveva il potere di revocare le sentenze capitali. Essendo un paese buddhista, la pena di morte era considerata da molti una contraddizione con i principi basilari della religione, ma il sistema giudiziario è stato spesso sotto accusa, anche in Parlamento, per non averla applicata nei casi più gravi di criminalità.

“Salutiamo con gioia questa decisione – ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino – che non solo testimonia di una visione illuminata di un Monarca che ha deciso di anteporre i suoi più nobili sentimenti alle istanze più volgari della società, ma testimonia anche di un mondo che va avanti irreversibilmente verso la abolizione della pena di morte”.

“Ora ci attendiamo che il Bhutan sponsorizzi la risoluzione contro la pena di morte in discussione alla Commissione Onu per i diritti umani in corso a Ginevra,” ha chiesto D’Elia.


[di Benedetta Verrini ([email protected]) – 29.03.2004, segnalato da Angelica Gagliardi]