[(di Dino Frisullo • 27.10.02] Sono disperati, decine e decine di migliaia in tutta Italia. La sanatoria si sta trasformando da sogno in incubo per ciascuno di loro, che speravano nella regolarizzazione ma che ora si ritrovano licenziati e a rischio d'espulsione. Kamal ha, o forse aveva, circa trent'anni...

IMMIGRAZIONE: STORIA DI KAMAL

Sono disperati, decine e decine di migliaia in tutta Italia. La sanatoria si sta trasformando da sogno in incubo per ciascuno di loro, che speravano nella regolarizzazione ma che ora si ritrovano licenziati e a rischio d’espulsione. Kamal ha, o forse aveva, circa trent’anni. Mentre scrivo è ricoverato al reparto ortopedia del Policlinico di Roma dopo essersi buttato ieri dal balcone dell’appartamento che condivideva con altri connazionali, al terzo piano di un palazzo della periferia romana. L’hanno trasferito d’urgenza dal Cto, dove inizialmente gli avevano dato una prognosi di sessanta giorni. Secondo Mohammed Kibria, presidente dell’Associazione del Bangladesh, che gli sta vicino, le sue condizioni sono molto più gravi. Ha entrambe le gambe rotte, le spalle immobilizzate, un trauma cranico e probabilmente lesioni alla colonna vertebrale.
Kamal era disperato perché il benzinaio dove lavorava ultimamente, dopo tre anni di lavori saltuari di ogni genere, gli aveva detto che contrariamente alle promesse non l’avrebbe regolarizzato. Neppure se pagava lui di tasca sua i contributi pregressi ed a venire, come al minimo tocca fare a tutti gli immigrati “clandestini” in questi giorni.  Era disperato, Kamal, perché su quel miraggio del permesso di soggiorno – e dunque di un lavoro ben pagato (per il Bangladesh) di operaio al Nord, magari di notte e nella stiva d’una nave nei cantieri mortiferi di Monfalcone o in una cooperativa lombarda di facchinaggio – contavano tre famiglie. La sua famiglia d’origine, contadini quasi senza terra e poverissimi, quella di suo fratello che gli aveva prestato i soldi del viaggio e quella di sua sorella, che aveva venduto per lui l’unico pezzo di terra che aveva.