IMPRESE AGRICOLE NELLA FORESTA DEL CONGO

[Incontro fra i Popoli ONG – 20.05.2012] É stato nel 2004 che il presidente di «Incontro fra i Popoli ONG», Leopoldo Rebellato, accettò l’invito di visitare il Maniema, la regione più immersa nella foresta tropicale della Repubblica Democratica del Congo, grande come un terzo dell’Italia ed abitata da un milione e mezzo di persone. Nel suo capoluogo, Kindu, ci si arriva solo in aereo, come pure in ogni altro grosso centro regionale. Le strade sono percorribili al massimo solo con la moto.

Con i suoi interventi umanitari, Incontro fra i Popoli all’inizio fu un po’ cauto: 5.000 euro per potabilizzare 5 sorgenti, 8.000 euro per l’acquisto di tre piroghe per attraversare il fiume Congo, 6.000 euro per una  brillatrice di riso, ecc. Il problema prioritario tuttavia era l’agricoltura. Le conoscenze in agronomia, allevamento e gestione del raccolto e del reddito restavano troppo poche per le esigenze dei tempi moderni. La regione soffriva di totale isolamento culturale.

Eppure la volontà di uscire dal bisogno c’era ed era testimoniata dal pullulare di spontanee aggregazioni di contadini, che costituiscono il 95% della popolazione. Loro le chiamano OBC, cioè Organizzazioni a Base Comunitaria. Ed è con queste OBC che «Incontro fra i Popoli» ha formulato un progetto di sviluppo, volto soprattutto a introdurre nuove conoscenze e nuove metodologie di coltivare i campi e allevare animali. Un progetto di due anni, concluso in questi giorni, un progetto da 290.000 euro, di cui 118.000 costituiti dall’apporto benevolo dei volontari dell’associazione, e 172.000 provenienti dall’Unione Europea e dalla solidarietà di persone, gruppi, scuole del territorio italiano.

Il cuore del progetto era un corso intensivo di formazione della durata di due mesi per 12 «grandi animatori». Questi animatori a loro volta hanno formato 150 «esperti tecnici locali». «Ci rendono fieri i risultati tangibili – dice Rebellato – Nessuna nuova struttura da mantenere, ma solo un salto di qualità delle loro abitudini».

Ecco alcuni dei risultati: nel Maniema ora operano di 12 «grandi animatori», competenti in tecniche di coinvolgimento sociale e in conoscenze di agricoltura e di allevamento. Ci sono 233 OBC (per un totale di 5.995 soci, 74.845 beneficiari), capaci di gestione e contabilità di base. Ogni OBC è composta in media da 26 soci (13 donne e 13 uomini), ha il suo Consiglio di Amministrazione, composto in media di 7 membri (4 donne e 3 uomini), ha un leader dotato di nuove conoscenze di base e in rapporto con il grande animatore del territorio. Si sono creati dei coordinamenti fra OBC, per mettere in pratica insieme gli insegnamenti avuti. Si diffonde la pratica della semina in linea e con la giusta spaziatura fra seme e seme, la scelta oculata fra monocoltura e associazioni colturali (mais-fagioli…), l’applicazione del riposo agricolo e delle rotazioni colturali. In certe zone, le OBC hanno introdotto nuove culture non ancora presenti nel loro territorio: arachidi, mais, fagioli, cavoli. In alcune OBC si sta diffondendo l’allevamento in stabulazione, anche se questo comporta maggiore lavoro: costruire una stalla e tenerla pulita, fornire cibo, acqua e cure veterinarie agli animali, ecc.

Alcune OBC, inoltre, hanno avviato altri tipi di allevamento, nuovi per il territorio: galline ovaiole, polli, maiali, cobaye. E sempre più numerosi sono gli allevatori-piscicoltori che abbandonano gli stagni di sbarramento, costruendo stagni di derivazione. Si cura molto di più la produzione di avannotti, la monospecificità ittica, il nutrimento dei pesci. E in ogni casa ora c’è cibo più abbondante e più variegato. I prodotti agricoli e dell’allevamento, venduti al mercato, hanno elevato il reddito familiare (mediamente di un terzo). A livello individuale e soprattutto collettivo, sta nascendo uno spirito imprenditoriale di investimento. Ne è esempio un’OBC: con il guadagno avuto dall’aumento di produzione di pesci, ottenuto con i nuovi stagni di derivazione, si è comperata un altro terreno, che ha messo in valore con una piantagione di palma da olio; dalla vendita dei semi a olio, ha potuto comperare il torchio, divenendo così capace di produrre e vendere direttamente il suo olio, aumentando quindi il reddito, fino a potersi ora costruire la sua sede.

Per informazioni: «Incontro fra i Popoli ONG» – Tel. 049.5975338 – [email protected]www.incontrofraipopoli.it