INCAMMINARSI VERSO LA GRATUITÁ


Viviamo in un mondo che troppo spesso ci spinge a prendere una strada opposta a quella della gratuitá: il concentrare tutti gli sforzi per migliorare le condizioni di vita di se stessi e della propria famiglia dimenticando gli altri, vedere la carriera come un idolo, sentirsi superiori perché appartenenti al “primo mondo”, ovvero al mondo dei privilegiati, dimenticandosi totalmente di chi soffre ed é sfruttato. Si tratta di una scelta egoista ed arida, che non puó dare gioia.

Perché non decidere di incamminarsi verso la gratuità? Di che si tratta? In sostenza significa scegliere la via della condivisione, del camminare insieme aiutandosi uno con l’altro, perché tutti abbiano condizioni di vita degna senza privilegi, del rinunciare ai vantaggi personali e saper godere della felicità degli altri: solo così ognuno di noi può raggiungere una serenità vera e profonda. In questo contesto ci possono aiutare molto le parole di Gandhi che si trovano nell’Agenda «Giorni nonviolenti 2010» (Edizioni Qualevita di Torre dei Nolfi – L’Aquila): «Spesso possediamo un mucchio di cose superflue. Se ciascuno avesse solo ció di cui ha bisogno, nessuno mancherebbe di niente e tutti si accontenterebbero».

Cerchiamo ora di pensare in concreto come mettere in pratica la gratuità attraverso qualche esempio. Nei rapporti umani è fondamentale ricordarsi che si deve aiutare con dolcezza chi sbaglia, perché corregga i suoi errori, evitando ogni forma di aggressività. In questo contesto non si possono dimenticare le parole di Martin Luther King, che si trovano nell’Agenda menzionata precedentemente: «Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza, aggiungendo una più profonda oscuritá ad una notte che è già priva di stelle. L’oscuritá non può allontanare l’odio, solo l’amore puó farlo». I genitori dovrebbero evitare di accattivarsi la simpatia dei propri figli con premi in denaro o simili per aver fatto qualcosa di valido, ma invece aiutarli con amore a comprendere che la gioia viene non da una ricompensa materiale ma dall’aver dato il proprio piccolo contributo per la creazione di un ambiente famigliare sereno. I maestri ed i professori dovrebbero impegnarsi affiché gli studenti non solo diventino degli specialisti nei vari campi, ma sopratutto ricevano l’aiuto necessario per acquistare una visione integrale dei veri valori della vita e poter così impegnarsi nella costruzione di un Mondo di pace e giustizia.

Ed ancora: chi lavora in banca dovrebbe sforzarsi nel non lasciarsi abbindolare dall’equivoco profumo del denaro, ma nell’aiutare i clienti ad utilizzare il denaro non con la febbre della proprietà, ma con moderazione ed altruismo. Chi è impegnato nel campo industriale non dovrebbe limitarsi a ricercare il buon funzionamento dell’azienda in cui lavora, ma dare prioritá ad attività che possano migliorare le condizioni sociali della popolazione (per es. priorizzare i mezzi di trasporto pubblico, utilizzare materiali non contaminanti, abbassare al massimo i consumi energetici, ecc.). Chi lavora in uffici pubblici o privati non dovrebbe mettere tutte le sue energie nella ricerca di nuovi clienti ed in sostanza di maggiori introiti, ma rendersi conto dell’importanza di creare rapporti veri con i propri clienti, cercando di aiutarli in forma gratuita senza aver sempre in mente i vantaggi che se ne possono trarre.

É di fondamentale importanza che gli agricoltori si impegnino a produrre alimenti sani, non contaminati da prodotti chimici dannosi e rispettino la biodiversità. Tutti insieme dobbiamo sentire profondamente e cercare di promuovere una vera giustizia sociale, eliminando poco a poco gli abissi tra Paesi ricchi e sfruttatori e Paesi poveri, resi cosí totalmente schiavi dei potenti. Dobbiamo inoltre sentire, come afferma il teologo della liberazione brasiliano Frei Betto, «l’ambiente come madre» e rendersi conto di quanto sia vera, sempre come sottolinea lo stesso teologo, una massima dei pellirosse americani «Quando l’ultimo albero sarà abbattuto, l’ultimo fiume prosciugato e l’ultimo animale ucciso, allora capiremo che non si puó mangiare il denaro» (vedi la rivista «Nigrizia», settembre 2009).

Dobbiamo renderci conto che  per impegnarsi con sempre piú convinzione e spirito gratuito per salvare il nostro Pianeta e offrire una possibilità di vita alle generazioni future, non possiamo fermarci alle chiacchiere con ben pochi risultati, come è avvenuto nel Vertice sul clima di Copenhagen tenutosi in dicembre del 2009, ma dobbiamo realizzare una rivoluzione energetica che dia a livello mondiale sempre piú impulso alla riduzione dei consumi e che permetta uno sviluppo delle fonti rinnovabili di energia solari dirette ed indirette (vento, acqua, biomassa), totalmente pulite in modo da sostituire al 100% in alcune decine di anni le pericolosissime fonti energetiche fossili e nucleari.

Concludendo, ognuno di noi può dare il suo piccolo contributo per passare da un Mondo egoista ad un Mondo impregnato di gratuità.

Enrico Turrini


Enrico Turrini, fisico di origine trentina, già componente del comitato scientifico dell’Università internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace e presidente della Camera dei ricorsi di Fisica II dell’Ufficio europeo dei brevetti di Monaco di Baviera (Germania), dove vive. E amico di GRILLOnews.it