[Marina Spironetti • ottobre 2004] Nessuno può essere come Cristo ma, se se lo volessimo tutti noi potremmo come essere come il Che...

INTERVISTA ALLA FIGLIA DI ERNESTO CHE GUEVARA

E’ Aleida l’ospite piu’ atteso e ricercato di questa terza edizione del Forum Sociale Europeo: una simpatica signora quarantenne, dal sorriso aperto e dalla parlantina sciolta. E quando questa signora incrocia il tuo sguardo, per un attimo hai quasi un sussulto. Perche’ il suo sguardo e’ identico a quello del padre. Il Che.

E’ arrivata da Cuba, dove risiede ed esercita la professione di pediatra, ieri pomeriggio, grazie all’organizzazione “Cuba Solidarity Campaign”. L’abbiamo incontrata pochi minuti prima della conferenza stampa.

Companera, cosa si prova a partecipare a quest’edizione del Forum Sociale Europeo?

Essere la figlia del Che significa che la gente si interessa a te e ascolta quello che hai da dire. In questo modo ho la possibilita’ di parlare di Cuba e dire tante cose di cui solitamente i media non parlano. La mia partecipazione al Forum significa quindi essere utilizzata nel miglior modo possibile, a beneficio del popolo cubano.

Tuo padre e’ una delle maggiori icone del ventesimo secolo. Cosa si prova a vedere il suo volto dappertutto, dalle magliette ai dischi?

Noi figli del Che dobbiamo confrontarci continuamente con l’immagine iconografica di nostro padre. Vedere la sua immagine sulle magliette o sulle bandiere di protesta e’ una bella cosa per noi. Sempre che si tratti di una giusta causa. Non ci piace quando il suo volto viene utilizzato da operazioni di marketing di compagnie capitaliste. Non credo sia giusto in quel caso. Abbiamo bisogno di persone che conoscano meglio l’opera di mio padre e che possano mettere in pratica il suo esempio nelle loro vite. Nessuno puo’ essere come Cristo ma, se solo lo volessimo, tutti noi potremmo essere come il Che.

Cos’ha significato la rivoluzione cubana per il Sudamerica?

La rivoluzione cubana ha reso il cammino piu’ difficile per gli altri paesi latino americani, perche’ gli Stati Uniti, dopo aver assistito a una rivoluzione che si e’ consumata proprio sotto i loro occhi, a due passi da loro, hanno intensificato l’aggressione contro il resto della popolazione latinoamericana.

Si e’ parlato e si continua a parlare della questione del diritto alla liberta’ di opinione in un paese come Cuba…

Vedi, Cuba e’ un paese socialista e nel socialismo la voce e’ quella della maggioranza della gente. Credo che la maggior parte dei cubani si riconosca in questo tipo di societa’, dove possiamo esprimere le nostre opinioni e, soprattutto, esigere delle risposte.
A Cuba non accadra’ mai quello che si e’ invece verificato in un paese “democratico” come la Spagna, dove Aznar ha ignorato la voce di oltre il 90% della popolazione, che aveva espresso il suo no alla guerra in Iraq.  Da noi, quando il popolo dice no, significa no. E questo posso assicurarvelo. In questo senso, l’Unione Europea ha qualcosa da imparare dalla nostra “democrazia”… Se si condanna la pena di morte, allora si devono condannare anche le migliaia di morti provocate da guerre ingiuste nel mondo. E condannare ugualmente gli Stati Uniti per la prigione di Guantanamo. Quando l’Unione Europea sanzionera’ gli Stati Uniti per queste azioni, allora noi cubani potremmo dire di essere giudicati su un piano egalitario.

Quali sono le prospettive di Cuba dopo Fidel Castro?

Continuo a pormi questa domanda. Indubbiamente sara’ una situazione difficile, perche’ Fidel e’ amato e rispettato dalla maggiorparte del popolo cubano. E’ un uomo molto speciale. Ma e’ anche vero che molti sono gli uomini e le donne che hanno guidato Cuba nella rivoluzione e che credono nei suoi valori. Sicuramente non potra’ mai essere la stessa cosa, ma credo fermamente che noi cubani continueremo nel nostro cammino perche’ sappiamo – e vogliamo – continuare a vivere in questa maniera.


Fonte: Articolo 21