[Cristina Rossato • 04.11.04] Il contributo del professor Roth, esperto soprattutto delle problematiche dell’integrazione degli immigrati in ambito scolastico, ha suscitato molto interesse soprattutto tra gli studenti del Master in “INTERCULTURAL COMPETENCE AND MANAGEMENT” (Gestione Interculturale dei conflitti e mediazione) organizzato sempre dal CSI dell’Università di Verona che si pone come obiettivo la trasmissione delle competenze specifiche per un intervento in situazioni caratterizzate dalla presenza di stranieri individuando i conflitti e le potenzialità di crescita e arricchimento e studiando proprio alcune strategie d’intervento a carattere interculturale...

WOLFGANG ROTH: «L’IMPORTANTE RUOLO DEL MEDIATORE CULTURALE»

Il Centro Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Verona, diretto dal Professor Agostino Portera, in collaborazione con il Centro Pedagogico per l’Orientamento e la Formazione (CePOF) e l’International Association for Intercultural Education (IAIE) ha invitato nei giorni scorsi a tenere alcune lezioni sull’educazione interculturale nella società complessa uno studioso della materia di fama internazionale, il professor Wolfgang Roth dell’Università di Freiburg.

Il contributo del professor Roth, esperto soprattutto delle problematiche dell’integrazione degli immigrati in ambito scolastico, ha suscitato molto interesse soprattutto tra gli studenti del Master in “INTERCULTURAL COMPETENCE AND MANAGEMENT” (Gestione Interculturale dei conflitti e mediazione) organizzato sempre dal CSI dell’Università di Verona che si pone come obiettivo la trasmissione delle competenze specifiche per un intervento in situazioni caratterizzate dalla presenza di stranieri individuando i conflitti e le potenzialità di crescita e arricchimento e studiando proprio alcune strategie d’intervento a carattere interculturale.
 
Il Professor Roth è intervenuto a Verona sul tema “Tecniche di gestione dei conflitti interculturali”. Dagli studi e dalle esperienze riportate dal relatore il conflitto esplode generalmente laddove due o più persone sono in disaccordo fra loro e non trovano punti in comune. Si verifica infatti una rigidità di posizioni e non vi è riconoscimento fra le parti coinvolte. La comunicazione viene interrotta, si spezza. Il conflitto può essere intrapersonale o interpersonale, fra una persona e un’altra persona, tra una persona e un gruppo o fra più gruppi.

Secondo Roth per la risoluzione dei conflitti si può porre l’attenzione sull’io, sul noi o sul problema stesso, in base all’importanza che il soggetto coinvolto vuole dare in quel momento. Necessario è cercare di chiarire i disturbi fra le parti. Molte volte, infatti, sembra che il gruppo stia dialogando, invece sta litigando. Per questo è fondamentale rilevare i problemi che sono nati tra le parti, cercare di individuarne i bisogni e trovare insieme una soluzione.

In questo contesto il mediatore ha un ruolo fondamentale: egli deve essere una persona equilibrata e cosciente di se stessa e del problema che deve affrontare, avere molta tolleranza, una grande capacità di assorbire le possibili sconfitte, quando per esempio la mediazione non è avvenuta in modo efficace e cercare sempre di mediare. Deve creare una buona atmosfera e un buon clima relazionale, prendere tempo, ascoltare entrambe le parti, far capire di essere partecipe e di aver compreso i loro bisogni e i loro obiettivi. Distinguere la persona dal problema, far forza sui punti in comune fra le parti prima di prendere in considerazione le differenze fra esse.
 
Molta attenzione è stata inoltre posta dal professore Roth al problema dei conflitti interculturali all’interno della scuola. Il confronto tra la situazione italiana e quella tedesca, di cui il professor Roth si sta facendo portavoce, presenta interessanti sviluppi e riflessioni a partire dalla percentuale di immigrati in ciascuno dei due paesi: in Italia si calcola che gli stranieri rappresentino circa il 3%, in Germania il 10% con circa 8 milioni di stranieri. Di conseguenza anche la presenza di figli di immigrati nelle scuole tedesche è molto più rilevante rispetto alla nostra nazione.

Abbiamo chiesto al Professor Roth di illustrarci brevemente l’integrazione scolastica in Germania: «Il nostro è un paese che convive con moltissimi stranieri e con moltissimi figli che frequentano le nostre scuole. Purtroppo il sistema scolastico tedesco sta vivendo in questo momento una serie di cambiamenti e trasformazioni che impediscono di concentrare l’attenzione sui problemi che questi bambini si trovano a vivere quotidianamente tra i banchi. Un’indagine dell’organizzazione internazione OECD–UN ha riportato alcuni dati molto interessanti soprattutto riguardanti la potenzialità dei bambini immigrati: la conoscenza di due o tre lingue straniere, la conoscenza di diverse religioni, tradizioni, usi e costumi, e quindi un bagaglio culturale e di esperienze che i nostri bambini sicuramente non hanno. Purtroppo però i doni di questi piccoli studenti non vengono fatti fruttare all’interno delle scuole. Inoltre il sistema scolastico tedesco fa già dalle prime classi una grande “selezione”: i bambini immigrati non hanno la possibilità di frequentare le scuole più qualificate e rinomate e vengono così iscritti in istituti che già convivono con grosse problematiche. Si sta, in un certo senso, costruendo un vero “Bronx scolastico”.
Una delle note positive è invece che a livello di privati, di aziende, di fondazioni si sta creando una fitta rete di interventi mirati proprio all’integrazione degli stranieri e questo lascia ben sperare per il futuro. Oggi infatti l’integrazione procede molto a rilento poiché gli interventi statali sono troppo generici e i servizi offerti agli immigrati non sono sempre finalizzati alla loro integrazione. Ma sono convinto che grazie ai progetti e alle proposte di interventi mirati e specifici si potrà ottenere molto di più rispetto a quello che si è fatto fin d’ora».
 
 
Wolfgang Roth nasce in Germania nel 1939. Nel 1966 si laurea in Psicologia e nel 1970 ottiene il dottorato discutendo una testi dal titolo “ Lo sviluppo dei bambini dai 4 ai 10 anni e il loro apprendimento tecnico-psicologico”. Nel 1971 diventa assistente alla facoltà di Psicologia Pedagogica dell’Università di Gießen iniziando contemporaneamente l’insegnamento alle scuole superiori. Dal 1973 prende la cattedra come professore ordinario alla Scuola di perfezionamento di Freiburg. Nel 1776 fonda un’associazione interculturale (che nel 2002 riceve il riconoscimento dal Presidente federale) che offre aiuto e sostegno extra scolastico ai bambini extra comunitari e consulenza familiare agli immigrati. Dal 1976 al 1980 è direttore di un importante progetto di ricerca sulla socializzazione in ambito scolastico e extrascolastico dei figli di immigrati in Germania, progetto finanzianto dalla Fondazione Volkswagen. Dal 1999 è direttore dell’Istituto di Psicologia dell’Università di Freiburg.
Il Professor Roth da sempre si dedica alle problematiche e ai conflitti interculturali all’interno della scuola. Ha scritto molti volumi sviluppando questo tema, ha girato in gran parte del mondo per studio e ricerca e ha sviluppato una serie di importanti progetti per l’integrazione dei bambini immigrati.

Fonte: 
Università degli Studi di Verona
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