[Un Ponte per Baghdad • 16.03.05] Settimana di consultazioni politiche in Iraq, in attesa della convocazione (ormai non rinviabile) della prima seduta dell'Assemblea Nazionale, prevista per oggi, 16 marzo...

IRAQ. IL PUNTO DELLA SITUAZIONE/1

Settimana di consultazioni politiche in Iraq, in attesa della convocazione (ormai non rinviabile) della prima seduta dell’Assemblea Nazionale, prevista per oggi, 16 marzo. Non c’è però ancora un accordo, nonostante i tentativi di sciiti e curdi per costruire insieme il prossimo governo.

A guardare molto più in là, alle prossime consultazioni, sono invece i partiti (prevalentemente sunniti) e i gruppi politici che hanno boicottato quelle del 30 gennaio. In una dichiarazione comune fanno appello alle altre forze per costruire insieme il futuro dell’Iraq .

La situazione sociale non è molto tranquilla: scioperano i medici contro gli assalti della polizia irachena, sciopera la polizia irachena contro le truppe Usa. E la legge di emergenza viene ancora prorogata (e sono ormai cinque mesi che è in vigore), mentre dal canto suo l’esercito Usa vorrebbe sperimentare l’uso di nuovi sistemi di puntamento delle mine più sicuri.

Per loro, ovvio. Intanto da Fallujah arriva la conferma dell’uso di armi chimiche da parte dell’esercito Usa: a darla, il Ministero della sanità iracheno. Ma Fallujah non è un caso isolato: nella stessa settimana, sono messe sotto assedio Ramadi e Samarra . Il numero dei morti resta ancora incerto, anche se qualcuno dice che conoscerlo sarebbe una prova di democrazia . E ci sono altre notizie anche su Abu Ghraib: la stampa internazionale prende finalmente coscienza, attraverso i documenti ufficiali, che nel carcere gestito dagli Usa erano detenuti anche bambini e che anche loro sono stati torturati, come gli altri.

Il 4 marzo 2005, dopo un mese di prigionia, viene liberata Giuliana Sgrena ma non si festeggia: nel tragitto verso l’aeroporto, l’auto su cui viaggia viene presa di mira dai soldati americani: muore un agente del Sismi che viaggia con lei, e che è stato tra gli artefici del suo rientro. Muore come molti altri lungo quella stessa strada, e lungo le altre strade dell’Iraq : colpito da quello che in questo caso si chiama fuoco amico, e che altre volte è semplicemente il fuoco della guerra.
 
Approfondimendi: Il dopo elezioni


Fonte Web: http://www.osservatorioiraq.it