[di LEONARDO BOFF • 19.05.03] Tutto nel mondo è dialettico, non perché l'hanno detto Hegel o Marx e prima di loro il pre-socratico Eraclito. Ma perché questa è la legge delle cose. retta dal caos e dal cosmo, e dal sim-bolico (ciò che unisce) e dal dia-bolico (ciò che divide). L'effetto dialettico della guerra della vergogna mossa da Bush contro l'Iraq è il trionfo del movimento per la pace che ha attraversato il mondo intero...

LA PACE AVVERRA’ PER «EFFETTO FARFALLA»

Tutto nel mondo è dialettico, non perché l’hanno detto Hegel o Marx e prima di loro il pre-socratico Eraclito. Ma perché questa è la legge delle cose. retta dal caos e dal cosmo, e dal sim-bolico (ciò che unisce) e dal dia-bolico (ciò che divide). L’effetto dialettico della guerra della vergogna mossa da Bush contro l’Iraq è il trionfo del movimento per la pace che ha attraversato il mondo intero. Gli operatori di pace non sono solo i gruppi pacifisti, ma la società civile mondiale che si è convinta (infine) che la guerra non è la soluzione per nessun problema. Essa è un problema per l’umanità, poiché, se non fosse tenuta a bada, metterebbe fine all’umanità. E questa volta non possiamo vacillare.
Nei giorni che hanno preceduto la guerra, come anche dopo, si sono susseguite per il mondo le manifestazioni per la pace. Un interlocutore scettico dell’interno della foresta amazzonica mi ha informato per e-mail che anche là si sono svolte, con la partecipazione di indios, lavoratori impegnati nella produzione del caucciù o in attività collegate al grande fiume, manifestazioni per la pace con tanto di striscioni e slogan. E chiedeva la mia opinione, perché pensava che tutto questo non porta a nulla, perché il secolo XXI sarà il secolo degli Stati Uniti e la guerra “intelligente” è il mezzo incontrastato per imporre la “pax americana”. Domandava: che significa per la pace mondiale gesto realizzato nel più ignoto dei luoghi? Gli ho risposto più o meno nei termini che seguono. É convinzione dell’umano senso comune che la luce, per debole che sia, vale più di tutte le tenebre insieme, perché basta un fiammifero acceso per esorcizzare tutta l’oscurità di una stanza e mostrare l’uscita. La luce, per sua natura, fa il suo corso misterioso attraverso lo spazio e sarà sempre captata dagli spiriti di luce. Gli ho scritto anche che il bene possiede una forza singolare, come la forza dell’amore. Per questo nulla, pur nei limiti intrinsechi, resiste al bene. Esso finisce per trionfare. Similmente alla forza delle gocce di pioggia sugli immensi incendi in Amazzonia. Una goccia fa molto poco, tanto quanto l’acqua portata da un colibrì che, solidale, vuole dare anche lui il suo contributo. Ma la pioggia non è fatta di gocce? Sono molte gocce, milioni di gocce, quasi milioni di minuscoli colibrì che spengono in poche ore l’incendio più indomito. É la forza invincibile del piccolo. É importante credere nella forza segreta della buona volontà, per minima che sia. Il bene non rimane circoscritto alla persona che lo pratica. Il bene è come la luce, una realtà di irradiazione. Come un’onda, segue il suo corso per il mondo, evocando il bene che è in tutti e rafforzando la corrente del bene. Il bene è il riferimento di ogni etica umana. Queste ovvie riflessioni vengono confermate dalla moderna teoria del caos, che allude all’effetto farfalla: un batter d’ali di farfalla nel mio giardino può produrre una tempesta sul Pentagono. Cioè, tutto è interdipendente. A volte, l’anello apparentemente più insignificante è responsabile dell’irruzione del nuovo. Qualcuno totalmente sconosciuto, per strada, punta il dito in alto e grida: «guarda, là, là». Può essere qualunque cosa, che so, un oggetto non identificato. E in un momento, gruppi e moltitudini cominciano a guardare nella stessa direzione. Si dà l’effetto farfalla. Il piccolo ha prodotto il grande. In questa concatenazione, chi può negare che la pace non possa essere lanciata a partire da questo ignoto villaggio dell’Amazzonia? Sì, dal piccolo potrà venire la forza segreta della pace.


(Leonardo Boff, teologo della liberazione, Brasile. Testo pubblicato sul n.35 di «ADISTA» del 10.05.2003)