[Greenpeace • 11.11.2000] Piantare alberi transgenici per aggirare gli impegni a ridurre le emissioni di CO2 assunti a Kyoto: la truffa delle compagnie minaccia ora le foreste ancestrali.

La truffa degli alberi transgenici

Piantare alberi transgenici per aggirare gli impegni a ridurre le emissioni di CO2 assunti a Kyoto: la truffa delle compagnie minaccia ora le foreste ancestrali. Alla Conferenza di Kyoto, nel 1997, tutti i paesi si sono impegnati a contenere le proprie emissioni di CO2 (prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili, come carbone e petrolio) in quanto si tratta del principale fattore di crescita dell’effetto Serra. Ora al vertice di Le Hague, Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia stanno tentando di ridurre gli impegni limiti stabiliti alla Conferenza di Kyoto. Stavolta il trucco e’ quello del presunto scambio alberi contro emissioni. Durante la crescita gli alberi rappresentano un grande fattore di stabilizzazione e di immagazzinamento di carbonio. Il problema però e’ che il carbonio viene immagazzinato  prevalentemente durante la crescita dell’albero, e quindi nessuno  pensa a proteggere le foreste esistenti, ma  a creare immense piantagioni di eucalipti, alberi a crescita rapida. Le foreste primarie rappresentano infatti un ecosistema stabile: sono in grado di conservare grandi quantità di carbonio, ma non di aumentare la loro “capacità di stoccaggio”. La compagnia giapponese Tokyo Electric Power Company ha progettato di coltivare a eucalipti 3.000 ettari nell’isola australiana di Tasmania. In questo modo il Giappone sarà in grado di emettere 130.000 tonnellate di CO2 oltre i limiti stabiliti a Kyoto. Il sistema adottato non rappresenta affatto una garanzia: una volta  cresciuto, l’albero deve essere abbattuto per lasciare posto ad una nuova pianta in crescita. Se il legno viene bruciato, o comunque degradato (per esempio attraverso la produzione di carta) in poco  tempo tutto il carbonio accumulato ritornerà in circolazione.  L’unico luogo sicuro in cui conservare le riserve di carbonio, e’ lasciandolo  nel sottosuolo. Ma non basta: oltre ad essere inefficace, il trucco delle piantagioni rappresenta una reale minaccia alle foreste ancestrali: la ricerca di grandi estensioni da coltivare ad alberi, rappresenterà una nuova minaccia per ampie estensioni di foreste millenarie e di ecosistemi naturali. Come se non bastasse, sono in avanzato stadio diversi progetti per ottenere alberi geneticamente manipolati a crescita rapida. L’immissione di alberi transgenici rischia di mettere a repentaglio la biodiversità anche nelle aree non coinvolte dalle piantagioni. Diverse piante che dovevano essere sterili hanno regolarmente prodotto polline, altre hanno mostrato caratteristiche inattese. Questi nuovi soggetti rischiano di provocare turbolenze impreviste se dovessero moltiplicarsi negli ecosistemi delle foreste. C’e’ un solo mezzo per combattere con efficacia l’effetto serra: ridurre drasticamente l’estrazione e l’utilizzo di combustibili fossili, e promuovere le energie rinnovabili. Ora abbiamo un motivo in più per seguire questa strada: proteggere le foreste ancestrali.


(fonte: Greenpeace)