[Luca Salvi • 09.01.05] La catastrofe dell'Oceano Indiano ci colpisce per sue dimensioni apocalittiche e sta suscitando una mobilitazione internazionale straordinaria e senza precedenti. Eppure ogni anno negli stessi luoghi non 150.000 ma milioni di persone, soprattutto bambini, muoiono perché non dispongono di acqua potabile.

LETTERE. RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI

La catastrofe dell’Oceano Indiano ci colpisce per sue dimensioni apocalittiche e sta suscitando una mobilitazione internazionale straordinaria e senza precedenti.

Eppure ogni anno negli stessi luoghi non 150.000 ma milioni di persone, soprattutto bambini, muoiono perché non dispongono di acqua potabile. La comunità internazionale stanzierà 3-4 miliardi di dollari di aiuti, eppure il debito estero di questi paesi è 100 volte superiore, circa 400 miliardi di dollari.

E’ uno scandaloso paradosso che ogni anno i poveri debbano dare miliardi di dollari ai ricchi, mentre i loro figli muoiono di fame o di malattie per noi banali, per saldare gli interessi usurai di un debito che è già stato ripagato almeno 3-4 volte!  Non possiamo commuoverci di fronte alle vittime dello tsumani e restare indifferenti di fronte a questo genocidio dei poveri. Ora basta, mettiamoci una mano sulla coscienza, per primi i leader dei paesi ricchi, che al summit di Giakarta non sono andati oltre la proposta di una moratoria: la cancellazione totale del debito è un imperativo morale e umanitario, perché la catastrofe è frutto anche degli squilibri del pianeta e della miseria, la vera e assoluta emergenza del nostro mondo.

Oggi ci sentiamo buoni e solidali nel donare, ma non chiamiamo carità ciò che è semplicemente un atto di giustizia. Allora non lasciamoci sfuggire l’occasione di far nascere da questa immane tragedia una nuova solidarietà mondiale e un mondo più giusto, dove ad ogni essere umano sia concessa almeno una vita dignitosa. Un giorno noi cittadini dell’Occidente cristiano dovremo pur rendere conto di queste parole:”Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. 
 
Luca Salvi
Verona