LIBRI. «GIORNI DI NEVE, GIORNI DI SOLE» DI FABRIZIO E NICOLA VALSECCHI

[Amedeo Tosi – 28.02.2013] Un uomo ormai anziano, durante il viaggio di ritorno verso l’Italia, la sua terra d’origine abbandonata da ormai settant’anni, ripercorre gli anni trascorsi in Argentina, dove ha sperato in una vita serena e libera. Ma il rapimento e la scomparsa della figlia e del genero, desaparecidos, hanno infranto questo sogno. Solo il ritorno alle origini riesce in parte ad attenuare la sua sofferenza. Un percorso nella memoria pubblica e privata che coinvolge emotivamente il lettore in un viaggio che non può essere fine a se stesso, ma che si muove tra il presente e il passato, affinché in futuro non si ripetano più gli orrori vissuti durante il fascismo e la dittatura argentina

disoleGIORNI DI NEVE, GIORNI DI SOLE
di Fabrizio e Nicola Valsecchi
Anno 2010 – 128 pagine – 12 euro
ISBN: 9788872034989
Casa Editrice Marna
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Una vicenda realmente accaduta. Una narrazione coinvolgente, che interroga, attiva la memoria, imprime un segno nella coscienza. É la storia di Alfonso Mario Dell’Orto, che nel 1935, in pieno regime fascista, lascia la propria terra comasca e con la madre e la sorella emigra, come moltissimi altri, in un paese lontano, l’Argentina. Una storia narrata dopo 70 anni, nell’attimo in cui il protagonista, ormai anziano, intraprende il viaggio di ritorno verso il paese d’origine, Piazza Santo Stefano, frazione di Cernobbio. E ripercorre, attingendo dai sentimenti e ricordi più intimi, gli anni vissuti oltreoceano, in quella che doveva essere la terra del sole e della speranza. Ma che un’altra dittatura, quella dello spietato regime militare dei generali, delle leggi marziali, del capo della junta militar Jorge Rafael Videla, a partire dal 1976 trasformò nello sciagurato inverno di un terrorismo di stato che imperversò fino al 1983, lasciando dietro di sé una lunga, tragica scia di crimini contro l’umanità.

Tra le migliaia di giovani vite represse e stroncate dalla dittatura argentina, anche la figlia maggiore di Alfonso, Patricia, e il genero Ambrosio, entrambi impegnati in un lavoro sociale tra i poveri. Strappata dalla sua casa, dalla sua bambina di venticinque giorni, dai suoi genitori, e legata nel destino al marito, la scomparsa di Patricia segnerà il futuro di chi l’ha messa al mondo e cresciuta: quel futuro sognato da Alfonso, costruito con sacrifici assieme alla moglie e ai quattro figli, verrà irrimediabilmente compromesso dalla violenza che colpì anche la sua famiglia, come quelle degli altri 30.000 desaparecidos argentini.

Solo il ritorno alle sue origini e il mettersi a raccontare chi era Patricia, riuscirà, in parte, ad attenuare la sofferenza di Alfonso. «I desaparecidos sono lì presenti per reclamare che la coscienza, i valori e la dignità del popolo non desiderano l’impunità né l’oblio» ha scritto nella prefazione Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la pace 1980. Aggiungendo: «Patricia e Ambrosio, e tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà, rimangono nella memoria e nella resistenza». E la testimonianza che il libro offre «illumina il cammino della vita di chi ha lottato per un mondo più giusto e più umano per tutti».

La Storia ci dice che non bastò la repressione a fermare la richiesta di verità. Anzi. Proprio la ricerca di quei destini perduti e scomparsi alimentò il movimento che col tempo sarebbe andato ad assumere sempre più un carattere di massa, fino a minare le basi stesse della dittatura. In quel movimento c’è anche Alfonso. E ruota proprio attorno a questo suo perenne desiderio di far rivivere, ovunque, la memoria della figlia, il commovente rimettersi in cammino del protagonista verso il paese natale, l’Italia. Verso le proprie radici. Un ritorno sentito, narrato e vissuto come il desiderio più grande. La consegna di un quadro di Patricia -la sola a non aver conosciuto il paese del padre- alla cooperativa sociale di Cernobbio costruita anche da suo nonno Giovanni, legherà idealmente, per sempre, i principi di libertà, verità, giustizia e democrazia in cui i suoi cari credevano.

La narrazione dei fratelli Valsecchi è un percorso nella memoria pubblica e privata che coinvolge emotivamente il lettore in un viaggio che non può essere fine a se stesso, ma che si muove tra il presente e il passato, affinché in futuro non si ripetano più quegli orrori. (am.t.)

GLI AUTORI  Fabrizio e Nicola Valsecchi, nati a Como nel 1976, gemelli scrittori cernobbiesi, hanno precedentemente pubblicato con la casa editrice Marna i romanzi «La Chiromante», «Una Profezia» (2002) e «B. e gli uomini senz’ombra» (2004), riscuotendo un buon successo di critica e pubblico, oltre al racconto «Il Seme della Discordia» (2006), apparso sul giornale «Il Popolo Veneto». Scrivono realmente a quattro mani, procedendo insieme, senza ripartirsi i compiti, con una scrittura asciutta e innovativa.