PALESTINA. «DAL VENERDÍ SANTO DELL’OCCUPAZIONE ALL’ALLELUIA DELLA PACE»

DAL VENERDÍ SANTO DELL’OCCUPAZIONE ALL’ALLELUIA DELLA PACE
Dichiarazione di 100 leader delle comunità cristiane in Terra Santa ai paesi europei

[100 rappresentanti delle comunità cristiane in Terra Santa – 01.11.2012] La Palestina, la Terra Santa -come i cristiani amano chiamarla- è la nostra patria. Le nostre radici qui si estendono nei secoli. Noi, cristiani palestinesi, siamo i discendenti dei primi cristiani e siamo una componente importante del popolo palestinese. Abbiamo subito l’espropriazione della terra e l’esilio forzato dal 1948, quando due terzi dei cristiani palestinesi sono stati espulsi con la forza dalle loro case in Terra Santa. I cristiani sono sempre meno ma la nostra presenza nella terra di Gesù è minacciata non dai fratelli musulmani ma dal muro che soffoca e divora le nostre proprietà, privandoci di speranza e di pace. Nella terra che è stata benedetta con la nascita del Principe della Pace, abbiamo perseverato attraverso 64 anni di esilio e 45 anni di occupazione militare, aggrappandoci al messaggio di pace del Vangelo.

Ma noi, cristiani palestinesi, ora gridiamo: basta! Il nostro messaggio è semplice: per raggiungere la pace, il mondo deve avere il coraggio di pretendere da Israele che finisca l’occupazione e il degrado della dignità umana del popolo palestinese.

Come rappresentanti della comunità cristiana in Palestina, abbiamo il diritto di chiedere una pace giusta che porti alla riconciliazione e al rispetto dei diritti fondamentali del nostro popolo. L’attuale status quo è insostenibile. Da un lato c’è un popolo sotto occupazione e, dall’altro, una potenza occupante belligerante che lavora instancabilmente per allontanarci dalla pace che cerchiamo e per la quale preghiamo.

I cristiani hanno il dovere di affrontare l’oppressione. Nel nostro documento «Kairos», noi cristiani palestinesi dichiariamo che «l’occupazione israeliana della terra palestinese è un peccato contro Dio e contro l’umanità, perché priva i palestinesi dei loro diritti umani fondamentali, e deturpa l’immagine di Dio su ogni uomo».

Terminare l’occupazione israeliana è l’unico modo per i palestinesi, cristiani e musulmani, di godere una vita dignitosa nella prosperità e nel progresso, come ogni popolo si augura per il proprio paese. É anche il modo più sicuro per garantire l’esercizio di presenza cristiana in questa nostra Terra Santa. É il modo per preservare la nostra storia e contribuire ad abbattere il muro di separazione che tiene separata Gerusalemme da Betlemme, vietando ai cristiani di pregare in esse. Questo sopruso accade per la prima volta dalla nascita del cristianesimo!

A nome dei cristiani palestinesi, parte dei popoli nativi della Terra Santa e discendenti dei primi cristiani, siamo stati testimoni degli stravolgimenti su questa terra nel corso dei secoli. Abbiamo sofferto e portato la croce per tutti questi anni: l’occupazione, l’oppressione, l’esilio e l’apartheid, che hanno fatto di ogni giorno un Venerdì Santo. Ci auguriamo che le vostre azioni e preghiere, insieme con la nostra, aiuterà ad avvicinarsi il giorno delle nostra risurrezione come una nazione libera.

Riteniamo che l’iniziativa dell’Autorità Nazionale Palestinese di essere accreditata come stato non membro dell’ONU (iniziativa che verrà discussa e votata il 29 novembre 2012 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ndr) sia un passo positivo, collettivo e morale che ci avvicina alla libertà. Questo è un passo nella giusta direzione per la causa di una pace giusta nella regione. Approviamo pienamente questa iniziativa, così come abbiamo sostenuto un anno fa l’adesione della Palestina alle Nazioni Unite. La comunità internazionale, e in particolare l’Europa, hanno una responsabilità storica verso i diritti della Palestina. L’Europa ha a lungo sostenuto i valori della pace e dei diritti umani. Ora, l’Europa deve agire secondo questi princìpi, aiutando la Palestina. Vi invitiamo a sostenere il nostro sforzo per promuovere una vera pace, allineando le posizioni e azioni con il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite, appoggiando la candidatura della Palestina all’ONU.

Fratelli e sorelle, dalla Terra Santa vi supplichiamo di prendere con noi il passo giusto per andare verso la liberazione della Palestina. Solo così il nostro «alleluia» che cantiamo nelle assemblee sarà annuncio e inizio concreto di pace nella giustizia, e non nostalgia di un sogno irrealizzabile.

Gerusalemme, 1 novembre 2012

[seguono le 100 firme dei rappresentanti] [documento tradotto]