LIBRI. «L’AFRICA DEGLI AFRICANI. UTOPIA O RIVOLUZIONE?»

[GRILLOnews.it – 11.06.2023] Un’incalzante riflessione sull’avvenire dell’Africa e sulla capacità della sua popolazione di affrontare le sfide del mondo contemporaneo elaborando strategie autonome secondo la propria cultura ed esperienza. Il secolo scorso, il ventesimo, è stato quello dei grandi progressi scientifici negli ambiti della medicina e del sapere, e quello delle grandi realizzazioni tecniche nei settori della produzione industriale e agricola. Progressi e realizzazioni che sembravano destinati a recare vantaggio a tutte le nazioni e ai cittadini del mondo intero.

Siamo ora nel XXI secolo che consacrerà, soprattutto negli ambiti della comunicazione e della trasmissione delle conoscenze, la supremazia dell’intelligenza umana. E tuttavia le disuguaglianze concernenti lo sviluppo e il progresso non sono mai state così grandi come oggi. Esse riguardano milioni di esseri umani, quasi tutto un continente: l’Africa.

Malgrado cinquant’anni e più di analisi e di diagnosi allarmanti, di politiche economiche ardite e di assistenza internazionale in tutte le direzioni, l’Africa continua ad accumulare ritardi nei confronti del resto del mondo. É una fatalità? C’è una cospirazione internazionale che manterrebbe questo continente nella povertà? C’è una predisposizione culturale, da parte degli africani, a non accettare il progresso?

Queste domande e molte altre non meno importanti non sono recenti. Per molti decenni gli stessi africani hanno dato l’impressione di ignorare ciò che li riguardava, lasciando agli altri il compito delle analisi e delle presunte risposte per risolvere i problemi del continente. Tuttavia nessuna analisi è neutra, nessuna teoria non può non partire totalmente dalla cultura di colui che la formula e ancor meno dal contesto culturale a cui vuole adattarsi. La personalizzazione delle analisi, la generalizzazione e l’acculturazione delle teorie hanno avuto spesso per conseguenza di dare risposte incomplete (e non culturali) a un problema che, pur restando globale, non resta meno complesso: quello della persistenza della povertà in un continente in cui, il meno che si possa dire, è che non è affatto povero, rispetto all’immensità delle sue ricchezze umane e naturali.

Dopo tanti viaggi che ci hanno dato l’occasione di vedere la povertà, la miseria e l’esclusione di cui sono vittime milioni di esseri umani in Africa e di misurare il quotidiano della povertà e della miseria, così come lo lasciano apparire le statistiche internazionali, abbiamo voluto rifletterci. Bisognava porsi le domande che molti si pongono riguardo la regressione dell’Africa. Ciò era necessario perché, a forza di sondare questa povertà, si finisce per abituarcisi e dimenticare che essa riguarda gli uomini, le donne e soprattutto i bambini, che non chiedono che di liberarsi dalla loro condizione di esclusi e di godere, in modo paritario, dei diritti fondamentali riconosciuti dalla comunità internazionale, come l’accesso all’istruzione, al lavoro, alle cure sanitarie e soprattutto il diritto di prendere parte liberamente alle decisioni che riguardano l’avvenire del loro paese.

Come ogni riflessione, questo libro avrà i suoi limiti. Speriamo almeno che possa suscitare altre riflessioni e che possa contribuire ad alimentare il dibattito su questo vasto cantiere che è e che resterà a lungo l’Africa, per tutti quelli che nutrono ancora la speranza di un’Africa degli africani.

Edouard Matoko è attualmente vicedirettore generale di Dipartimento dell’Africa dell’UNESCO. Congolese, è esperto di questioni internazionali e ha svolto numerose missioni nel Continente nero, in Medio Oriente e ai Caraibi, occupandosi anche di problemi legati alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti in Africa.

Titolo: «L’Africa degli africani»
Sottotitolo: Utopia o rivoluzione?
Traduzione dal francese a cura di Angela Biallo Baldini
Autore: Edouard Matoko
Pagine: 213
Editore: Casa editrice Mazziana
Prima edizione: ottobre 2002
ISBN: 88-85073-59-X
Prezzo di copertina: 15,00 euro

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