LIBRI. «RI/CONOSCERSI LEGGENDO»

RI/CONOSCERSI LEGGENDO

[a cura di Miriam Traversi e Rosa Caizzi – 256 pagine – Anno 2006 – 13 euro – EMI ed.]

Un viaggio attraverso le letterature araba, nigeriana, sudafricana, indiana, afroamericana, cinese e la recente letteratura della migrazione può aiutare ragazzi e ragazze del Nord a stimolare la curiosità nei confronti della diversità, a combattere gli stereotipi sulle altre culture, a indagare la contemporaneità di altri paesi, a guardare con occhi nuovi la loro realtà, a relativizzare il proprio punto di vista per vivere in prima persona la ricchezza della diversità.

Il testo è corredato da bibliografie di riferimento e da percorsi didattici che prevedono itinerari trasversali alle diverse discipline. Otto percorsi ricchi di suggerimenti, brani scelti e studi per una riflessione in campo interculturale a partire dalle opere, più o meno conosciute, di importanti autori della narrativa mondiale: dagli arabi Amin Maalouf, Taha Hussein e Kalida Messaudi ai nigeriani Wole Soyinka, Chinua Achebe e Ben Okri, alle “sudafricane” Doris Lessing e Nadine Gordimer, passando per il Premio Nobel J.M.Coetzee.

Il viaggio continua attraverso l’India, la Cina, la letteratura afroamericana e quella, più recente, della migrazione, che coinvolge direttamente l’Italia e i suoi autori (uno per tutti: Pap Khouma).


RI/CONOSCERSI LEGGENDO

Presentazione di  Miriam Traversi

Il Centro di Documentazione Laboratorio per un’educazione interculturale (CD/LEI), che dal 1991 si offre come una struttura di servizio per la scuola di Bologna e della sua Provincia e collabora anche con molte altre scuole del territorio nazionale ed europeo, ha promosso per diversi anni un laboratorio di ricerca didattica sul tema della letteratura dei Paesi altri per le scuole secondarie di primo e secondo grado.

Dall’osservatorio di un Centro dove ogni giorno si incontrano docenti che chiedono consulenza sulle modalità dell’approccio, delle metodologie e dei diversi contenuti da presentare agli allievi/e delle classi multiculturali, appare evidente che l’educazione interculturale può passare solo attraverso la trasversalità della proposta educativa, l’interdisciplinarietà dei linguaggi e i diversi contenuti culturali presentati agli allievi.

Non è, quindi, del tutto superfluo ricordare proprio nella presentazione di un libro, frutto di una ricerca-azione sul tema della letteratura dei Paesi altri, che l’accoglienza piena e la comprensione profonda dei linguaggi e dei messaggi di autori provenienti dalle più diverse aree geografiche ha il suo fondamento nel concetto antropologico di cultura.

Ad ogni stadio della civiltà, infatti, si forgia un concetto di cultura che è diverso da quello elaborato dalle generazioni precedenti e sarà diverso per le generazioni future. Ma qual è la nozione di cultura che si addice al nostro presente, al mondo della globalizzazione e della multidimensionalità?

Molti sono stati e sono gli antropologi contemporanei che hanno offerto i propri studi e le proprie ricerche in merito.

Scegliamo, fra tutti, come modello esemplare. Ernesto De Martino, al quale dobbiamo la nozione di “umanesimo antropologico” che risulta essere particolarmente attuale e utile per un approccio valutativo non superficiale. Nella sua opera pubblicata postuma nel 1977 La fine del mondo lo studioso ci parla della: “dimensione del confronto fra epoche successive della storia culturale dell’occidente con umanità aliene rispetto alla totalità di tali storie. Con ciò la storia dell’occidente guadagnava potenzialmente una nuova possibilità umanistica, quella di mettere in causa se stessa, di problematizzare il proprio corso, di uscire dal suo isolamento corporativo e dal suo etnocentrismo dogmatico e di attingere un nuovo orizzonte antropologico mediante la confortante misurazione di sé con altri modi di essere uomini in società”.

La presa di coscienza del fatto che tutte le culture hanno pari dignità e che non è assolutamente possibile stabilire una gerarchia fra di loro è uno dei prodotti più significativi dell’umanesimo contemporaneo. Questi sono i temi e i problemi di oggi e se la scuola e gli insegnanti sono in grado di affrontarli con i propri allievi/e, italiani e stranieri, potranno veramente affermare di averli stimolati a diventare uomini e donne del presente, perché di questi temi sostanziali la cultura contemporanea si occupa.

Su queste finalità ultime, dunque, si è incentrata anche la scelta del Laboratorio di ricerca didattica sulle letterature altre che ha proposto, attraverso una grande ricchezza di contenuti, la celebrazione e la valorizzazione delle differenze, il superamento dei pregiudizi, il decentramento dei punti di vista.

La conoscenza delle letterature, attraverso la lettura e il confronto fra autori e scrittori delle più diverse aree geografiche, può essere considerata, insieme con le discipline storiche, religiose e sociali, uno degli approcci più efficaci suggeriti dalla pedagogia narrativa per meglio “approssimarsi” al punto di vista dell’altro.

Leggere e ascoltare, attraverso le pagine della narrativa e della poesia, la storia degli altri risponde a finalità strettamente interculturali: il decentramento del proprio punto di vista, l’ascolto attivo, il mettersi nei panni dell’altro ma, anche, lo spiazzamento rispetto ai propri parametri culturali pongono gli allievi/e, italiani e stranieri, in una condizione nuova, in cui l’apprendimento non è più una pedissequa e lineare conoscenza culturale, delimitata entro le cornici dell’eurocentrismo.

È viva, infatti, una conoscenza che si interroga sulle radici e, soprattutto, sugli intrecci e innesti, fino ad arrivare ad un onesto confronto e apprezzamento della cultura letteraria europea con la cultura letteraria degli altri continenti.

Dal confronto nasce anche il riconoscimento del “debito culturale” da una parte, e del valore letterario originale e unico delle opere di scrittori e poeti di altri Paesi dall’altra.

Attraverso questo approccio è possibile anche migliorare la qualità della relazione e della conoscenza reciproca degli allievi/e, italiani e stranieri.

Le classi multiculturali possono diventare laboratori permanenti di democrazia partecipata, in cui i “nuovi” saperi diventano fonti possibili di “nuove” appartenenze, fondate non più sul “we group-out group”, non più sulla distinzione e sull’esclusione, ma sul riconoscimento reciproco e sulla volontà del superamento del passato. L’auspicio è che la nascita di mondi “nuovi”, in cui la conciliazione passa attraverso analisi anche impietose e dolorose, possa giungere a tutte le forme possibili di meticciato culturale, di cui sicuramente la letteratura costituisce uno dei veicoli più potenti.

Facendomi interprete degli obiettivi di un Centro di Documentazione sull’Educazione interculturale, esprimo per questo libro l’augurio che venga accolto e letto da molti insegnanti, nella certezza dell’estrema utilità della sua diffusione nelle scuole.

Ricordo anche, in sintesi estrema, quanto viene ampiamente documentato nel puntuale capitolo introduttivo di Rosa Caizzi che ha coordinato, con intelligenza e dedizione, tutte le fasi della ricerca. Il Laboratorio ha avuto inizio da un corso di formazione basato sulla ricerca personale e di gruppo. Gli insegnanti che hanno partecipato, successivamente, hanno sperimentato percorsi didattici ipotizzati collettivamente nelle proprie classi e, poi, si sono riproposti nel Laboratorio come formatori di nuovi colleghi, ai quali hanno illustrato la realizzazione concreta della ricerca-azione. Il messaggio, giunto con chiarezza a docenti che per la prima volta iniziavano a confrontarsi con questi temi, propone la possibilità di costruire insieme percorsi innovativi, seri, credibili e ripetibili.

La diffusione del libro può sicuramente avvenire attraverso i normali canali editoriali ma c’è un’altra modalità che il CD/LEI intende utilizzare: la diffusione attraverso i Centri Interculturali, nazionali e regionali, che potranno far conoscere il testo e proporlo come materia di riflessione e di scambio nei rispettivi territori.

Un grazie di cuore a tutte le insegnanti e alla coordinatrice che, con professionalità e passione, hanno reso possibile questa pubblicazione.