[MSF • 26.01.04] Edifici inadeguati, scarsi contatti con il servizio sanitario nazionale, insufficiente assistenza legale e psicologica, abuso nella somministrazione di psicofarmaci, eccessi negli interventi delle forze dell’ordine: sono le principali violazioni che l’associazione umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha riscontrato nei Centri di Permanenza Temporanea per stranieri in Italia. La denuncia è contenuta in un Rapporto presentato oggi dall’associazione umanitaria vincitrice del Nobel per la Pace nel 1999...

MEDICI SENZA FRONTIERE. RAPPORTO SUI CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA

Edifici inadeguati, scarsi contatti con il servizio sanitario nazionale, insufficiente assistenza legale e psicologica, abuso nella somministrazione di psicofarmaci, eccessi negli interventi delle forze dell’ordine: sono le principali violazioni che l’associazione umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha riscontrato nei Centri di Permanenza Temporanea per stranieri in Italia.
La denuncia è contenuta in un Rapporto presentato oggi dall’associazione umanitaria vincitrice del Nobel per la Pace nel 1999.
“Il mancato rispetto delle leggi e delle procedure nei Cpt – ha detto Loris De Filippi, responsabile dei progetti italiani di Medici Senza Frontiere (MSF) -, troppo spesso comporta lesioni dei diritti umani e della dignità delle persone. La politica italiana sull’immigrazione mostra gravi lacune, per questo MSF chiede al Governo italiano e alla società civile di istituire un’authority indipendente e imparziale in grado di monitorare il rispetto dei diritti umani, l’assistenza sanitaria e le procedure per l’asilo all’interno dei centri”.
Il rapporto presentato oggi è frutto del primo monitoraggio completo dei Cpt realizzato da un’organizzazione umanitaria indipendente e imparziale: le équipes di MSF hanno infatti visitato nei mesi scorsi tutti gli 11 Centri di Permanenza Temporanea e i 5 Centri “ibridi” destinati all’identificazione dei richiedenti asilo.
Nel corso del monitoraggio MSF ha verificato in diversi centri la presenza di richiedenti asilo.
“Nei centri non è garantita l’assistenza legale ai richiedenti asilo che, secondo diverse convenzioni internazionali siglate anche dall’Italia, dovrebbero ricevere tutt’altro trattamento – aggiunge Enrico Davoli, direttore esecutivo di MSF-Italia –. Contrariamente alle finalità della legge che li ha istituiti, poi, il 60% degli ospiti dei Cpt proviene dal carcere. Spessissimo gli immigrati che dalla prigione vengono trasferiti nei Cpt hanno già scontato la pena per gli illeciti commessi: il trattenimento nel Cpt diventa, dunque, un’incomprensibile estensione del periodo di detenzione”.
MSF giudica inaccettabile la convivenza forzata tra ex detenuti e coloro che fuggono da guerre e persecuzioni per cercare protezione in Italia.
I Cpt sono stati istituiti nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano e successivamente confermati dalla Bossi-Fini. Il fine dei Cpt è identificare gli stranieri intercettati sul territorio italiano privi di regolare permesso di soggiorno in vista del rimpatrio. Il tempo massimo di trattenimento oggi è di 60 giorni.


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