[Amnesty International • 20.01.04] Anche nel 2003 i bambini hanno continuato a essere impiegati come soldati, schiavi sessuali, lavoratori di fatica, facchini e spie. Questo fenomeno - secondo un rapporto di 50 pagine reso pubblico dalla Coalizione Stop all'uso dei bambini soldato in occasione del dibattito del Consiglio di Sicurezza su bambini e conflitti armati - è stato una caratteristica tanto delle guerre già in corso quanto di quelle scoppiate negli ultimi dodici mesi...

NUOVA DENUNCIA DELLA COALIZIONE «STOP ALL’USO DEI BAMBINI SOLDATO!»

Anche nel 2003 i bambini hanno continuato a essere impiegati come soldati, schiavi sessuali, lavoratori di fatica, facchini e spie. Questo fenomeno – secondo un rapporto di 50 pagine reso pubblico dalla Coalizione Stop all’uso dei bambini soldato in occasione del dibattito del Consiglio di Sicurezza su bambini e conflitti armati – è stato una caratteristica tanto delle guerre già in corso quanto di quelle scoppiate negli ultimi dodici mesi. Il rapporto della Coalizione denuncia i governi e i gruppi armati che hanno arruolato bambini soldato e chiede al Consiglio di Sicurezza di agire per porre fine a questa tragedia. “Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha reso noti i nomi dei governi e dei gruppi armati che usano i bambini nel corso delle guerre. Ora il Consiglio di Sicurezza deve fare la sua parte, chiamando quei governi e quei gruppi armati a rendere conto delle loro azioni” – ha dichiarato Davide Cavazza, Segretario della Coalizione italiana “Stop all’uso dei bambini soldato!”.
Il rapporto cita 18 paesi e contesti in Africa, Asia, America Latina e Medio Oriente in cui le questioni legate all’uso dei bambini soldato costituiscono parte rilevante degli abusi dei diritti umani commessi durante i conflitti armati o nei periodi successivi. Il rapporto denuncia inoltre il massiccio incremento nell’impiego dei bambini soldato registrato nel corso del 2003 in vari paesi, tra cui Costa d’Avorio, Liberia e parte della Repubblica Democratica del Congo. Da quest’ultimo paese sono giunti orribili racconti di bambini costretti a commettere atrocità, stupri e torture sessuali. Il rapimento dei bambini nell’Uganda settentrionale, da parte del gruppo armato Esercito di resistenza del Signore, ha raggiunto il picco più alto di diciassette anni di guerra col governo: migliaia di bambini sono costretti a fuggire nottetempo dalle loro abitazioni per evitare di essere coinvolti nei combattimenti e ridotti in schiavitù. Scarsi se non nulli progressi sono stati riscontrati nel Myanmar, dove circa 70.000 bambini continuano a far parte dell’organico delle forze armate governative. Bambini in esilio hanno raccontato di essere stati rapiti dai militari, portati nelle caserme, picchiati e costretti a svolgere lavoro forzato e combattere.
In Colombia, secondo recenti notizie, il numero dei bambini utilizzati dai gruppi armati risulta salito a circa 11.000 unità: bambini anche di 12 anni vengono addestrati e mandati a combattere usando esplosivi e munizioni.
Nello Sri Lanka, nonostante gli impegni presi pubblicamente, l’opposizione armata delle Tigri Tamil per la liberazione dell’Eelam (Ltte) ha continuato ad arruolare bambini tra le proprie fila.
La Coalizione chiede al Consiglio di Sicurezza di: garantire che vi sia una lista regolarmente aggiornata di tutte le parti coinvolte in conflitti armati che arruolano o usano bambini soldato; sulla base di questa lista, chiedere alle parti coinvolte di fornire entro 90 giorni informazioni sui passi intrapresi per porre fine all’arruolamento e all’uso dei bambini soldato; nominare un rappresentante delle Nazioni Unite per avviare un dialogo con le parti che usano bambini soldato e assisterle nello sviluppo di programmi per porre fine a tali pratiche; verificare che i gruppi armati e i governi attuino tali programmi; porre fine al flusso di armi, in particolare di armi leggere, dirette a coloro che arruolano e usano bambini soldato; impiegare ulteriori mezzi per rafforzare il bando internazionale sull’uso dei bambini soldato, quali ad esempio le restrizioni ai viaggi dei dirigenti politici che usano bambini soldato, il divieto di prendere parte a eventi e di partecipare a organismi internazionali, la fine dell’assistenza militare e le limitazioni ai flussi finanziari.
“Adottare risoluzioni periodiche che non ottengono il risultato prefisso, ovvero la protezione dei bambini dai conflitti armati, ha alimentato lo scoraggiamento dei governi e un diffuso cinismo nell’opinione pubblica” – ha dichiarato Cavazza. “Le Nazioni Unite devono aumentare i propri sforzi per chiamare i governi e i gruppi armati a rendere conto del proprio operato. Il Consiglio di Sicurezza deve agire per fermare il flusso di armi e applicare sanzioni mirate nei confronti di tutti coloro che non cessano di usare i bambini soldato”.


Ulteriori informazioni

La Coalizione Internazionale “Stop all’uso dei bambini soldato!” è nata nel 1998. Fra i suoi soci fondatori figurano Amnesty International, Human Rights Watch, Jesuit Refugee Service, Quaker United Nations Office – Ginevra, Rädda Barnen per International Save the Children Alliance, Terre
des Hommes. Successivamente Defence for Children International, World Vision International e numerose ONG regionali in America Latina, Africa e Asia si sono unite alla Coalizione.

Della Coalizione Italiana “Stop all’uso dei bambini soldato!”, nata il 19 aprile 1999, fanno parte Amnesty International, Unicef-Comitato Italiano, Società degli Amici-Quaccheri, COCIS, Terre des Hommes-Italia, Jesuit Refugee Service-Centro Astalli, Coopi-Cooperazione Internazionale, Volontari nel mondo-FOCSIV, Telefono Azzurro, Alisei, Save the Children-Italia, Intersos.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Coalizione Italiana “Stop all’uso dei bambini soldato!”
Sito Internet: www.bambinisoldato.it E-mail: [email protected]
Segreteria presso Amnesty International
Ufficio Stampa Tel. 06 44.90.224 e-mail: [email protected] cell. 348-6974361

Coalizione Internazionale “Stop all’uso dei bambini soldato”
Sito Internet: www.child-soldiers.org