[Mimmo Muolo • 18.07.03] Sui rapporti tra le nazioni il tema della Giornata 2004 Con questa scelta Wojtyla rilancia un'idea più volte ribadita nella crisi irachena: l'umanità deve dotarsi di istituzioni capaci di evitare i conflitti...

OLTRE LA GUERRA: DIRITTO, VIA DELLA PACE

Anche se alla prossima Giornata mondiale della Pace mancano poco meno di sei mesi, il Papa ha già scelto il tema. Il primo gennaio del prossimo anno (data che com’è consuetudine coincide con la Giornata) in tutte le chiese del mondo si parlerà di diritto internazionale. Perché è proprio “Il diritto internazionale, una via per la pace”, l’argomento prescelto. La decisione di Giovanni Paolo II comunicata ieri dalla sala stampa della Santa Sede, insieme con una breve nota esplicativa non sorprende chi ha seguito (specie nei mesi scorsi) il magistero del Papa in merito a temi con la guerra e la pace. E, infatti, proprio alla guerra dell’Iraq fa subito riferimento il breve testo distribuito ai giornalisti insieme con l’annuncio del tema. Non è, dunque, difficile indovinare che proprio l’evolversi degli eventi, prima, durante e dopo quella crisi hanno indotto il Pontefice a insistere anche attraverso la tradizionale ricorrenza su un concetto che ha ribadito più volte nella prima metà di quest’anno in tutti gli incontri pubblici e privati con i capi di Stato e di governo direttamente o indirettamente coinvolti nella vicenda irachena. Il mondo, sostiene in pratica Giovanni Paolo II, ha bisogno di un nuovo diritto internazionale che sia «strumento di giustizia» e produca «frutti di pace». E naturalmente ha bisogno anche di strutture in grado di farlo rispettare. Scegliendo questo tema, spiega infatti la nota diffusa ieri, il Papa «vuole sottolineare l’importanza del diritto quale garanzia di relazioni internazionali orientate a promuovere la pace tra le nazioni. La recente guerra in Iraq ha manifestato tutta la fragilità del diritto internazionale, in particolare per quanto riguarda il funzionamento delle Nazioni Unite». Il diritto internazionale, che è stato «per lungo tempo diritto della guerra e della pace», secondo il Papa è destinato a «diventare esclusivamente un diritto della pace concepito in funzione della giustizia e della solidarietà». In quest’ottica «i principi fondamentali che ispirano tale convinzione sono gli stessi che animano l’impegno della Chiesa in favore della pace: l’uguaglianza in dignità di ogni persona umana e di ogni comunità umana, l’unità della famiglia umana, il primato del diritto sulla forza». Papa Wojtyla è infatti convinto che «l’umanità si trova davanti a una sfida cruciale: se non riuscirà a dotarsi di istituzioni realmente efficaci per scongiurare il flagello della guerra, il rischio è che il diritto della forza prevalga sulla forza del diritto». Sono espressioni, queste ultime, che fanno pensare al ruolo dell’Onu. E in effetti, la nota, ricorda che è quanto mai necessario prevenire i conflitti e scongiurare il ricorso alle armi. Ancor più: è urgente ritrovare la legittimità internazionale. E perciò l’unica via è il ricorso al diritto e istituzioni in grado di assicurarne il rispetto. «A livello mondiale – si legge, infatti, nel testo – il diritto è chiamato ad essere strumento di una giustizia capace di produrre frutti di pace; il diritto ha quindi il compito di regolare armoniosamente la realtà internazionale, oggi caratterizzata non più soltanto da soggetti di natura statuale, affinché si prevengano i conflitti senza ricorrere alle armi, ma tramite meccanismi e strutture in grado di assicurare la giustizia, rimuovendo le cause di potenziali scontri». «Il mondo attuale – è la conclusione – ha più che mai bisogno di vivere in un rinnovato e autentico spirito di legittimità internazionale: la prossima Giornata della pace intende offrire il contributo della Chiesa in tale prospettiva».