OTTOMILA I VOLONTARI CHE PRESTANO SERVIZIO IN CARCERE

Volontariato in carcereI volontari regolarmente autorizzati dalle autorità carcerarie sono presenti nel 92% degli istituti penitenziari del nostro paese. Una popolazione carceraria di oltre 54 mila detenuti, 201 strutture detentive in tutte le province italiane, quasi 8 mila tra volontari e operatori di cooperative sociali. Sono questi i dati diffusi dalla Conferenza nazionale del volontariato di giustizia che, in collaborazione con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha presentato presso l’ex Hotel Bologna di Roma la terza rilevazione nazionale sul volontariato penitenziario.

Uno studio dal quale emerge, tra l’altro, che attualmente il rapporto tra detenuti ed operatori esterni è di 7 ad uno, con forti oscillazioni tra le diverse aree geografiche del paese, con una situazione più favorevole al centro (4 detenuti per operatore non istituzionale) e quella meno del Sud dove si arriva a 14 detenuti per ogni operatore.

Ma dallo studio emerge anche che la presenza esterna al carcere si tinge soprattutto di rosa con una prevalente presenza femminile (52,6%) che nel mezzogiorno raggiunge quasi il 60%. I volontari regolarmente autorizzati dalle autorità carcerarie sono presenti nel 92% degli istituti penitenziari del nostro paese e svolgono una attività di segno molteplice. Innanzitutto, emerge dal rapporto, i volontari nelle carceri si occupano di sostegno morale e psicologico ai detenuti ma anche di aiuto pratico. Rilevante anche l’attività di tipo religiosa, di animazione socio-culturale, accompagnamento per licenze o uscite premio e funzione “ponte” con il territorio e la propria famiglia.

Definita “importante” anche l’attività formativa e la consulenza giuridica. Il rapporto conferma il problema del sovraffollamento carcerario e lo stato di abbandono in cui versano “dal punto di vista dell’umanizzazione dell’internamento – ha spiegato oggi uno degli estensori del documento, Renato Frisanco – 4 dei 6 ospedali psichiatrici giudiziari mentre l’apertura agli stimoli esterni dipende ancora troppo dalla figura del direttore, che può essere diversamente illuminato”.
 
 
VICENZA. UN CORSO ALLENATORI NEL CARCERE S. PIO X

Nella primavera dello scorso anno si sono brillantemente guadagnati il patentino di allenatori di calcio del Centro Sportivo Italiano e quest’anno chiedono di poter integrare le conoscenze acquisite. Questa la richiesta specialistica avanzata da una decina di allenatori di calcio un po’ particolari. Si tratta infatti di reclusi in regime di A.S. nel carcere di San Pio X di Vicenza.

Il CSI Vicenza ha prontamente fatto propria la richiesta nel quadro delle iniziative portate avanti nel carcere cittadino attraverso il progetto carcere/sport ed il progetto carcere/scuola in collaborazione, proposte nate in collaborazione con l’Associazione “Progetto carcere 663” di Verona sotto l’egida dell’Assessorato alle Politiche Sociali per il volontariato ed il no-profit della regione Veneto.

I nove candidati licenziati del corso allenatori del 2003 curato da Massimo Dalle Ave, istruttore nazionale di calcio del CSI ricevettero direttamente dalle mani di Pablito Rossi il diploma e proprio quell’occasione emerse dal confronto la necessità di approfondire le conoscenze.

Il corso, di una decina di lezioni, si protrarrà per tutto il mese di giugno e sarà curato dal prof. Giovanni Bassanese, docente Isef, che già da un triennio porta avanti un programma a cadenza bisettimanale di preparazione fisica all’interno del San Pio X, il quale sarà supportato dal presidente del CSI Vicenza Enrico Mastella.

Al termine per i partecipanti è previsto un esame di verifica e per i promossi un attestato di partecipazione del CSI Vicenza.
 

Per approfondimenti sulle tematiche ed iniziative legate alle strutture penitenziarie italiane: http://www.ristretti.it/


Fonti:
Vita, 21 giugno 2004
Giornale di Vicenza, 21 giugno 2004
Ristretti Orizzonti: http://www.ristretti.it/