[GRILLOnews • 07.09.03] "E’ nel vegetale il futuro dell'alimentazione". Così sostiene anche Jeremy Rifkin. E a Parma, città candidata a sede dell'authority alimentare europea, presso la sede della Provincia a Palazzo Giordani, si e' tenuta sabato 6 settembre una conferenza stampa, aperta anche al pubblico, sull'alimentazione vegetale, le sue implicazioni sotto l'aspetto salutistico, ambientale, economico, etico...

PARMA ACCOGLIE JEREMY RIFKIN: É NEL VEGETALE IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE

“E’ nel vegetale il futuro dell’alimentazione”. Così sostiene anche Jeremy Rifkin. E a Parma, città candidata a sede dell’authority alimentare europea, presso la sede della Provincia a Palazzo Giordani, si e’ tenuta sabato 6 settembre una conferenza stampa, aperta anche al pubblico, sull’alimentazione vegetale, le sue implicazioni sotto l’aspetto salutistico, ambientale, economico, etico. L’incontro, promosso da Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV) – onlus, da SaiCosaMangi.info e organizzato dall’associazione culturale Operaprima, aveva lo scopo di divulgare la cultura vegetariana, informare sui risultati salutistici e sulle positive conseguenze ambientali e sociali derivanti dalla adozione di  questa scelta alimentare, sulle iniziative in programma nel territorio parmense.
Nel suo intervento Rosella Sbarbati Biologa nutrizionista, specialista in Scienza ell’Alimentazione, membro di SSNV – onlus, autrice del libro “Il Vegetarianesimo”, ha sostenuto l’importanza salutistica della scelta vegetariana: “Tutti gli istituti nazionali e internazionali per la salute consigliano di aumentare il consumo di vegetali e di ridurre drasticamente il consumo di carni, specialmente di quelle ‘rosse’ (di bovino e suino); particolarmente attente a questo aspetto sono le varie istituzioni per lo studio del cancro e delle malattie cardiovascolari. Il World Cancer Research Fund consiglia di NON SUPERARE il quantitativo di 30 kg l’anno di carne rossa. L’attuale consumo degli italiani e’ di 87-92 kg di carne l’anno, di cui circa 62 kg di carne rossa, tra cui 37 kg di carne di maiale nelle sue varie forme. Gli insaccati in particolare hanno un elevato contenuto di sale, sostanza il cui abuso e’ correlato con ipertensione e malattie cardiovascolari, osteoporosi e cancro, o dello stomaco.”
Enrico Moriconi medico veterinario promotore della campagna “Un’altra alimentazione e’ possibile”, autore del libro “Le fabbriche degli animali” e co-autore dell’omonimo video ha posto l’accento sull’insostenibilità dell’industria alimentare di derivazione animale dal punto di vista etico, sociale ambientale. “Negli attuali allevamenti industrializzati – sostiene Moriconi – gli animali di ogni specie, destinati al macello, sono costretti a vivere incatenati o chiusi in gabbie o capannoni sovraffollati, incompatibili con le loro esigenze fisiologiche, privati della libertà di movimento, impediti nella pratica di istinti affettivi e sessuali, mutilati, sottoposti a costanti terapie antibiotiche ed ormonali, costretti a respirare un’aria satura di anidride carbonica, idrogeno solforato, vapori ammoniacali, e povera d’ossigeno. Negli allevamenti intensivi gli animali vengono trattati con farmaci per cercare di scongiurare le malattie causate dallo stress da sovraffollamento e dalla debolezza congenita di questi animali, frutto di manipolazioni genetiche che danno luogo ad animali “iperproduttivi”, ma che si ammalano molto facilmente. In Europa vengono consumate 5000 tonnellate di antibiotici LEGALI, di cui 1500 per favorire la crescita artificiale di polli, suini, tacchini e vitelli. A queste vanno aggiunte tonnellate di sostanza illegali, largamente impiegate e molto difficili da scoprirsi durante i controlli veterinari previsti”. Nella sua relazione “dieta e tumori” il professor Rocco Paolucci, specialista in oncologia clinica generale, docente alla scuola di Oncologia dell’Università di Parma, ha sottolineato l’importanza di una diffusa cultura alimentare e il sostegno alla cultura alimentare vegetariana. Luigi Boschi presidente dell’associazione culturale Operaprima, nel suo intervento iniziale di apertura dell’incontro ha posto l’accento sull’importanza del ruolo di Parma (candidata a sede dell’Authority o dell’Agenzia alimentare italiana) nell’incontro delle culture alimentari e sul futuro dell’industria alimentare di derivazione animale: “Aldilà delle scelte e delle opinioni personali vi e’ la necessità comunque di una informazione che consenta anche a questa posizione culturale, vegetariana, non dotata di budget pubblicitari come l’industria delle carni, un proprio spazio e attenzione sugli organi di comunicazione, presso le Istituzioni, nel mondo educativo, affinché vi sia maggior consapevolezza sulla sostenibilità di questo sistema dell’industria delle carni che facendo leva sull’ignoranza del consumo, ha ridotto la vita animale a un processo di produzione di massa alimentato dalla speculazione finanziaria.
L’industria alimentare di derivazione animale presenta limiti di sostenibilità che deve preoccupare non poco il nostro territorio, la cui economia in tale settore, come si sa, e’ consistente. Invece, senza mettersi minimamente in discussione, si crede che un sistema economico basato sulla alterazione e distruzione della vita animale e le inevitabili implicazioni ambientali, sia sostenibile e abbia una crescita futura. Per non parlare poi delle implicazioni sulla salute. Un non senso in tutti i sensi. Se l’economia delle conoscenze costituisce l’indirizzo futuro dei Paesi, anche l’ignoranza che alimenta l’economia della carne dovrà farne i conti.”
Marina Berati ha quindi illustrato il programma delle iniziative che si svolgeranno a Parma nei prossimi mesi, dalla educazione alimentare nelle scuole, a informazioni nei quartieri, nei paesi limitrofi, a incontri tematici e conviviali dove gustare la ricchezza della cucina vegetariana. In particolare e’ stata presentata l’iniziativa del 27 settembre che vedrà riuniti a Parma vegetariani e vegani della regione e gruppi sostenitori di un’altra alimentazione possibile.
In risposta alle celebrazioni del 40° del Consorzio del Prosciutto di Parma, durante l’incontro e’ stato distribuito un documento (che sarà divulgato nei prossimi giorni anche in città) sulla “Insostenibile futuro del dolce Parma”, in cui si argomenta l’insostenibilità di questa cultura alimentare. Non c’e’ nulla da festeggiare in una abitudine – quella di mangiare le carni di animali morti ammazzati – che sicuramente sarà lucrativa per i soci del Consorzio, ma che fa solo del male agli animali, alla salute umana, all’ambiente, e alla società. Noi oggi possiamo scegliere. Nessuno ci obbliga a mangiare animali, possiamo vivere in piena salute, anzi, una salute e un ambiente ancora migliore, senza bisogno di uccidere nessuno. Si preferisce però far ignorare per il particolare anziché divulgare la conoscenza per l’interesse collettivo. Il documento: “L’insostenibile futuro del dolce Parma” e’ disponibile, in formato PDF, alla pagina: http://www.saicosamangi.info/download/volantino_parma_impaginato.pdf