[Pax Christi • 21.02.04] Siamo fortemente preoccupati dei segnali di militarizzazione crescente del territorio italiano e protestiamo. Vorremmo che il nostro Paese continuasse a splendere per le sue bellezze naturali e artistiche, per le su testimonianze storiche e paesaggistiche, piuttosto che ripiegarsi in questa logica del nemico e della contrapposizione che fa dell’Italia una fortezza nucleare...

PAX CHRISTI. A CAGLIARI PER DIRE «NO» ALLA MILITARIZZAZIONE DILAGANTE

Siamo fortemente preoccupati dei segnali di militarizzazione crescente del territorio italiano e protestiamo. Vorremmo che il nostro Paese continuasse a splendere per le sue bellezze naturali e artistiche, per le su testimonianze storiche e paesaggistiche, piuttosto che ripiegarsi in questa logica del nemico e della contrapposizione che fa dell’Italia una fortezza nucleare.
Il progetto di trasformare il punto di approdo militare USA dell’arcipelago de La Maddalena in una vera e propria base permanente non sostiene quel clima di fiducia nei rapporti internazionali cui vorremmo che la nostra politica estera e di difesa fossero improntate. Tale decisione del Ministero della Difesa non è che l’ennesima dopo quella di Taranto e di altri siti che potrebbero ragionevolmente essere utilizzati per ben altre e più nobili finalità.
Ci opponiamo in modo fermo e deciso a questo progetto che peraltro rappresenta un rischio reale anche per la popolazione sarda ed esprimiamo solidarietà piena a quanti sfileranno questa sera a Cagliari. Riteniamo che la mozione approvata dal Consiglio Regionale sia un timido ma significativo passo nella direzione di un uso “più civile” del territorio. Essa prevede: “La predisposizione di un adeguato e specifico programma di monitoraggio nell’arcipelago della Maddalena, affidando ad autorevoli istituti di ricerca indipendenti il rilevamento dell’effettivo livello di inquinamento nell’acqua e nell’aria; 2) l’obbligo per i sommergibili nucleari che transitano nelle Bocche di Bonifacio di uniformarsi alle regole della circolazione navale; 3) lo 5
smantellamento della base per sottomarini nucleari di Santo Stefano, entro un periodo di tempo ragionevole e prestabilito”.
D’altra parte siamo consci del tributo già alto che l’Isola paga alla logica militare dal momento che ben 24 mila ettari del territorio sardo sono sottoposti a vincoli militari, contro i 16 mila del resto della nazione, con una massiccia presenza di infrastrutture militari della Difesa nazionale, dell’Alleanza Atlantica e del governo USA.
Per queste ragioni ci permettiamo incoraggiare l’attenzione e la vigilanza delle chiese locali, delle organizzazioni di ispirazioni cristiana e della società civile tutta.

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