[Sergio Paronetto • 10.11.04] Vi proponiamo l’intervento di Sergio Paronetto (Pax Christi Verona) pronunciato nel corso dell’Assemblea delle Comunità cristiane di base tenutasi nella città scaligera il 30 e 31 ottobre. «"La nostra religione civile", dice Marcello Pera. E' un cristianesimo senza Cristo?»…

RELIGIONE & POLITICA. QUEL CRISTIANESIMO SENZA CRISTO

Secondo me, in molti ambienti oggi non siamo solo davanti a forme di restaurazione preconciliare o a semplici freni. Vedo che sta maturando una sorta di “perversione“, di snaturamento-rovesciamento dello spirito conciliare. Da qualche anno si sta creando una specie di circolo vizioso tra la religione che vuol farsi politica e la politica che vuole ammantarsi di religione. Si tratta di una miscela micidiale, distruttiva sia della sostanza laica propria della politica sia del carattere trascendente-profetico della fede cristiana. Penso dovremmo rifletterci sopra con calma e profondità. Intanto, guardiamoci attorno.

Leggiamo quello che dicono Buttiglione e Pera oggi (31 ottobre 2004, ndr) su “La Repubblica” dove il cattolicesimo si identifica con le opinioni di alcuni cattolici (conservatori o reazionari), l’Italia con il governo Berlusconi, l’Europa con Barroso, il liberalismo con il puro individualismo, il cristianesimo con la civiltà occidentale (schematicamente intesa), cioè con “la nostra religione civile” (dice Pera), con la cultura individualistica della nuova destra europea e statunitense.

Da tempo leggo con disagio le opinioni di coloro che, prendendo spunto dalla vicenda Buttiglione o dalle proposte del governo Zapatero in Spagna, denunciano una presunta persecuzione anticattolica. Al riguardo espongo rapidamente alcune osservazioni.  Chi identifica Aznar o Buttiglione col cattolicesimo non ha mai dichiarato anticattolica la posizione di governi o persone di orientamento cattolico (o cristiano) che non ascoltano il papa a proposito della guerra in Iraq, della lotta alla fame o dei migranti.

E’ anticattolica anche la Corte costituzionale che ha sollevato eccezioni alla legge di Bossi e di Fini? Questi ultimi da tempo si proclamano difensori dell’identità cristiana: il primo offre il modello Lepanto (“all’estrema destra del padre”, titola un libro appena uscito che riguarda anche Verona); il secondo propone Francesco d’Assisi come cappellano militare del nostro esercito. Evidentemente per alcuni cattolici la “dottrina sociale” della Chiesa non conta (conta solo la morale privata, tra l’altro espressa con discorsi lontani dallo stesso magistero cattolico, per coprire i vuoti della propria cultura politica e organizzare un “laicismo clericale” o un “cristianesimo senza Cristo”). Che pena questa laicità svuotata di senso che deve rincorrere argomentazioni religiose per sopravvivere!

Che pena anche un cattolicesimo che si ritiene insignificante se non si mette la corazza della forza politica! Tali idee circolano tra opinionisti che parlano spesso in Tv e che scrivono sul “Giornale”, sul “Corriere della sera”, sul “Foglio”. C’è anche Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, che, commentando l’interessante Settimana Sociale dei cattolici tenutasi a Bologna i primi d’ottobre sul tema della democrazia, forse irritato per le osservazioni critiche emerse al Convegno contro il suo governo, accusa il cardinal Tettamanzi di non porre la fede a fondamento dell’agire politico dei cattolici. Dal canto suo, il presidente del Senato (terza carica dello stato!) Marcello Pera in più occasioni interviene a proporre il suo laicismo sacralizzato per dare “un’anima cristiana” all’Europa: “oggi il liberali devono dirsi cristiani”.

Il suo cristianesimo prevede solo gli Atti degli apostoli (ma li ha letti bene?), non il Nuovo Testamento; una parte della storia cattolica medievale legata a un certo monachesimo (quello templare?); un particolare Occidente che non contempla Francesco, Erasmo, Las Casas, la filosofia islamica (anch’essa fa parte dell’Occidente!), Manzoni e Rosmini, Einstein e Russel, la Pacem in terris, Il Concilio appunto!, la Dichiarazione dei Diritti Umani, i testimoni della nonviolenza, i movimenti per la pace… Parlando di Europa per lui non esistono Adenauer, Schuman, De Gasperi, Delors, Prodi, Monti… Anche il suo Kant appare alquanto bistrattato (è assente, ad esempio, sia l’idea di guerra come sterminio sia il concetto di limite).

Spicca in lui un’identità europea limitata e arrogante che deve essere difesa a qualunque prezzo, anche militare ovviamente. A mio avviso, queste argomentazioni liberal-“cristianiste” sono subalterne alla teoria del conflitto di civiltà, all’ideologia del “libero mercato armato”, alla pratica della guerra  preventiva. Tale impostazione si collega alla teologia fondamentalista dei neoconservatori statunitensi (attivi con qualunque amministrazione) che diffondono da tempo i concetti (massonici) di “destino manifesto”, di “missione salvatrice” e altro. Non a caso è già intervenuto Kissinger (intervista a “Newsweek” e “La Repubblica” del 1 novembre) a dare la linea  al vincitore delle prossime elezioni.

In tale contesto la religione diventa o scudo di difesa o arma d’attacco o maschera per coprire una costante, questa sì anticristiana e anticattolica!, operazione di appiattimento della fede nella religione civile. Questo è “nichilismo”! cioè l’annullamento del carattere trascendente e profetico della fede cristiana che è “scandalo e follia” per gli uomini di qualunque potere sacro. Qui c’è lo snaturamento-rovesciamento del cristianesimo in una gigantesca idolatria!

Qui c’è, se vogliamo, la “persecuzione anticristiana”, la bestemmia che tende a distruggere il carattere sempre rivoluzionario del Vangelo di Cristo!. Il diffuso parlare di radici cristiane rischia di farci dimenticare i frutti cattivi di alcune (il papa ha più volte tentato una “purificazione della memoria” riconoscendo un centinaio di errori operati dai cristiani e dai cattolici nel corso dei secoli). In fondo, una sola è la radice, limpida e robusta: il Vangelo di Gesù Cristo che è fonte di fede e di laicità.

Sergio Paronetto